Anno | 2024 |
Genere | Drammatico |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Arnaud Larrieu, Jean-Marie Larrieu |
Attori | Karim Leklou, Laetitia Dosch, Sara Giraudeau, Bertrand Belin, Noée Abita Andranic Manet, Suzanne De Baecque. |
Tag | Da vedere 2024 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 maggio 2024
Una famiglia viene messa a dura prova da un inaspettato ritorno.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Uscito di prigione per aver preso parte a un furto con degli amici, il giovane e mite Aymeric si ritrova con una vita tutta da inventare. L'incontro con una vecchia conoscenza, Florence, gli indicherà la via: la ragazza è incinta e sola, e Aymeric si lancia con entusiasmo in una paternità inaspettata. Insieme accolgono il piccolo Jim e si sistemano in una casa di campagna nella regione del Giura. Gli anni passano felici, ma il ritorno del padre biologico di Jim, Christophe, metterà a dura prova gli equilibri familiari acquisiti.
Adattando per lo schermo un romanzo di Pierric Bailly, i fratelli Larrieu confezionano un'opera intrisa di sentimento melodrammatico che guarda alla paternità come epopea esistenziale, facendo al tempo stesso un ritratto originale di un uomo che sa incassare i colpi della vita senza mai farsi abbattere.
Il cinema della coppia di registi, così delicato e sempre in bilico tra i generi, non è mai esploso in un successo travolgente nei circa trent'anni di carriera in cui hanno unito le forze. Le roman de Jim è tra le loro produzioni più convincenti, aiutati da un buon materiale di base e da un attore protagonista del calibro di Karim Leklou, che negli ultimi anni si sta imponendo come volto atipico e straordinariamente talentoso nel panorama d'oltralpe. Capace di portare una nota di anarchica malinconia in ogni ruolo (soltanto di recente si vedano gli ottimi Vincent deve morire e Goutte d'or), Leklou fa suo un personaggio complesso, che appare sempre fuori dal tempo. Già nelle sequenze iniziali ha l'aria di un adulto che "non si ricorda che aspetto avesse a vent'anni", ideale introduzione a una vita vissuta da outsider, ma accomodante e generoso, con la passione per la fotografia che lo aiuta ad afferrare il reale. La storia di Aymeric si muove nei contorni del melodramma familiare, con un arco drammatico molto intenso ma non privo di momenti di leggerezza e commedia. Le vicende che lo toccano hanno talvolta le sfumature dell'assurdo, fanno trattenere il fiato nei momenti più crudeli e danno modo ai personaggi (anche quelli di Laetitia Dosch e Sara Giraudeau, autonomi e ben delineati nonostante spazio ridotto e scelte discutibili) di sentire e di guadagnarsi il tempo che passa.
I temi sono quelli classici del genere - rapporti con i figli, genitori adottivi e biologici, relazioni che nascono e finiscono - ma la natura del protagonista e la sua capacità di adattamento favoriscono l'afflato letterario della storia e restituiscono uno sguardo non convenzionale sulla vita. È un film raccontato dal punto di vista dell'uomo, ma dal cuore troppo puro per essere piegato a letture reazionarie e anti-femministe. Nonostante le ferite non ci sono cattivi perché di ciascuno si scorgono le debolezze e i traumi, e il piccolo Jim sarà il vero prodotto "romanzesco" di una successione di eventi e di persone così burrascosa.