Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Alberto Sironi, Luca Zingaretti |
Attori | Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Rosario Lisma, Angelo Russo Luciano Scarpa, Roberta Giarrusso, Federica De Benedittis, Katia Greco, Giovanni Guardiano, Davide Lo Verde. |
Uscita | lunedì 24 febbraio 2020 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Nexo Digital |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,17 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 febbraio 2020
Il brutale omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un corridoio dell'archivio comunale, non può lasciare indifferente Montalbano. In Italia al Box Office Il Commissario Montalbano - Salvo amato, Livia mia ha incassato 86 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Agata, una giovane archivista, viene trovata morta a Vigata, uccisa da innumerevoli colpi alla testa con un oggetto contundente. Agata è figlia della parrucchiera di Livia, e l'eterna compagna del commissario Montalbano ne era diventata amica quando la giovane archivista si era trasferita a Genova per lavoro. Dunque Livia torna a Vigata per abbracciare i genitori della defunta, e Salvo avvia un'indagine che si rivelerà molto complessa e svelerà i segreti più nascosti di alcuni abitanti del paese.
Questa volta gli storici sceneggiatori della saga di Montalbano - Francesco Bruni, Salvatore De Mola e Leonardo Marini - hanno lavorato con un Andrea Camilleri già in cattiva salute, e portano sul piccolo, e per la prima volta anche grande, schermo due testi incrociati - il racconto epistolare "Salvo amato, Livia cara" che dà il titolo all'episodio e il racconto "Il vecchio ladro" - senza la presenza di Camilleri, deceduto nell'estate del 2019.
Alla scomparsa del regista Alberto Sironi, che ha firmato tutti i precedenti episodi della saga, Luca Zingaretti è anche subentrato dietro la cinepresa.
Lo sforzo è evidentemente quello di mantenersi fedeli a una formula e un'estetica consolidate, nel rispetto di chi non c'è più ma anche di un pubblico affezionato a un microcosmo immaginario dalle regole ben codificate. La sceneggiatura si mantiene all'altezza, incrociando diversi piani narrativi e almeno tre sottotrame che, come consuetudine, confluiscono in un'unica vicenda sfaccettata.
L'appunto, in termini di narrazione, è semmai nell'aver mostrato l'integerrimo commissario compiere un paio di atti di "abuso di potere" che fanno certamente parte delle complessità umane così ben raccontate da Camilleri, ma visti i casi di cronaca di illegittima detenzione e di gestione "leggera" delle refurtive da parte delle forze dell'ordine, forse andavano almeno simbolicamente (e simpaticamente) stigmatizzati.
La recitazione degli attori è come sempre ben rodata e i siparietti fra i soliti noti sono spassosi e gratificanti per i fan della serie. Quel che lascia meno entusiasti è la regia, che nello sforzo di mantenersi aderente al modello Sironi risulta un po' piatta, ad eccezione di qualche dettaglio, come la spider rossa di un gaudente locale accanto alla Tipo scura da travet del commissario. E nel finale, senza voler svelare troppo, manca un tentativo di fuga del tutto possibile, per come è inquadrata la scena.
Ma l'insieme, come direbbe Fazio, è "bastevole" a soddisfare le esigenze di un pubblico abituato a riunirsi per celebrare il rito della visione comune di un classico contemporaneo. Anche le tematiche più delicate, che pure compaiono nel corso della trama, sono sfumate (per non dire edulcorate) in nome della messa in onda durante la prima serata della rete ammiraglia. E Vigata continua a sembrare il centro del mondo in cui succede proprio di tutto, anche se per arrivarci tocca ancora prendere la corriera.
Male non mi ha fatto immergermi anche sul grande schermo nell'aria calda di questa Sicilia morbosa, colpevole, barocca. Atmosfera che ormai troviamo connaturata, il genio affabulatore di Camilleri ce l'ha resa attuale e familiare. Eppure viene da lontano. Ambientazione, ghigni e demenze, inganni e ipocrisie, rispetto per niente e per nessuno, gioco delle apparenze illusorie ci portano a Pirandello [...] Vai alla recensione »
Montalbano indaga sulla tragica morte di una ragazza 27enne "archiviata" (Catarella dixit). La ragazza, Agata, è stata infatti ritrovata barbaramente uccisa a colpi di martello all'interno dell'ufficio dell'archivio comunale. Parallelamente, il commissario è alle prese con Pasquale, ladruncolo impegnato in un misterioso furto in un villino.
Torna Montalbano e tornano le sue indagini. Torna Livia, l'eterna fidanzata, tornano Fazio, sempre preciso nel suo lavoro, Mimì, affidabile collega di lavoro, Catarella, che ancora non ha imparato ad aprire una porta e forse non lo capirà mai (ma va bene così). Torna un gruppo di attori che é un piacere vedere, che sono bravi a tenerci incollati alle loro indagini dall'in [...] Vai alla recensione »