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Michel SimonNome: François Michel SimonData nascita: 9 Aprile 1895 (Ariete), Ginevra (Svizzera) Data morte: 30 Maggio 1975 (80 anni), Bry-sur-Marne (Francia) |
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![]() I conservatori rimpiangono solo le cose negative del passato.
dal film La più bella serata della mia vita (1972)
Michel Simon Zorn
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Classe 1895, François Michel Simon in arte Michel Simon nasce a Ginevra (Svizzera) sotto il segno dell' Ariete.
La sua principale attività nel mondo del cinema è stata quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Il treno (1964) di John Frankenheimer dove ha interpretato la parte di Papa Boule.
Nel 1934 ha inoltre lavorato con Jean Vigo per la realizzazione del film L'Atalante dove ha interpretato la parte di Padre Jules. - da Cineteca di Bologna uscito in Italia lunedì 15 gennaio 2018 -
Michel Simon ci lascia all'eta di 80 anni spegnendosi in una triste giornata del 30 Maggio 1975 a Bry-sur-Marne (Francia).
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Panique
Genere Poliziesco, - Francia 1946. Uscita 06/05/2019. |
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L'Atalante
continua»
Genere Drammatico, - Francia 1934. Uscita 15/01/2018. |
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Il treno
Genere Guerra, - USA 1964. |
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La più bella serata della mia vita
continua»
Genere Commedia, - Italia 1972. |
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La passione di Giovanna d'Arco
Genere Storico, - Francia 1928. |
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Col tempo la fase giovanile si è uniformata, la professione ha regolato e smorzato. Ma quel poeta morto a 29 anni, ha sempre mantenuto, nella mia memoria, la sua identità tragica. Come spesso accade, quando sei ragazzo, tabula rasa, sei nella condizione migliore per vedere, sentire e capire. I film che prendevano posto nel tuo conscio e nel recondito e lì rimanevano, erano quelli buoni e veri, erano i capolavori. L’Atalante e gli altri titoli di Vigo facevano parte di quel patrimonio (tutti i titoli sono ora disponibili in streaming su Cinema ritrovato – Fuori Sala). Poi, crescendo e studiando ero in grado di collocare, di dare dimensione estetica e storica. E poi Vigo presentava altre storie e dolori: il padre anarchico ucciso in carcere, la madre che lo avvolgeva in una coperta e lo portava alle riunioni parigine. E forse era proprio in quegli ambienti certo poco salubri, che il ragazzo cominciò a incubare il male che lo fece morire così giovane.
La straordinaria vocazione di Jean - genio è un lemma che non uso mai, ma qui ci starebbe - lo portò ad anticipare di qualche anno il magnifico movimento del Fronte popolare: decisivo, eroico, una delle massime manifestazioni, anche in chiave di arte assoluta, del ‘900. Omologabile alle grandi idee dell’espressionismo in Germania e del realismo in Italia. Con un valore in più: la letteratura alta. Quel cinema riuscì nella fusione, la più nobile e difficile, fra la poesia pura e lo specifico del cinema. Era il manifesto di uno splendido sviluppo umano, sociale e artistico, certo ideale e teorico, la realizzazione di un sogno. E come tale, durò poco.
I nomi fondamentali erano: Renoir, Clair, Carné registi, Gabin attore, Prévert poeta. Seppure con “arte” diversa, Vigo li aveva preceduti.
L’estetica di Vigo possiede una potenza artistica esclusiva. Ogni fotogramma de L’Atalante potrebbe tenere una mostra al Beaubourg.
Un uomo vestito si getta in acqua da un barcone con una scritta a prua che recita “l’Atalante”. È il nome del bateau sulla Senna che Jean Vigo utilizza come palcoscenico per la sua storia. Quest’uomo viene seguito dalla macchina da presa sott’acqua mentre nuota con movimenti magici, poetici, sinuosi, in cerca di qualcosa. Quel qualcosa, o qualcuno, che è scappato, la sua sposa, che ritrova sognandola proprio lì, sotto le acque della Senna, vestita in bianco. Questa è una delle sequenze della storia del cinema. Quel cinema francese che raccontava vicende poetiche e surreali attraverso immagini che sono, ancora oggi, insuperabili. Questa sequenza in particolare in Italia è stata per anni la sigla di Fuori Orario, la trasmissione su Rai 3 più in voga per i veri appassionati cinefili. Sono immagini artistiche perfette.
L’Atalante è del 1934, ma da sei anni l’artista aveva cominciato a prendere le misure col linguaggio e i contenuti. A propos de Nice, (1928) è la sua prima regia. Nella descrizione di Nizza il regista gioca con i contrasti, quelli sociali, mostrando il carnevale, la vita pigra dei ricchi a fronte dei quartieri “disperati” della città. L’altro contrasto vive contrapponendo il realismo dell’avanguardia russa al surrealismo di moda in Francia in quella stagione.
Taris, ou la natation (Taris o del nuoto) del 1932 è un “corto” di soli 12 minuti dove il protagonista è il campione di nuoto francese. Pure in quello spazio corto, e con una storia da non inventare, Vigo riesce a creare qualcosa di “suo”, che verrà inteso nel tempo.
In Zéro de conduite (Zero in condotta) del 1933 Vigo racconta se stesso: le esperienze personali, il ricordo del padre, il tutto filtrato dalla sua cifra di dolore e di pessimismo. A fine riprese dirà: “Questo film è talmente la mia vita da bambino che non vedo l’ora di passare ad altro.”