Ruth è un'infermiera che vive sola e segue una terapia di psicofarmaci. Un giorno torna a casa e la trova svaligiata, con il furto del computer, delle medicine e dell'argenteria della nonna. La polizia non sembra intenzionata a investigare seriamente e non interviene nemmeno quando un'applicazione rileva il suo computer, così, Ruth, che ha abbandonato al terapia, chiede a un vicino fissato con le arti marziali di aiutarla a recuperare il suo laptop. Da qui risalgono la pista dei furti, arrivando ai ladri veri e propri, ma le cose degenerano.

Avevo in testa soprattutto il tono più che la trama, avevo immaginato piccoli segmenti, però ancora sconnessi, e avevo un'idea dei personaggi. Quello che sapevo è che volevo realizzare una crime story, ma allo stesso tempo non volevo un duro per protagonista e volevo che il film fosse anche divertente e dolce e triste. Volevo che ai personaggi si potesse volere bene. Per cui quando ho cercato di riassumere questo concetto mi è venuta la definizione di soft-boiled crime. È in pratica una detective story, ma tutti sono sensibili e si spaventano facilmente.

Esordio alla regia di Macon Blair, che fin qui era stato soprattutto interprete e collaboratore nei film di Jeremy Saulnier, I Dont' Feel at Home in This World Anymore ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance 2017 e ha un titolo che deriva da un brano country, "This World Is Not My Home", inserito anche nella colonna sonora nella versione di Fern Jones. Macon Blair, che ha sceneggiato anche Small Crimes sempre su Netflix, si ritaglia qui solo un cameo all'inizio del film e si affida alle interpretazioni di Melanie Lynskey, attrice di varie comedy in Tv e lanciata da giovanissima in Creature del cielo di Peter Jackson, e di Elijah Wood che sta collezionando una serie di personaggi stralunati. I protagonisti si improvvisano detective e si cacciano in guai più grandi di loro, ma sotto la loro fragilità trovano nella disperazione e nella rabbia anche una forza inattesa, senza perdere comunque la propria umanità. Il film si tiene così sul sottile crinale fra tragedia e commedia.