Titolo originale | Soleil battant |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Portogallo |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Clara Laperrousaz, Laura Laperrousaz |
Attori | Ana Girardot, Clément Roussier, Océane Le Caoussin, Margaux Le Caoussin Teresa Madruga, Paulo Calatré, Agathe Bonitzer, Silvéria Aleixo, Hugo Pedro (II), Hugo Pedro Pires, Dino Estrelinha, Hugo Mira Godinho, Beatriz Silva Sousa, Tomás Silva Sousa, António Abreu, Paulo Silva, Carlos Branco, Ricardo Pepe. |
Tag | Da vedere 2017 |
MYmonetro | 3,33 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 dicembre 2017
Gabriel e Iris vanno in vacanza in Portogallo con le figlie. Ma qualcosa del loro passato torna a galla.
CONSIGLIATO SÌ
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Gabriel, medico, e Iris sono una giovane e bella coppia che ha due altrettanto belle gemelle (Emma e Zoé). La famiglia si è recata, dopo molti anni, nuovamente in Portogallo per le vacanze estive. Il motivo dell'assenza non emerge subito: la primogenita Lila, affidata allo zio (cognato di Iris) era annegata in una piscina. Ritornare in quei luoghi riapre ferite impossibili da rimarginare e finisce con il coinvolgere le due sorelline.
Paulo Branco produce un film che si diversifica da molte altre sue produzioni che uniscono la cupezza della vicenda ad un'altrettanto plumbea contestualizzazione ambientale.
Questa storia, come annuncia il titolo, si svolge tutta in pieno sole sfruttando la bellezza paesaggistica del Portogallo. Diciamo subito che fa piacere leggere nei titoli di coda che le due piccole (e straordinariamente efficaci) protagoniste sono state seguite da ben due psicologi nel corso delle riprese. Perché la tematica sviluppata, per la parte che grava sulle loro spalle, non è di poco conto.
Le sorelle Laperrousaz non sono gemelle (anche se si somigliano moltissimo) e hanno attinto, almeno in parte, a materiale autobiografico che hanno saputo trasformare in un'acuta indagine psicologica. Il loro lavoro con i due attori che interpretano i genitori rivela una grande capacità di direzione in due registe alla loro opera prima. In loro la perdita della figlia rimane oggetto di recriminazione e di dolore intimo anche se ci vengono a più riprese forniti elementi di un rapporto di coppia in cui non manca il reciproco scambio di attenzioni.
Ma è sulle bambine, in particolare su Emma che è la prima a venire a conoscenza dell'esistenza della sorella premorta, che si focalizzano molteplici problematiche che vengono sempre trattate tenendo a debita distanza il rischio dell'adultismo che inficia le sceneggiature di chi crede di conoscere le dinamiche psicologiche dei bambini mentre di fatto le ignora. Sui loro volti e nelle loro parole affiorano tutti i dubbi e le domande che non possono non porsi, a partire da quella che esplicita Emma: "Mi hai fatto nascere per sostituirla?".
La tensione, in questo dramma psicologico, è garantita non solo dal conflitto ancora aperto tra Gabriel e la famiglia della cognata ma anche dalla consapevolezza, che travalica lo specifico di questa vicenda, della responsabilità che i genitori e gli adulti in genere hanno nei confronti dei minori, specie se ancora nella prima infanzia. Saper proteggere dai pericoli senza diventare produttori di ansia è un'arte che va imparata.