Child 44 - Il bambino n. 44

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Un film di Daniel Espinosa. Con Tom Hardy, Noomi Rapace, Gary Oldman, Joel Kinnaman, Paddy Considine.
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Titolo originale Child 44. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 137 min. - USA 2014. - Adler Entertainment uscita giovedì 30 aprile 2015. MYMONETRO Child 44 - Il bambino n. 44 * * * - - valutazione media: 3,04 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Il tortuoso cammino alla ricerca della verità Valutazione 4 stelle su cinque

di andrejuve


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lunedì 28 dicembre 2015

“Child 44” è un film del 2015 diretto da Daniel Espinosa. Nel 1933 l’Unione Sovietica, sotto il comando del dittatore Stalin, impose al paese rivale dell’Ucraina un periodo di carestia impedendo e bloccando il commercio di beni alimentari e di risorse primarie dirette verso il paese. A causa di questa drammatica situazione molte persone morirono lasciando orfani i loro piccoli figli. Uno di questi, rinchiuso all’interno di un orfanotrofio, riesce a fuggire raggiungendo alcune truppe sovietiche. Il generale di quel plotone accoglie il bambino offrendogli del cibo. Dopo aver saputo della morte dei genitori del ragazzino, il generale chiede a quest’ultimo quale sia il suo nome. Il bambino non risponde e il generale decide di adottarlo assegnandogli il nome Leo Demidov. Leo si arruola nell’esercito e nel 1945 partecipa al conflitto armato a Berlino che porterà alla sconfitta delle truppe naziste e al controllo della capitale tedesca da parte delle truppe sovietiche. Leo diventa un eroe di guerra perché viene immortalato in una foto in cui alza al cielo la bandiera dell’Armata Rossa in segno di vittoria. Passano gli anni e nel 1952 Leo entra a far parte della polizia segreta sovietica dell’MGB presso Mosca. Il compito assegnato a questa unità operativa è quello di rintracciare, individuare e catturare coloro che si oppongono al regime sovietico e che vengono definiti i “traditori”. Durante un’operazione finalizzata alla ricerca di un presunto dissidente, Leo si reca assieme alla sua squadra presso un’isolata casa di campagna dove si ipotizza che sia nascosto l’uomo ricercato. In questa casa c’è una famiglia, formata da due genitori e due piccole bambine, la quale è terrorizzata dalla presenza delle forze di polizia e afferma di non avere nascosto o protetto alcuna persona. In realtà l’uomo è nascosto in quel luogo e viene arrestato per essere poi trasferito in una caserma al fine di procedere all’interrogatorio. Ma Vasili Nikitin, un collega di Leo, mentre quest’ultimo è impegnato a catturare l’uomo ricercato, uccide i genitori delle bambine al fine di fornire a queste ultime un esempio di cosa accade laddove si cerchi di ingannare il governo russo. Leo è scioccato da quanto accaduto e inveisce duramente contro Vasili per l’atroce e ingiustificato gesto compiuto. Nel frattempo Leo viene informato della terribile notizia relativa alla morte del figlio del suo caro amico e collega Alexei Andreyev. Da quanto emerge dal rapporto della polizia il bambino sarebbe morto a seguito di un incidente ferroviario. Ma Alexei non è convinto di questa versione dei fatti ritenendo che il figlio sia stato assassinato. Inoltre solo Leo ha potuto visionare il corpo del piccolo mentre ad Alexei non è stato concesso questo suo diritto. Anche Leo è perplesso su quanto accaduto ma è costretto ad attenersi alle disposizioni dei suoi superiori. Nel frattempo l’uomo catturato, a seguito di macabre torture, fornisce alla polizia dei nomi di persone a suo dire traditrici del governo. Tra questi nomi compare quello di Raisa Demidov, la moglie di Leo, con la quale sta vivendo un periodo di crisi a livello sentimentale. Leo è sconvolto e non vuole credere a queste accuse. Dopo un’infruttuosa ricerca effettuata in casa per scoprire elementi che possano confermare le intenzioni di Raisa di opporsi alla dittatura, Leo, nonostante le continue pressioni da parte del maggiore Kuzmin, non denuncia sua moglie ritenendola innocente. Normalmente il destino di coloro che si oppongono ad ordini gerarchici superiori sarebbe la fucilazione ma Leo, dopo aver scoperto recentemente della gravidanza di Raisa, supplica i giustizieri affinché non utilizzino i loro fucili. Leo viene sollevato dall’incarico ricoperto sino a quel momento. Colui che ha preso il posto di Leo è proprio Vasili, il quale vuole vendicarsi dell’umiliazione subita da Leo e spedisce quest’ultimo e sua moglie in un piccolo paesino sperduto a lavorare per la milizia militare. Li’ incontreranno il generale Mikhail Nesterov il quale è impegnato a risolvere un caso riguardante la morte di un piccolo ragazzo. Leo nota che le circostanze appaiono simili a quelle relative alla morte del figlio di Alexei. Leo è convinto che ci sia un serial killer che utilizzi lo stesso modus operandi per uccidere le sue giovani vittime. Mikhail inizialmente è restio ad ascoltare Leo ma col tempo comincia a cambiare opinione a riguardo. Nel frattempo Raisa confessa a Leo che in realtà non è incinta e ha utilizzato la scusa della gravidanza come espediente per sopravvivere. Chi è l’assassino di questi piccoli bambini? Riusciranno Leo e Raisa a ritornare a Mosca?. La pellicola effettua una dura e feroce critica nei confronti dei regimi dittatoriali, con particolare riferimento a quello sovietico. Qualsiasi forma di autarchia pone come obiettivo principale il controllo assoluto sulla popolazione, la quale viene letteralmente dominata e schiavizzata soprattutto dal punto di vista psicologico. Infatti all’interno di queste forme di governo viene attuata una costante e incessante propaganda al fine di trasmettere e inculcare nella mente delle persone l’idea che quella tipologia di gestione della società sia la più appropriata e idonea per il popolo. La dittatura cerca di creare una sorta di mitizzazione del proprio leader che deve essere raffigurato come l’emblema della perfezione, dell’invincibilità e dell’inscalfibilità, ponendosi come scopo l’improbabile perseguimento del benessere comune. Viene dunque paragonato a un Dio che agisce esclusivamente per il bene del suo paese e per il suo sviluppo. In realtà il vero obiettivo è quello di assumere una posizione di comando assoluto che consenta di compiere qualsiasi tipo di azione con la consapevolezza di non subire alcun tipo di conseguenza. Tutto questo avviene in quanto all’interno di una dittatura si sviluppa una politica del terrore basata sull’imposizione di un potere incontrastato, sul dominio e sulla supremazia assoluta. Il governo indottrina il popolo stabilendo quali debbano essere gli ideali e le opinioni da perseguire e da coltivare. Laddove ci si discostasse da tali direttive viene attuata immediatamente un’azione repressiva basata sull’intimidazione e sulla violenza fisica, la quale spesso purtroppo sfocia nella morte. Di conseguenza viene limitata o ancor peggio annullata totalmente la libertà di pensiero e di opinione. Gli uomini si trasformano in macchine prive di una propria capacità di autodeterminazione in quanto devono attenersi agli ordini provenienti dall’autorità governante, rispettando pedissequamente le linee di condotta decretate in maniera inderogabile. Viene attuato un procedimento di disumanizzazione che rende gli esseri umani impossibilitati ad esternare a pieno la loro spontaneità e a sviluppare uno spirito critico e di dissenso, a causa della prevalenza di un sentimento di timore, inquietudine e terrore. In pochi riescono a trovare il coraggio di opporsi fermamente perché prevale il desiderio di sopravvivere a costo di condurre un’esistenza limitata, priva di libertà e autonomia ma basata esclusivamente sul perseguimento di ideali che non sono frutto del pensiero indipendente e autonomo di ogni individuo, ma rappresentano la conseguenza di una continua e imperterrita pressione a livello psicologico. E’ terrorizzante e inquietante pensare come pochi uomini possano dominare un’intera popolazione costringendola a realizzare qualsiasi loro desiderio o richiesta. Vasili in questo senso è la rappresentazione della malvagità dell’uomo il quale spesso per pura invidia, per insoddisfazione personale o per un morboso piacere nell’essere spettatore della sofferenza altrui, è protagonista di gesti meschini, brutali e insensati. Leo appartiene alla polizia segreta dell’MGB che svolge come principale attività proprio quella di reprimere coloro che vogliono semplicemente ribellarsi e opporsi a questo autoritarismo, ma vengono additati come rivoluzionari, sovversivi e infedeli al loro “comandante”. Il governo non può dimostrarsi debole o insicuro e deve quindi fornire una dimostrazione di forza e di irreprensibilità per disincentivare coloro che in futuro volessero anche solamente tentare di dissentire e contrapporsi al volere del dittatore. Agli occhi esterni la dittatura deve apparire perfetta e priva di qualsiasi tipo di incrinatura. E’ paradossale come Leo, nonostante abbia subito sulla sua pelle le conseguenze dell’egemonia del governo sovietico, ne diventi un servitore e un collaboratore. Ma l’animo di Leo in realtà è intriso di sincerità, lealtà e solidarietà e in tutte le azioni atroci, disumane e crudeli che compie è tormentato da un forte senso di colpa e da un costante disagio interiore. Comprende che questo mondo non gli appartiene perché è pervaso da ingiustizie, disuguaglianze e malvagità. Il suo sdegno raggiunge l’apice nel momento in cui, di fronte alla morte del figlio del suo migliore amico, si trova costretto a raccontare ad Alexei una versione dei fatti vacillante, piena di incongruenze e di zone d’ombra. E’ proprio la distorsione della realtà una delle più inquietanti caratteristiche dei regimi totalitari. Affinché non venga lesa e intaccata l’immagine degli organi di potere, spesso purtroppo è necessario celare o mutare la verità dei fatti senza consentire ad alcuno di indagare più a fondo e di analizzare approfonditamente i singoli avvenimenti. Risulta più semplice nascondere e distorcere la verità piuttosto che assumersi le proprie responsabilità, col rischio di mettere a repentaglio la presunta solidità e l’improbabile idillio tanto decantato dai regimi dittatoriali. La ricerca della verità da parte di Leo è un atto coraggioso e ammirevole e rappresenta un tentativo di cambiare e mutare la problematica situazione in cui versa un popolo letteralmente sottomesso e manipolato. Sono proprio i bambini, vittime di questa orribile storia, coloro che rispecchiano pienamente la verità , la spontaneità e l’onestà. E’ da loro che bisogna imparare a coltivare ed esternare questi valori i quali costituiscono sempre più una rarità all’interno di una società opportunista, egoista e insensibile ai tragici eventi che si susseguono quotidianamente attorno a noi. Un altro barlume di verità è rappresentato dall’amore che Leo prova nei confronti della moglie Raisa. Pur costituendo sporadici e rari esempi di genuinità e sincerità, questi episodi devono rappresentare una speranza per un futuro più roseo e un punto di partenza di un percorso che possa condurre ad un mutamento delle coscienze degli esseri umani. L’uomo deve imparare dagli errori commessi per cercare di ricostruire un mondo basato sul riconoscimento dei diritti, sulla totale libertà di pensiero, di espressione e di opinione, e sulla costante ricerca della giustizia e della verità. Un bel film, tratto da una storia vera, che si delinea attraverso una narrazione basata sul succedersi di sequenze tra loro frammentate e che sviluppano differenti vicende e avvenimenti, provocando allo spettatore un senso di incertezza che rispecchia pienamente quello del protagonista Leo Demidov. Il regista inoltre riesce con maestria a mescolare il genere drammatico con quello thriller, attraverso la descrizione e la trasposizione di scene crude, ciniche e ricche di tensione. Inoltre riesce ad effettuare un’ottima introspezione psicologica dei personaggi. Ottime le prove di Tom Hardy, nei panni di Leo Demidov, il quale nei film che lo vedono come protagonista sfoggia il suo grande talento recitativo, di Naomi Rapace, nella parte di Raisa Demidov, e del grande Gary Oldman, nel ruolo di Mikhail Nesterov. Un film che consiglio di vedere.

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