Titolo originale | Ni De Lian |
Anno | 2018 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Taiwan |
Durata | 76 minuti |
Regia di | Tsai Ming-liang |
Attori | Lee Kang-Sheng . |
Uscita | sabato 12 gennaio 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Fondazione Cineteca Italiana |
MYmonetro | 3,22 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento sabato 26 gennaio 2019
CONSIGLIATO SÌ
|
In concorso l'ultima volta a Venezia con Stray Dogs (2013, Gran premio della Giuria) ma idolo dei cinefili in Laguna già dal folgorante Vive l'amour (Leone d'oro nel '94) Tsai Ming-Liang torna alla Mostra Fuori concorso con uno studio sulla straordinaria, infinita espressività e fotogenia del volto umano. Dodici persone di Taipei, uomini e donne, per lo più anziane, sono riprese in primo piano, sedute in un interno. Lo sfondo alle loro spalle è scuro, indefinito, per non distrarre chi guarda da ogni singolo dettaglio del viso inquadrato. Sono ripresi a macchina fissa, senza stacchi, in un digitale dalla definizione quasi iperrealista e in assenza di commento sonoro. Unica eccezione (precedente assoluto per il regista), la punteggiatura di Ryuichi Sakamoto, che più che un soundtrack è un ricamo, di accenti, tocchi d'arco essenziali, quasi ipnotici.
In risposta al desiderio di tornare a fare un film di primi piani, dopo l'ultimo esperimento di VR (The Deserter), il regista ha cercato e trovato i suoi volti per strada in due mesi e li ha illuminati «con un'attenzione extra». Ne risulta un oggetto affascinante, né documentario né film di finzione, tra installazione di videoarte e esperimento pittorico. Ogni volto gode di una luce rivelatrice di ogni minimo dettaglio, dei segni peculiari che ne testimoniano il vissuto, la stratificazione del tempo e delle emozioni, il senso dell'operazione è tutto in quest'epifania apparentemente scontata ma in realtà deflagrante.
C'è chi tra loro resta in silenzio imbarazzato e non riesce a guardare in macchina, chi risponde alle domande del regista sulla propria vita intima, chi pratica esercizi di mantenimento dei muscoli facciali, chi addirittura, non subendo la seduzione del cinema, si assopisce. Spesso la risposta all'obiettivo puntato è una risata liberatoria. Una luce studiata evidenzia ogni singolo particolare di questi paesaggi somatici e le loro reazioni alla macchina da presa, in una sorta di test di "resistenza al" e "collaborazione con" il mezzo, in un continuo oscillare tra la sua percezione e la sua dimenticanza. L'unico riconoscibile (più che altro per gli habitués del cinema da festival) tra i partecipanti a questa sfilata di micro sussulti emozionali, tic, geografie epidermiche tutt'altro che superficiali è Lee Khang-Sheng, l'attore con i lineamenti e il sorriso da bambino che accompagna il regista da sempre. L'ennesima, affascinante riflessione dell'autore di Il fiume,The Hole e Che ora è laggiù? sul vedere, campo e fuori campo, attenzione e intenzione di chi guarda e chi è guardato.