Il sorpasso

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Un film di Dino Risi. Con Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant, Catherine Spaak, Claudio Gora, Luciana Angiolillo.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 108 min. - Italia 1962. MYMONETRO Il sorpasso * * * * 1/2 valutazione media: 4,88 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

La volontà di "superare" le difficoltà della vita Valutazione 4 stelle su cinque

di andrejuve


Feedback: 5008 | altri commenti e recensioni di andrejuve
martedì 19 gennaio 2016

“Il sorpasso” è un film del 1962 diretto da Dino Risi. Bruno Cortona nel giorno di ferragosto vaga nella periferia di Roma a bordo della sua autovettura. A un certo punto si ferma a bordo della strada e nota un’abitazione all’interno della quale è situato un giovane ragazzo, di nome Roberto Mariani, il quale è intento a studiare per preparare un esame di Giurisprudenza in vista dell’appello di settembre. Con la scusa di dover usufruire del telefono di casa di Roberto per chiamare i suoi parenti, Bruno, grazie alla sua sfacciatezza, entra nella dimora del ragazzo nonostante le titubanze di Roberto. Per ricambiare la gentilezza di Roberto, Bruno convince quest’ultimo a prendere un aperitivo con lui nel centro di Roma, per poi riportarlo a casa affinché possa dedicarsi allo studio. In realtà il loro viaggio si rivelerà più lungo e sorprendente del previsto, e per il timido Roberto sarà difficile riuscire ad imporre la sua volontà di rientrare a casa il prima possibile. La pellicola incentra l’attenzione su due figure completamente opposte e agli antipodi. Bruno è un uomo spavaldo ed estroverso, e la sua sbruffonaggine spesso lo rende irrispettoso e insolente. Roberto invece è un ragazzo timido, introverso, timoroso ed eccessivamente insicuro. Pur essendo cosi diversi tra loro, Bruno e Roberto paradossalmente si completano a vicenda, riuscendo a trovare una sintonia e una complicità inaspettata. Bruno rappresenta contestualmente ed alternativamente un “maestro di vita” e un esempio negativo da non emulare. Infatti Roberto, attraverso la conoscenza di Bruno, pone in essere alcune riflessioni relative alla sua esistenza. Roberto si rende conto che la vita deve essere vissuta in maniera leggiadra e spensierata, assumendo un atteggiamento disinvolto e sereno. Spesso è l’uomo stesso a porre dei paletti e degli ostacoli nel corso del proprio cammino, a causa di una tendenza a stabilire obiettivi che devono essere obbligatoriamente raggiunti seguendo una precisa “scaletta” mentale. In realtà la vita di un uomo non può essere scandita da una programmazione da seguire pedissequamente e incessantemente, ponendo obiettivi da perseguire a qualsiasi costo. La bellezza della vita consiste invece nella sua imprevedibilità e nella capacità di riuscire a sorprendere e spiazzare quotidianamente i singoli uomini. Seguendo schemi rigidi e ferrei non è possibile condurre un’esistenza costellata dalle più variegate emozioni, a prescindere che esse siano positive o negative. L’uomo non può essere paragonato ad una macchina apatica e insensibile creata per compiere azioni predefinite e standardizzate. Ognuno di noi deve intraprendere il proprio percorso liberamente e senza subire condizionamenti spesso legati ad aspettative troppo elevate o assurde di persone che dovrebbero rappresentare un punto di riferimento, ma che in realtà costituiscono una fonte di disagio e di difficoltà. La vita deve essere vissuta in ogni singolo istante, senza pensare malinconicamente al passato e senza avere timore delle conseguenze future legate alle proprie azioni. E’ fondamentale assaporare ogni momento godendo delle sporadiche gioie che la vita è in grado di regalare, senza vivere in un continuo stato di timore ed inquietudine che rende l’uomo incapace di rischiare e di tentare e uscendo dallo stretto recinto mentale che esso stesso ha creato. Bruno è l’emblema di questa filosofia basata sulla gioia di vivere e sull’improvvisazione. Una vita di limitazioni e di divieti è arida e cupa. Allo stesso tempo però Bruno è un uomo pervaso dalla totale solitudine e da una tristezza perfettamente mascherata dietro alla strafottenza e al menefreghismo, in quanto è incapace di creare e consolidare legami affettivi e sentimentali. Questa tendenza è frutto dell’immaturità e dell’infantilità di una persona che rifiuta di assumersi le proprie responsabilità, che è irrispettosa nei confronti degli altri e che pensa che la vita sia priva di difficoltà, sacrifici e sofferenze. Per raggiungere le proprie ambizioni bisogna essere dotati di tenacia e di forza d’animo. E’ troppo semplice scappare e fuggire dalle conseguenze degli errori commessi. Pur se eccessivamente ligio al dovere, Roberto incarna pienamente il senso di maturità e di responsabilizzazione appartenenti ad una persona razionale e giudiziosa. Bruno e Roberto possiedono due concezioni completamente opposte della vita e della realtà circostante, ma sono consci del fatto che ognuno di loro reciprocamente debba trarre insegnamento dall’altro. Grazie al loro incontro Bruno e Roberto rivivono un passato che ha regalato gioie e dolori, e che trasmette un senso di malinconia e di rimpianto difficile da affievolire. Il passato è utile per conoscere sé stessi e per comprendere gli errori commessi al fine di non perseverare, traendone una lezione di vita. In realtà l’unica persona realmente riflessiva e obiettiva resta Roberto, mentre Bruno, rassegnato al fatto che gli anni della giovinezza siano ormai svaniti, prosegue imperterrito per la sua strada autoconvincendosi che sia l’unica via per la sua salvezza interiore. I continui sorpassi azzardati e folli compiuti da Roberto a bordo della sua macchina costituiscono la metafora della volontà di scavalcare ed aggirare la vita, le sue problematiche e le sue complessità, cercando di renderla meno dolorosa e avvilente possibile. Il desiderio di godersi la vita si scontra con l’amara e cruda realtà. La spensieratezza non deve sfociare nella follia. Non è possibile sfidare a viso aperto la vita superando ed eccedendo certi limiti che, se valicati, possono comportare devastanti conseguenze tragiche, drammatiche e irrimediabili. La felicità purtroppo spesso risulta effimera e sfuggente tanto da non riuscire neanche ad assaporarla pienamente. Sullo sfondo viene descritta una società italiana nel pieno del cosiddetto “boom economico” e che è contorniata da un’evidente superficialità e da un’ingenuità generale legata all’illusione di vivere una fase di ascesa inarrestabile che non è in grado di conoscere alcun tipo di declino o incrinatura. Un grande film che riesce a far riflettere lo spettatore attraverso tematiche esistenziali affrontate all’interno di una commedia intelligente, brillante, divertente e mai banale. Ottima l’introspezione psicologica e l’analisi dei due protagonisti Bruno Cortona, interpretato da un magistrale Vittorio Gassman, e Roberto Mariani, impersonato dal bravo Jean- Louis Trintignant. A mio parere per raggiungere la perfezione il regista avrebbe dovuto approfondire maggiormente il rapporto dei due protagonisti nei confronti del loro passato che, pur se per differenti motivazioni, rimpiangono e vorrebbero rivivere diversamente. Un film che consiglio vivamente perché rappresenta una delle più importanti opere neorealistiche del panorama cinematografico italiano.

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