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Fritz Lang

Fritz Lang è un attore austriaco, regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 5 dicembre 1890 a Vienna (Austria) ed è morto il 2 agosto 1976 all'età di 85 anni a Los Angeles, California (USA).

Uno dei più importanti registi, non solo nell'ambito del cinema in lingua tedesca, negli anni fra il 1920 e il 1945. Compì studi tecnici a Vienna e artistici a Monaco, scrisse racconti e venne introdotto al cinema dal produttore Erich Pommer. Sposato a Thea Von Harbou (1888-1954), deve a sua moglie alcuni dei soggetti dei suoi film più celebri, come Destino (1921), Il dottor Mabuse (1922), I nibelunghi (1924), Metropolis (1926), Spione (1928), Una donna nella Luna (1929), M (Il mostro di Dusseldorf, 1931), Il testamento del dottor Mabuse (1932). Abbandonò la Germania per gli Stati Uniti nel 1935. Dieci anni più tardi fondò e diresse per qualche tempo una casa di produzione indipendente. Nel 1957 tornò in Germania. E apparso, interpretando se stesso, in un film francese, Il disprezzo (1964) di Jean-Luc Godard. Già nelle sue opere giovanili si trovano dei temi, delle linee direttrici, delle figurazioni di stile che si faranno sentire ancora nelle opere più recenti. L'opera di Fritz Lang ha un carattere (raro nel mondo del cinema, dove i cedimenti e i compromessi sono la regola) estremamente coerente. La tematica di L. ci propone, nei primi film, una visione del mondo stilizzata e volta da un lato alla definizione dei miti, dall'altra allo studio dell'avvenire, ponendo agli estremi I nibelunghi e Una donna nella Luna. In un secondo stadio creativo, che grosso modo coincide col periodo americano, troviamo questo stile applicato ad una tematica più realistica (Furia, Sono innocente, ecc.) che si conclude, in un bizzarro compromesso di forma, nell'incontro del racconto pieno di "su-spense" alla M, alla Mabuse, con le sollecitazioni dell'aneddotica antinazista in Anche i boia muoiono, dove si avverte la collaborazione di Bertold Brecht. E tuttavia la forma, assai più dei contenuti, che affascina e convince, dei film di Lang, regista che è sempre stato attirato dalla idee in quanto queste potevano offrirgli il modo di ripetere rinnovandoli, certi moduli estetici ai quali è sempre stato attaccato. La sua influenza sùlla narrazione cinematografica, da questo punto di vista, èsempre stata notevolissima.

Il Lang americano
All'avvento del nazismo Lang (grazie all'ammirazione che Hitler aveva per Metropolis) si vide offrire la carica di direttore artistico dell'UFA, dopo che la moglie Thea von Harbou si era già iscritta al partito. Lang preferì invece emigrare in Francia, dove diresse Liliom, e poi a Hollywood. Il suo inserimento fu facilitato dalla possibilità di classificare la sua arte in uno dei generi hollywoodiani di maggior successo, il noir. Lang cominciò così nel 1936 una seconda carriera, partendo dai concetti di colpa e di predestinazione sviscerandoli nel rispetto delle convenzioni del genere. La caratteristica più sorprendente del suo cinema (adombrare gli eventi contemporanei, sia pure stravolti da una specie di deformazione subconscia) si trasmette alla società americana, di cui indaga l'inquieta e incerta coscienza. Come Mabuse, M e Metropolis rimandano alla tragedia nazista, così gli eroi positivi e negativi dei suoi film statunitensi raccontano la turbolenta storia americana, patria della libertà eretta sul sangue dei pellerossa e degli schiavi, e anticipano i cupi giorni del maccartismo.
Lang pose al centro della sua opera la lotta impossibile dell'uomo contro il suo destino, l'uomo-criminale che tenta di violare le leggi che gli vengono imposte. Svariando sull'ampio fronte di questa tematica, Lang traccia la parabola morale dell'individuo moderno, prigioniero di una società che lo controlla rigidamente, privandolo della facoltà di giudicare, e facendogli a poco a poco perdere il senso stesso della giustizia. L'individuo appare disorientato nella giungla di leggi che deve rispettare fin dalla nascita, ma un istinto fortissimo lo spinge a violarle. E' così che si innesca il dibattito sulla colpa e sull'espiazione, quando non addirittura sulla vendetta.
La permanenza americana di Lang fu tutt'altro che idilliaca, poiché i produttori lo costrinsero spesso a dirigere film scadenti. E nel 1952 i maccartisti lo annotarono nel libro nero dei comunisti per aver finanziato la Società contro il Nazismo.
In seguito Lang prese a girare film con cadenza annuale, cimentandosi in vari generi: nero, poliziesco, western e di guerra, concludendo una carriera di quarant'anni di cinema che non ha avuto un attimo di sosta e che ha prodotto tanti capolavori.

Ultimi film

Drammatico, (Francia - 1963), 103 min.
Poliziesco, (USA - 1956), 100 min.
Poliziesco, (USA - 1956), 80 min.
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