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La notte di San Giorgio di Anna Albertano

Quando cinema e letteratura si incontrano.
di Giancarlo Zappoli

Balcani e scenari di guerra

giovedì 19 luglio 2007 - News

Balcani e scenari di guerra
Il volume "La notte di San Giorgio" di Anna Albertano (Giraldi Editore) è un'opera narrativa composta di tre episodi che si svolgono negli anni Novanta e che prendono spunto da immagini cinematografiche, dimensioni reali e immaginarie che a loro volta generano altre fantasie. In un dipanarsi di viaggi compiuti in precedenza o da progettare, luoghi visitati o solo percorsi con la mente, con l'immaginazione tramite lo schermo e soprattutto nei sogni, si attraversano i Balcani.
Nel primo episodio, che dà il titolo all'opera, la fantasia dei protagonisti si muove intorno a una comunità di Skopje, all'immaginario nomade di Kusturica, per perlustrare una cultura dalle radici pagane di cui la festa di San Giorgio è l'emblema. Il secondo racconto è rivolto all'influenza che nella stessa terra hanno avuto la civiltà bizantina e la chiesa ortodossa. La narrazione si sposta dunque in una Macedonia molto diversa, quella di villaggi e di alture dove sorgono antichi monasteri ortodossi, in cui il conflitto con la cultura islamica della comunità albanese è quotidiano. Nel terzo c'è invece Sarajevo, città d'impronta turca e insieme austroungarica, simbolo d'incontro tra comunità e culture differenti, dove convivono ebrei, musulmani, cattolici e ortodossi, divenuta negli anni Novanta scenario di guerra, condensazione di immagini perdute.

Incursioni nel terreno cinematografico
In un'incursione della narrativa nel cinema, o, da una prospettiva rovesciata, si potrebbe dire dell'immaginario cinematografico nella narrazione, emerge l'idea dei Balcani, in particolare della ex Jugoslavia, quale realtà composita, crocevia di oriente e occidente, intreccio di lingue, di popolazioni, di culture diverse.
Ognuno dei tre racconti prende avvio da un film, riportato in epigrafe: "La notte di San Giorgio" da Il tempo dei gitani, "Il tempo della Macedonia" da Prima della pioggia, "Lo sguardo di Sarajevo" da Lo sguardo di Ulisse, ma ci sono chiari riferimenti ad altre pellicole, e in qualche modo si compongono nel loro insieme come i tre episodi del film di Manchevski, non tanto come paradossi temporali, ma come vicende a tratti potenzialmente parallele. Gli spazi e i tempi che i racconti tratteggiano, sono in parte espressione di un "altrove" creato dal cinema quando la realtà di quelle terre era inenarrabile.

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