Una madre, una figlia

Film 2021 | Drammatico, +13 88 min.

Titolo originaleLingui
Anno2021
GenereDrammatico,
ProduzioneCiad, Francia, Germania, Belgio
Durata88 minuti
Regia diMahamat-Saleh Haroun
AttoriAchouackh Abakar Souleymane, Rihane Khalil Alio, Youssouf Djaoro, Briya Gomdigue Hadjé Fatimé Ngoua.
Uscitagiovedì 14 aprile 2022
TagDa vedere 2021
DistribuzioneAcademy Two
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,15 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Mahamat-Saleh Haroun. Un film Da vedere 2021 con Achouackh Abakar Souleymane, Rihane Khalil Alio, Youssouf Djaoro, Briya Gomdigue. Cast completo Titolo originale: Lingui. Genere Drammatico, - Ciad, Francia, Germania, Belgio, 2021, durata 88 minuti. Uscita cinema giovedì 14 aprile 2022 distribuito da Academy Two. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,15 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 13 aprile 2022

Un'adolescente rimane incinta ma, pur non desiderando la gravidanza, nel suo paese è illegale l'aborto. Il film è stato premiato a National Board, In Italia al Box Office Una madre, una figlia ha incassato 26,7 mila euro .

Consigliato sì!
3,15/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,95
PUBBLICO 3,50
CONSIGLIATO SÌ
Un ritratto sociale e politico del Ciad contemporaneo, lucido e senza concessioni.
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 29 novembre 2021
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 29 novembre 2021

A N'Djamena, capitale del Ciad, niente è facile per le donne, soprattutto per Amina che alleva una figlia adolescente da sola. Non ha un marito Amina e non ne vuole. Ragazza madre, che ha rifiutato di piegarsi alle convenzioni, ha pagato a caro prezzo (l'esclusione dalla sua famiglia) il suo desiderio di indipendenza. Per assicurare un avvenire a Maria, Amina lavora duro, smontando pneumatici da cui estrae un filo metallico che ricicla intrecciando cestini. Panieri artigianali che poi vende per strada, battendo sul tempo la concorrenza ed eludendo le attenzioni morbose di un vicino di casa, che vorrebbe sposarla, e la predica dell'imam, che non approva il suo nubilato. Maria intanto cova un segreto e una gravidanza che vuole interrompere malgrado i tabù. Amina decide di sostenere sua figlia combattendo al suo fianco la sua battaglia.

Otto anni dopo Grigris, favola umanista su un eroe fragile in un mondo pericoloso e sulla pista da ballo, Mahamat-Saleh Haroun prosegue la sua opera coerente, disegnando un ritratto sociale e politico del Ciad contemporaneo.

Lungo la traiettoria di chi rimane indietro nella società ciadiana o ne è bandito, incontra questa volta una madre e una figlia. Gli uomini nel film sono assenti o relegati sul fondo, dove dimorano non meno tossici. La violenza sorda ha il loro volto e quello di un vicino 'paterno' che si fa incarnazione mostruosa del patriarcato. Per il regista ciadiano è soprattutto questione di donne, di donne solidali tra loro. Il prisma è quello dell'aborto, interdetto e punito in Ciad dalla religione e dalla legge. La storia è quella di un percorso a ostacoli, sempre più umiliante e pericoloso, per i propri diritti.

Aborto impedito, infibulazione imposta, stupro subito, ce n'è abbastanza per cui sollevarsi e battersi. E la solidarietà femminile nasce immediata sotto i nostri occhi e contro le tradizioni secolari. Quella sorellanza spontanea è sufficiente a dare al film il suo senso.

I temi trattati sono forti e restituiti con sincerità e impegno. Tuttavia a confrontarsi con le considerazioni che pongono e gli abusi che denunciano si corre sovente il rischio di accontentarsi. Una madre e una figlia è sottomesso al suo soggetto, alla sua volontà di denunciarlo articolandolo in maniera pedagogica. Per non tradirne la portata, per essere sicuri che il messaggio arrivi senza interferenze, Mahamat-Saleh Haroun non li trascende. Di una semplicità brutale e lirica, che privilegia il pudore al pathos ed esalta la ricerca delle sue protagoniste in una città di sabbia e fango quasi onirica, il racconto manca di densità, restando impigliato da qualche parte tra la favola (i colori ambrati e il suo ottimismo) e il genere (rape and revenge), tra il realismo e l'artificio.

Una madre e una figlia è un film degno sull'indegnità ma è 'privo' di cinema. Dal punto di partenza non si dispiega mai un gesto potentemente cinematografico e politico. La forma resta classica, non è certo un difetto, e la forza politica ancorata principalmente al suo soggetto: il controllo sul corpo femminile e la sua marginalizzazione. La partecipazione dello spettatore è salda davanti alla lotta sotterranea delle protagoniste contro il potere degli uomini, ma i personaggi sembrano soffrire, con la loro sorte, l'esemplarità che il regista assegna loro.

Resta lo sguardo lucido e senza concessioni di Achouackh Abakar (Amina) e di Rihane Khalil Alio (Maria) a incarnare fieramente una storia e un destino possibile. Ai tradimenti e alle defezioni dei padri, dei compagni, dei vicini, degli amici, dei medici, rispondono i gesti 'piccoli' e spettacolari delle 'sorelle' che Amina e Maria incontrano in quel labirinto di polvere gialla che è la periferia di N'Djamena. Intorno al dramma di Maria sorge una speranza e l'impetuoso desiderio di emancipazione.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 23 aprile 2022
Grazia Paganelli
Duels.it

La parola del titolo originale Lingui significa "legami sacri", "di sangue". Amina e Maria, madre e figlia, abitano a N'Djamena. Amina ha cresciuto da sola la figlia ora quindicenne, e conosce il biasimo, l'emarginazione e la solitudine che ha dovuto subire per la sua "scelta", ma lavora e vive una vita semplice pur di consentire a Maria di studiare e superare la linea di demarcazione che ha reso la [...] Vai alla recensione »

sabato 23 aprile 2022
Nicolò Barretta
La Voce di Mantova

Periferia di N'Djamena. Amina vive da sola con la sua unica figlia quindicenne, Maria. L'esistenza già difficile delle due donne si complica ulteriormente quando la ragazza resta incinta. Maria non desidera questa gravidanza e, in una nazione in cui l'aborto non è solo condannato dalla religione ma anche dalla legge, Amina si troverà ad affrontare una battaglia che sembra già persa in partenza.

domenica 17 aprile 2022
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Molte parole sono intraducibili. Alcune sono anche invidiabili. La parola che dà il titolo a questo film di Mahamat-Saleh Haroun, "Lingui", sta infatti a indicare i legami sacri (ma non religiosi) che rinsaldano una comunità. Legami di solidarietà e mutuo soccorso che segnano una comune appartenenza. Nel Ciad basta una parola a esprimere il concetto.

sabato 16 aprile 2022
Andrea Frambrosi
L'Eco di Bergamo

Un film delicato eppure potente, pacato eppure tesissimo (soprattutto nel finale), leggero e profondo insieme. Arriva dall'Africa questo «Una madre, una figlia» («Lingui» il titolo originale), del regista ciadiano Mahamat - Saleh Haroun, passato in concorso al Festival di Cannes del 2021 e ora sui nostri schermi. Un piccolo- grande film che sarebbe un peccato lasciarsi scappare perché affronta con [...] Vai alla recensione »

sabato 16 aprile 2022
Alessandra De Luca
Avvenire

Un omaggio alla resilienza delle donne musulmane del Chad, costrette a fare i conti con gli abusi di una società patriarcale e ipocrita che le mortifica negando loro i più elementari diritti. Una madre, una figlia di Mahamat-Saleh Haroun racconta la storia di Amina e di sua figlia Maria. La prima, madre single, abbandonata anche dalla propria famiglia, vive ai margini di un mondo crudele con il genere [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 aprile 2022
Thomas Sotinel
Le Monde

In un cortile polveroso Amina (Achouackh Abakar) estrae dei fili di metallo da copertoni usati. Con questo materiale recuperato crea dei fornelletti che rivende nei mercati e per le strade di N'Djamena, capitale del Ciad. L'ingegno contro la povertà, il duro lavoro contro la precarietà. In pochi tratti Mahamat-Saleh Haroun dipinge la vita quotidiana della stragrande maggioranza degli abitanti delle [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 aprile 2022
Marco Contino
Il Mattino di Padova

N'Djamena, capitale del Ciad. Amina è una ragazza madre, bandita dalla propria famiglia. Intreccia cestini con i fili metallici ricavati da pesanti pneumatici. Quando la figlia Maria rimane incinta a quindici anni, Amina la aiuta ad abortire, sfidando la legge e la religione. Il film di Mahamat-Saleh Haroun - Una madre, una figlia - si poggia su due pilastri: il tema della sopraffazione delle donne [...] Vai alla recensione »

giovedì 14 aprile 2022
Gabriele Porro
Cult Week

Periferia di N'Djamena, capitale del Ciad, uno dei paesi più poveri dell'Africa centrale e del mondo, diviso tra un centro-nord desertico e un sud che grazie al lago omonimo ospita una più fertile savana. Qui, in una sorta di mix di questi elementi climatici, e in uno stato di orgogliosa ma forte indigenza, Amina, protagonista di Una madre, una figlia di Mahamat-Saleh Haroun, alleva la figlia adolescente [...] Vai alla recensione »

giovedì 14 aprile 2022
Daniele Sacchi
Cineforum

La giovane madre single Amina (Achouackh Abakar) vive con la figlia adolescente Maria (Rihane Khalil Alio) nei sobborghi di N'Djamena, la capitale del Ciad. Nonostante le difficoltà, Amina è riuscita sino ad ora a garantire a Maria una vita dignitosa grazie alla sua attività artigianale, rivendendo i cestini che ricava quotidianamente dai fili metallici degli pneumatici.

giovedì 14 aprile 2022
Stefano Giani
Il Giornale

Una ragazza scopre di essere incinta e in Ciad le cose sono un tantino più complesse. L'aborto, vietato dell'Islam, ha lo scopo di contrapporre due figure femminili affascinanti nella loro diversità. Madre e figlia. Storie opposte e donne che entrano davvero in sintonia solo in questa drammatica occasione ma scoprono che esiste un modo di amarsi al di là di età e mentalità.

giovedì 14 aprile 2022
Cristina Piccino
Il Manifesto

Lingui racconta, come ci suggerisce il titolo italiano, la storia di «una madre e di una fi- glia» a N'Djamena, capitale del Ciad, dove la vita per le donne sole, che hanno scelto di cresce- re una figlia o un figlio senza un marito significa emargina- zione e solitudine. Amina, la protagonista, (la bravissima Achouackh Abakar) è stata ripudiata dalla famiglia per questa ragione, abita in una periferia [...] Vai alla recensione »

martedì 12 aprile 2022
Mariuccia Ciotta
Film TV

Incorniciate nel blu cobalto e nel giallo oro, composizioni di madonne africane sullo sfondo delle strade di terra, labirinti di tufo, interni misteriosi, Amina e la figlia quindicenne Maria si aggirano in uno spazio surreale e indefinibile. L'immagine altra di Mahamat-Saleh Haroun non ha prospettiva né angoli, è un vuoto sacrale sulle macerie di N'Djamena, la ricchezza di linee e luce, l'eleganza [...] Vai alla recensione »

lunedì 29 novembre 2021
Massimiliano Schiavoni
Quinlan

Nel grande oceano trasversale del neorealismo proveniente dalle regioni meno ricche del pianeta trova la sua collocazione anche Lingui di Mahamat-Saleh Haroun, cineasta originario del Ciad invitato per la terza volta in concorso al Festival di Cannes 2021 (l'ultima volta era stato con Grigris) il cui nuovo film è adesso presentato nella sezione Fuori Concorso/Surprise dell'attuale Torino Film Festival. [...] Vai alla recensione »

domenica 28 novembre 2021
Paola Assom
NonSoloCinema

Uno degli aspetti interessanti di un festival internazionale del cinema è che apre inattese finestre su luoghi quasi o del tutto sconosciuti, ci conduce in realtà lontane eppure ancora sempre di questa terra. Ciad: un parola che potrebbe destare la stessa curiosità di "carneade". Invece si tratta di una repubblica, ancorché non precisamente democratica, grande quattro volte l'Italia e senza sbocchi [...] Vai alla recensione »

venerdì 16 luglio 2021
Lovya Gyarkye
The Hollywood Reporter

Amina è una madre single che vive nella periferia di N'Djamena, capitale del Ciad, insieme alla figlia di 15 anni, Maria. Come in altri suoi film Haroun racconta la loro vicenda con un approccio calmo, silenzioso. I paesaggi urbani parlano da soli, i silenzi calcolati e le espressioni del viso dei personaggi dicono molto più dei dialoghi. Amina scopre che Maria è incinta e per questo è stata espulsa [...] Vai alla recensione »

martedì 13 luglio 2021
Ilaria Feole
Film TV

Amina vende cesti per le strade di N'Djamena, capitale del Ciad; madre single, quindi ripudiata dalla famiglia e malvista dalla società patriarcale islamica, è disposta a tutto pur di evitare un simile destino alla figlia quindicenne, incinta e decisa ad abortire nonostante la legge lo vieti. Haroun, già premiato a Cannes per Un homme qui crie, confeziona un dramma asciutto, fatto di quadri dalla composizio [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 luglio 2021
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Nella periferia della capitale del Ciad, la giovane figlia di Amina resta incinta. Maria vorrebbe abortire, ma le leggi del suo Paese lo vietano. Il tema è importante, la vicenda decisamente politica, il pauperismo e la povertà danno quel tocco che piace ai caritatevoli occidentali, specie ai festival, ma qui il film davvero è insalvabile: modesta sceneggiatura, debole la drammaturgia, evanescente [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 luglio 2021
Andrea Chimento
Il Sole-24 Ore

In concorso ha invece trovato spazio «Lingui», nuovo film del regista ciadiano Mahamat-Saleh Haroun. Al centro della trama c'è Amina, che vive da sola con la sua unica figlia quindicenne, Maria. L'esistenza già difficile delle due donne si complica ulteriormente quando la ragazza rimane incinta: Maria, però, non vuole questa gravidanza e in un paese in cui l'aborto non è solo condannato dalla religione, [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 luglio 2021
Valerio Sammarco
La Rivista del Cinematografo

Nella periferia di N'djamena, capitale del Ciad, Amina (Achouackh Abakar Souleymane) scuoia i copertoni per ricavare materiale con cui costruire cestini da rivendere. È una mamma single, espulsa dalla scuola quando, a suo tempo, rimase incinta, e ripudiata dalla famiglia. Ora vive con la figlia, la quindicenne Maria (Rihane Khalil Alio). Che però da qualche giorno è cambiata, non le rivolge la parola, [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
giovedì 24 marzo 2022
 

In Concorso al Festival di Cannes, un ritratto sociale e politico del Ciad contemporaneo. Dal 14 aprile al cinema. Guarda il trailer »

NEWS
lunedì 14 marzo 2022
 

Un'adolescente rimane incinta ma, pur non desiderando la gravidanza, nel suo paese è illegale l'aborto. Vai all'articolo »

TORINO FILM FESTIVAL
lunedì 29 novembre 2021
Marzia Gandolfi

Temi forti restituiti con sincerità e impegno. Presentato al 39TFF e da giovedì 14 aprile al cinema. Vai all'articolo »

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