Una madre, una figlia

Lingui, o la rivolta "nascosta" delle donne africane

Periferia di N'Djamena, capitale del Ciad, uno dei paesi più poveri dell'Africa centrale e del mondo, diviso tra un centro-nord desertico e un sud che grazie al lago omonimo ospita una più fertile savana. Qui, in una sorta di mix di questi elementi climatici, e in uno stato di orgogliosa ma forte indigenza, Amina, protagonista di Una madre, una figlia di Mahamat-Saleh Haroun, alleva la figlia adolescente Maria: lo fa da sola, perché da anni sta pagando uno sfortunato incontro di gioventù (un uomo che l'ha messa incinta per poi abbandonarla) e con quello l'inesorabile disonore sociale che l'ha da subito bollata - espulsa dalla scuola, ripudiata dalla famiglia - spingendola ai margini della società. [...]

di Gabriele Porro, articolo completo (7652 caratteri spazi inclusi) su Cult Week 14 aprile 2022