Chiamami col tuo nome

Considerata la semiconfessione finale del padre e quella ostentata apertura/entusiasmo/incoraggiamento che sembra trasparire dal suo atteggiamento nei confronti dell'avvicinamento tra Elio e Oliver la tua ipotesi non è affatto peregrina, certo però che la storia assumerebbe contorni inquietanti, una specie di strumentalizzazione di Elio o quanto meno un voler proiettare su di lui rimpianti personali, ma se così fosse tutto assumerebbe un'altra luce, mettendo persino in secondo piano la relazione tra Elio e Oliver. Insomma... la storia d'amore in se' non è (almeno per me) travolgente, in compenso gli elementi di contorno non sono chiarissimi. Grazie per il commento, ciao

Il monologo del padre non è una "confessione" di latente gayezza (ma quanto siete banali nelle vostre letture) ma la confessione di non aver saputo vivere appieno la passione per paura della sofferenza.

E invece cosa ci fornirebbe la certezza che si tratti di una rimpianta passione "etero"? Se così fosse per quale motivo non avrebbe dovuto viverla? Diciamo che quel punto è piuttosto vago e la relativa lettura non è necessariamente univoca. Rimane il fatto che il monologo del padre è un momento di sicura presa sul pubblico ma se ascoltato con attenzione palesa la sua natura estremamente premeditata, forse nel romanzo funziona meglio ma nel film sembra scritto apposta per essere recitato al momento giusto e conquistare tutti.