Anno | 2021 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Matteo Botrugno, Daniele Coluccini |
Uscita | lunedì 10 gennaio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Kimerafilm |
MYmonetro | 3,57 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 dicembre 2021
Luciana ormai ultranovantenne racconta la sua esperienza di abusi e la tragica deportazione nei campi di concetramento. In Italia al Box Office C'è un soffio di vita soltanto ha incassato 10,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Lucy ha 96 anni e vive da sola, difendendo fieramente la sua indipendenza. Un tempo si chiamava Luciano, oggi invece è la trans più anziana d'Italia. Ai primi del 2020 Lucy ha ricevuto una lettera da Dachau: un invito alle celebrazioni per il 75esimo anniversario della liberazione dal campo di concentramento tedesco, dove è stata imprigionata in quanto "disertore dell'esercito tedesco", ma forse anche perché, come dice lei, era "un intruglio" scomodo per l'ideologia di purezza della razza nazista. Sarebbe la quarta volta che Lucy torna a Dachau, ma i forni crematori, quelli dove era costretta a trasportare i cadaveri ("alcuni ancora in vita"), non vuole più rivederli. Ma prima che possa partire per una quarta visita arriva la pandemia, che accresce la sua solitudine domestica.
Dopo Et in terra pax e Il contagio, Matteo Botrugno e Daniele Coluccini affrontano il documentario puro con C'è un soffio di vita soltanto ed entrano nella casa e nell'esistenza di una persona che più che sopravvissuta è testimone del tempo.
Il suo, ma anche quello di un'Italia attraversata dal pregiudizio, dagli abusi di preti pedofili, dal commercio sessuale, dalla morte delle persone care. Intorno a lei ruota una piccola corte di amici, vicine, assistenti e profughi che le fanno compagnia e la aiutano nelle necessità cui non può più provvedere da sola. Un cordone umanitario al cui centro giganteggia una trans che tracima umanità ed empatia per la sua "famiglia del cuore". I registi, che hanno girato il documentario in piena pandemia, la raccontano nei suoi gesti quotidiani, nella sua fatica di vivere, nelle sue paure e i suoi incubi ancora ambientati nel campo di concentramento Lucy è un'aliena che ritiene non valga più la pena di rimanere su questo pianeta e pensa che sia meglio andare su uno di quelli che ha visto in televisione o in VHS.
In un'epoca in cui i giovani si avvicinano all'idea della fluidità di genere Lucy incarna la determinazione ad essere se stessa ad ogni costo, rivendica la sua diversità con le sue scelte di vita, si impone di superare gli abusi e i gesti di discriminazione subìti. E ne ha seppelliti tanti: corpi ridotti a scheletri, ma anche aguzzini che non sono arrivati alla sua veneranda età. Davvero, come dice una donna di origine africana che viene ad assisterla, sembra possibile che il destino l'abbia scelta come portavoce di un'irriducibilità capace di sconfiggere il tempo e la barbarie dal volto umano.
Ci sono tre momenti in cui la commozione risulta insostenibile. Il ricordo sfocia in lacrime trattenute, in un nodo alla gola che libera lo sconforto, l'orrore: il primo è l'incapacità di sostare davanti ai forni crematori in cui da giovane la protagonista era costretta, internata nel lager di Dachau, a gettare i corpi dei prigionieri morti (e a volte ancora debolmente in vita); la seconda quando da [...] Vai alla recensione »
Dachau come Auschwitz, i famigerati Konzentrationslager (KZ), sono nomi che evocano uno dei momenti storici più drammatici della storia recente, luoghi dove la memoria dell'atrocità assoluta si è sedimentata nell'immaginario collettivo di chi predica (ancora) il valore sempiterno dell'umanità e dei suoi diritti. Sui campi di concentramento sono stati fatti tanti film - parecchi, la maggioranza, forse [...] Vai alla recensione »
Non è certamente un ritratto idealizzato, né molto connotato ideologicamente, quello della storica, in molti sensi, trans bolognese Luciano/poi Lucy Salani, opera di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini nel film-intervista C'è un soffio di vita soltanto, che hanno scritto, diretto, prodotto e musicato. Ha la sostanza del documentario ma un passo assai più immediato, ricco com'è dell'esuberante umanità [...] Vai alla recensione »
Nato Luciano, rinato Lucy («ma perché non potevo tenere il mio nome?»), compagno mussulmano, amici e solitudine, la prima trans operata d'Italia a 96 anni guida ancora la macchina, ricorda gli abusi di un sacerdote, la prostituzione nel dopoguerra. Invincibile fino all'operazione, tiene tra le mani incerte la lettera di invito per i 75 anni dalla chiusura di Dachau, dove fu imprigionata e scampata [...] Vai alla recensione »
Lucy ha 96 anni ed è la più vecchia transessuale italiana. E già basterebbe per rendere la sua vita speciale. Non fosse che Luciano Salani, questo il nome di battesimo, è anche sopravvissuta al campo di concentramento di Dachau, dove era finita dopo la grazia concessa da Kesserling. I lavori forzati per evitare la fucilazione. C'è un soffio di vita soltanto risale nel tempo, lavora nel ricordo, sulla [...] Vai alla recensione »
«Dio non c'è, siamo solo animali sulla terra». Si può partire anche da qui, dalla fine di un film che si apre a una riflessione sulla fine del mondo, della Storia, della vita. C'è un soffio di vita soltanto, lo ripete per sicurezza anche il titolo di questa nuova avventura dietro la camera per Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, che a distanza di quattro anni da Il contagio tornano alla regia con [...] Vai alla recensione »
Il corpo di Lucy, novantaseienne nata uomo da genitori emiliani, registrata all'anagrafe di un paesino del Piemonte come Luciano Salani, è un corpo fermo nonostante l'età, così come fermissimo è il suo spirito, entrambi ancora vigili e pronti a rispondere con forza e lucidità alle sollecitazioni del mondo circostante, anche se quel mondo è il più delle volte vissuto per procura attraverso amici e aiutanti. [...] Vai alla recensione »