Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Lila Neugebauer |
Attori | Jennifer Lawrence, Brian Tyree Henry, Jayne Houdyshell, Stephen McKinley Henderson Linda Emond, Russell Harvard, Clyde Risley Jones, Jaylen Moore, Sue-Lynn Ansari, Han Soto, Danny Wolohan, Neal Huff, Natalie Pilie, Frederick Weller, Sean Carvajal (II), Suzette Stuebben, Will Pullen. |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | 3,02 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento sabato 15 ottobre 2022
Un soldato deve ritrovare la propria quotidianità una volta tornato a casa. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a Spirit Awards, 1 candidatura a NSFC Awards,
CONSIGLIATO SÌ
|
Lynsey, un ingegnere militare, è appena tornata negli Stati Uniti. Ha una lesione cerebrale debilitante dovuta all'esplosione di un ordigno in Afghanistan e, grazie a un'infermiera, ha iniziato un lento recupero; deve infatti riprendere a camminare e ha dei vuoti di memoria. Quando le sue condizioni fisiche migliorano, rientra a casa sua a New Orleans dove a va vivere a casa della madre con cui ha un rapporto conflittuale. Vorrebbe riprendere a fare il suo lavoro, ma il suo medico è diffidente. Nel frattempo trova un altro impiego come addetta alla pulizia delle piscine. Un giorno il suo pick-up si rompe. In officina conosce il meccanico James Aucoin che non è mai riuscito a superare il senso di colpa legato a una tragedia familiare. Sono entrambe due persone sole. Entrano gradualmente in confidenza e passano sempre più tempo insieme. Una sera però, un violento litigio sembra separarli.
La partenza richiama la tradizione del cinema sui reduci di guerra. Lynsey è inquadrata di spalle. Davanti a sé non vede futuro e il 'ritorno a casa' rappresenta una sconfitta.
Non riesce a usare le parole giuste: "che vita deprimente"; "mi hai fatto compassione". Scoppia a piangere mentre sta guidando, ha gli attacchi di panico quando il pick-up si ferma. In realtà Causeway è un film su un lento e progressivo ritorno alla vita fatto di lunghe pause, di tempi morti. Ha il passo sospeso e il respiro del cinema indie che rimanda ai primi titoli interpretati da Jennifer Lawrence, qui anche produttrice, come Garden Party e The Poker House.
L'attrice vive con intensità le incertezze e le paure del suo personaggio soprattutto da un punto di vista fisico. La sua recitazione è fatta di gesti ripetuti (la riabilitazione, la pulizia delle piscine) ma risulta vissuta anche nel modo in cui lascia emergere la distanza dalla madre, il legame con il fratello e soprattutto la complicità con James. La scrittura non si appropria della storia dei due protagonisti ma si mette intelligentemente al loro servizio e lascia emergere tracce del loro passato.
L'opera prima della regista teatrale Lila Neugebauer sembra attraversata da una persistente monotonia che invece è la qualità nascosta del film, perché rivela progressivamente i due protagonisti, semina alcuni indizi e ne tiene sottotraccia altri. Si affida agli occhi e all'impeto di Jennifer Lawrence che si carica addosso, anche fisicamente, il peso del presente proprio come il suo personaggio di Ree in Un gelido inverno.
Ma trova anche una profonda verità nello sguardo di Brian Tyree Henry. L'affiatamento tra i due è la vera anima di Causeway. Sembrano entrambi senza futuro. Invece tutti e due deambulano nella loro quotidianità e cercano intimamente qualcosa. Forse una casa da condividere, dove fumare e preparare la cena insieme? La scena del violento litigio in piscina di notte è la scossa improvvisa di cui il film, a un certo punto della narrazione, aveva bisogno e arriva nel momento giusto.
In quel momento convivono insieme la costruzione del personaggio ma anche una possibile improvvisazione. Certo, Causeway si fonda prevalentemente sulla recitazione e una marcata impostazione teatrale. Ma ha anche una sua libertà, quella che gli permette di presentare situazioni apparentemente scontate ma che invece sono mostrate come se fossero trasparenti confessioni.
Causeway è un film piccolo e breve, e per questo, anche per questo, è bellissimo. È fatto di primi piani, controcampi e totali; è pieno di sguardi e silenzi, e ogni silenzio dice qualcosa di diverso: parla dei protagonisti, dà un altro spessore al loro stato d'animo; sottolinea passaggi fondamentali che non vanno assolutamente ignorati; tiene insieme le sequenze, [...] Vai alla recensione »
Due solitudini si incontrano, si fiutano, provano a scortarsi per un periodo nel pezzetto di mondo che abitano - un quartiere lento e desertico di New Orleans - ma si rifiutano di verificare le proprie responsabilità, esiliano il proprio trauma finché non è lo sguardo dell'altro a rilasciarlo. Lei, Lynsey, è di ritorno dall'Afghanistan dopo un'esplosione che le ha causato una lesione cerebrale; a casa [...] Vai alla recensione »
La giovane Lynsey (un'ottima Jennifer Lawrence, anche produttrice del film) è costretta a tornare dall'Afghanistan dove lavorava nel Corpo Ingegneristico dell'esercito, per una lesione celebrale causata da un'esplosione. Il percorso non è facile: incubi e attacchi di panico sono compagni inevitabili della riabilitazione e ancora più difficile è il ritorno a casa, alla vecchia vita.
Una vicenda di traumi esplosi e traumi inesplosi, tra guerra e famiglia, nel quale la regista Lila Neugebauer capisce che serve un contrappeso perché la pellicola non sia solo Lawrence e quindi le mette accanto un Brian Tyree Henry che bilancia e l'accompagna sulla via rialzata o, come sarebbe letteralmente il titolo, la via della ragione. La ragione, il motivo di tutto.
Pulisce piscine, Lynsey. Toglie i rimasugli, le impurità che rischiano di intasare gli scarichi. Un lavoretto per provare a ricominciare, nella sua New Orleans, in attesa che il percorso riabilitativo sia completato per ottenere nuovamente l'idoneità e riprendere servizio nell'esercito. Qualche tempo prima, in Afghanistan, è saltata in aria insieme al suo convoglio riportando una lesione cerebrale. [...] Vai alla recensione »
Lynsey è una giovane reduce dell'esercito americano. Dopo essere stata ferita gravemente in Afghanistan deve recuperare fisicamente e psicologicamente dal trauma subito. Una volta finito il periodo di riabilitazione è costretta a tornare a casa dalla madre e nel quartiere della periferia di New Orleans dove è nata e cresciuta. Il suo desiderio è quello di tornare in servizio il prima possibile e lasciare [...] Vai alla recensione »
Uno dei lungometraggi sulla carta più intriganti, facenti parte del concorso Progressive Cinema alla Festa del Cinema di Roma 2022, era senz'altro Causeway, esordio alla regia per la giovane cineasta statunitense Lila Neugebauer - con proficua carriera teatrale alle spalle - ma soprattutto ritorno sulla scena indie per Jennifer Lawrence dopo molteplici produzioni di indubbio carattere mainstream.
È un ritorno sullo schermo del tutto in sordina quello di Jennifer Lawrence, che dopo il successo di Don't Look Up, fa la sua ricomparsa in una produzione A24 dall'inconfondibile sapore di quell'indie americano votato alle storie di periferie ferite. E lo fa in un film d'esordio, della giovane regista teatrale Lila Neugebauer, che aveva già mostrato qualche carta dirigendo un episodio di Maid.