astromelia
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giovedì 27 aprile 2017
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fede,domande senza risposta
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sebbene cristiana non praticante e quindi probabile scettica di fronte a questo film ho dovuto reclinare il capo sui dubbi che avevo su di esso,durante la visione lo spettatore si interroga come i protagonisti,sui misteri della fede e non solo,credo che il film sia riuscito proprio nell'intento di coinvolgere emotivamente lo spettatore,non ho trovato mai una frase in più o una caduta di stile se non nella titubanza morale del gesuita di fronte agli orrori,ciò che i ferventi chiedevano al loro dio allora lo chiedono anche adesso,c'è bisogno di risposte,che talvolta vengono supplite dal silenzio....grande film mi immagino il libro sia anche migliore,ma non capisco perchè questo film veramente tale non sia stato scelto come miglior film agli oscar al posto
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sebbene cristiana non praticante e quindi probabile scettica di fronte a questo film ho dovuto reclinare il capo sui dubbi che avevo su di esso,durante la visione lo spettatore si interroga come i protagonisti,sui misteri della fede e non solo,credo che il film sia riuscito proprio nell'intento di coinvolgere emotivamente lo spettatore,non ho trovato mai una frase in più o una caduta di stile se non nella titubanza morale del gesuita di fronte agli orrori,ciò che i ferventi chiedevano al loro dio allora lo chiedono anche adesso,c'è bisogno di risposte,che talvolta vengono supplite dal silenzio....grande film mi immagino il libro sia anche migliore,ma non capisco perchè questo film veramente tale non sia stato scelto come miglior film agli oscar al posto di altri candidati assolutamente privi di mordente,evidentemente non è stato visto come si dovrebbe,scorsese si riconferma,attori all'altezza,fotografia e ambientazione magnifica 4 stelle e mezzo
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ghigs2000
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martedì 11 luglio 2017
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una storia molto intensa e carica di fede
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Siamo nel 1600 e nel Giappone si sta sempre di più diffondendo il cristianesimo. Purtroppo questa religione per le autorità viene vista come un pericolo e una minaccia , per questo hanno creato un inquisizione con l’obiettivo di torturare tutti preti ed i fedeli al fine di togliere definitivamente questa piaga dal loro territorio. Due giovani preti decidono di andare in questo ostile territorio alla ricerca del loro padre spirituale di cui girano delle strane voci che parlano di una sua eventuale perdita di fede . Naturalmente , una volta arrivati in Giappone , scoprono un territorio bellissimo un attaccamento alla fede cristiana ma purtroppo anche tanta sofferenza. Nel cast Liam Neeson e Andrew Garfield sono i due nomi principali e più conosciuti insieme alla regia un Martin Scorsese veramente in piena forma e che riesce a riprodurre le bellezze del Giappone e soprattutto le sofferenze dei praticanti cattolici di fronte alle torture dei giapponesi .
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Siamo nel 1600 e nel Giappone si sta sempre di più diffondendo il cristianesimo. Purtroppo questa religione per le autorità viene vista come un pericolo e una minaccia , per questo hanno creato un inquisizione con l’obiettivo di torturare tutti preti ed i fedeli al fine di togliere definitivamente questa piaga dal loro territorio. Due giovani preti decidono di andare in questo ostile territorio alla ricerca del loro padre spirituale di cui girano delle strane voci che parlano di una sua eventuale perdita di fede . Naturalmente , una volta arrivati in Giappone , scoprono un territorio bellissimo un attaccamento alla fede cristiana ma purtroppo anche tanta sofferenza. Nel cast Liam Neeson e Andrew Garfield sono i due nomi principali e più conosciuti insieme alla regia un Martin Scorsese veramente in piena forma e che riesce a riprodurre le bellezze del Giappone e soprattutto le sofferenze dei praticanti cattolici di fronte alle torture dei giapponesi . Un film lungo 2 ore e mezzo di proiezione con alcuni momenti piatti ma intensivo e molto angosciante da un punto di vista emotivo. Tecnicamente il film è fatto bene ed anche la stessa fotografia è ben realizzata con colori cupi e un Giappone visto in un’ottica fangosa e povera . Come giudizio mi sento di dare un voto positivo a questa pellicola impegnativa che affronta una tematica per me assai sconosciuta e che molti libri di scuola non affrontano ma soprattutto di come la fede poteva veramente cambiare le politiche di una nazione . Da consigliare sicuramente gli amanti della storia , il film sicuramente saprà ripagare l’attenzione e lascerà nell’animo dello spettatore sicuramente una traccia malgrado il ritmo non allevato e la durata eccessiva. il voto finale è sicuramente sufficiente. ( https://wordpress.com/post/ghigsworld.wordpress.com/6569 )
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roberto
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mercoledì 19 settembre 2018
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noiosissimo
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Lentissimo, noiosissimo, senza un appiglio emotivo accattivante sincero. Sembra tutto artificioso, anche se i sapidi contenuti avrebbero avuto la possibilità di essere "vibranti", direi molto vibranti. I grandi attori americani non riescono ad essere convincenti: bravissimi solo quelli giapponesi. Fotografia senza spicco. Ho visto tutto, a fatica, fino alla fine, solo per curiosità personale, certamente non indotta dalla narrazione del film, che non è riuscito a toccare minimamente il mio spirito. Che peccato! Secondo me Scorsese stavolta ha fatto fiasco, e mi dispiace!
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onufrio
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giovedì 24 gennaio 2019
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questione di fede
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Giappone, 1633. Alla notizia che Padre Ferreira, in missione in Giappone per diffondere il cattolicesimo, si sia convertito, due giovani preti seguaci di Ferreira non credono alla notizia, decidono di partire per il Giappone alla ricerca dell'uomo. Inizia così un lungo e doloroso viaggio spirituale che metterà costantemente alla prova le certezza di Padre Rodrigues e Padre Garupe. Il rapporto di Scorsese con la fede venne già affrontato in altre suo opere come ad esempio "L'ultima tentazione di Cristo". Con questa pellicola il regista pone un'altra visione della religione, attuata in un mondo diverso da quello europeo, in quell'epoca infatti i giapponesi che si professano cristiani venivano perseguitati e torturati duramente per indurli alla conversione.
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Giappone, 1633. Alla notizia che Padre Ferreira, in missione in Giappone per diffondere il cattolicesimo, si sia convertito, due giovani preti seguaci di Ferreira non credono alla notizia, decidono di partire per il Giappone alla ricerca dell'uomo. Inizia così un lungo e doloroso viaggio spirituale che metterà costantemente alla prova le certezza di Padre Rodrigues e Padre Garupe. Il rapporto di Scorsese con la fede venne già affrontato in altre suo opere come ad esempio "L'ultima tentazione di Cristo". Con questa pellicola il regista pone un'altra visione della religione, attuata in un mondo diverso da quello europeo, in quell'epoca infatti i giapponesi che si professano cristiani venivano perseguitati e torturati duramente per indurli alla conversione.
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giulio andreetta
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domenica 19 luglio 2020
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capolavoro assoluto
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Ci troviamo indubbiamente di fronte ad un altro grande capolavoro di Martin Scorsese. Impossibile enumerare in modo sintetico tutti i pregi di questa pellicola, che contiene anche notevoli, profonde e raffinate considerazioni di carattere teologico ed etico. I dialoghi colpiscono per la loro intelligenza, e per l'acume con cui viene tratteggiata la testimonianza di vita del Vangelo. La vicenda è anch'essa concepita in modo originale e narra della spedizione di due preti missionari portoghesi in Giappone, alla ricerca di un altro padre, interpretato da Liam Neeson. In buona sostanza la pellicola descrive le persecuzioni che dovettero subire alcuni abitanti dei villaggi del Giappone a causa della fede cristiana.
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Ci troviamo indubbiamente di fronte ad un altro grande capolavoro di Martin Scorsese. Impossibile enumerare in modo sintetico tutti i pregi di questa pellicola, che contiene anche notevoli, profonde e raffinate considerazioni di carattere teologico ed etico. I dialoghi colpiscono per la loro intelligenza, e per l'acume con cui viene tratteggiata la testimonianza di vita del Vangelo. La vicenda è anch'essa concepita in modo originale e narra della spedizione di due preti missionari portoghesi in Giappone, alla ricerca di un altro padre, interpretato da Liam Neeson. In buona sostanza la pellicola descrive le persecuzioni che dovettero subire alcuni abitanti dei villaggi del Giappone a causa della fede cristiana. Le immagini dolorose e commoventi del martirio di questi innocenti riporta lo spettatore ad una continua e intuitiva comparazione con il racconto evangelico, con la Passione di Gesù. Come si sa Martin Scorsese è profondamente religioso, e lo testimonia la sua biografia, in quanto da giovane frequentò per un anno il seminario con l'intento di predere i voti per divenire prete. Oltre a questa pellicola, inoltre, si può menzionare, sempre per il tema religioso, il film del maestro intitolato L'ultima tentazione di Cristo. Scorsese interpreta il Vangelo a mio avviso in modo molto simile a Pasolini, come testimonianza di un anelito di amore nei confronti degli 'ultimi', degli emarginati. Insomma un film ricco di riflessioni, profondo, e che testimonia anche molto bene la personale visione poetica e di vita di Scorsese, ricca di pietas, solidarietà, e di condanna della violenza. La recitazione dei due giovani attori che interpretano i due preti (Andrew Garfield e Adam Driver) è credibile e ben diretta, come anche la prova di Liam Neeson. La figura del Grande Inquisitore è tratteggiata con sapienza da Issei Ogata. Per tutti questi elementi - non ultima una splendida fotografia che ritrare i villaggi del Giappone non meno che stupendi paesaggi costieri -, e per alcune frasi che si stampano nella memoria in modo indelebile, il film è da ritenersi un capolavoro.
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dandy
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sabato 6 febbraio 2021
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"e'' una semplice formalità"
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Dopo "L'ultima tentazione di Cristo" Scorsese torna dedicarsi a un progetto da lui fortemente sentito e voluto,covato per molti anni.Adattando fedelmente il romanzo "Silenzio" di Shushaku Endo(dal quale erano già stati tratti i film "Silenzio" del '71 e "Os Olbos da Asia" del '96,entrambi inediti da noi)il regista espone nuovamente i temi del sacrificio cristiano,dell'accettazione del proprio tragico destino e della consapevolezza tormentata di un destino di dolore sia tanto nel corpo quanto nello spirito,dal momento che qui l'estremo sacrificio non consiste nel martirio ma nell'apostasia.Un discorso indubbiamente potente e non di facile gestione,confezionato con impeccabile cura e suggestione visiva(di grande impatto le sequenze delle crocefissioni in mare e degli annegamenti che Garupe cerca invano di impedire)ma non sempre azzeccato nei momenti decisivi.
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Dopo "L'ultima tentazione di Cristo" Scorsese torna dedicarsi a un progetto da lui fortemente sentito e voluto,covato per molti anni.Adattando fedelmente il romanzo "Silenzio" di Shushaku Endo(dal quale erano già stati tratti i film "Silenzio" del '71 e "Os Olbos da Asia" del '96,entrambi inediti da noi)il regista espone nuovamente i temi del sacrificio cristiano,dell'accettazione del proprio tragico destino e della consapevolezza tormentata di un destino di dolore sia tanto nel corpo quanto nello spirito,dal momento che qui l'estremo sacrificio non consiste nel martirio ma nell'apostasia.Un discorso indubbiamente potente e non di facile gestione,confezionato con impeccabile cura e suggestione visiva(di grande impatto le sequenze delle crocefissioni in mare e degli annegamenti che Garupe cerca invano di impedire)ma non sempre azzeccato nei momenti decisivi.Lo scontro tra differenti culture e religioni è poco approfondito,limitato all'importanza di evitare sofferenze inutili(i dialoghi tra Rodriguez e l'inquisitore o il rinnegato Ferreira sulla "palude del Giappone")e la figura del protagonista assume una connotazione cristologica troppo forzata(che comprende l'immagine di Gesù in una pozzanghera e alla fine lo sente chiedere di caplestrare la sua immagine)così come quella di Kichijiro il ruolo di Giuda con i suoi continui tradimenti.Anche l'ultimissima sopresa su Rodriguez smorza l'impatto stesso del suo sacrificio spirituale.Prodotto tra gli altri da Vittorio Cecchi Gori e lo stesso Scorsese.Il regista Shinya Tsukamoto è Mokichi.
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felicity
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mercoledì 24 febbraio 2021
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film non immediato, di forte tensione ideologica
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Silence è un film veramente personale, la prova inconfutabile della tenuta del cinema di Scorsese, un cinema espressionista, estremo nei sentimenti e nella violenza, carico di religiosità, blasfemia, allucinazione, rigore, passione.
E' un film di pura precisione, di ragionato, inevitabile controllo. Non un esempio di ascetismo dell’immagine quanto, piuttosto, il risultato di un lungo lavoro di analisi e separazione della propria estetica; l’essenza del cinema di Scorsese, ciò che ne resta dopo anni di riflessioni più o meno esplicite sulla fede, la predestinazione, il legame fra umano e divino, l’appartenenza a un mondo e il dubbio sulla propria sopravvivenza al suo interno.
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Silence è un film veramente personale, la prova inconfutabile della tenuta del cinema di Scorsese, un cinema espressionista, estremo nei sentimenti e nella violenza, carico di religiosità, blasfemia, allucinazione, rigore, passione.
E' un film di pura precisione, di ragionato, inevitabile controllo. Non un esempio di ascetismo dell’immagine quanto, piuttosto, il risultato di un lungo lavoro di analisi e separazione della propria estetica; l’essenza del cinema di Scorsese, ciò che ne resta dopo anni di riflessioni più o meno esplicite sulla fede, la predestinazione, il legame fra umano e divino, l’appartenenza a un mondo e il dubbio sulla propria sopravvivenza al suo interno.
Silence è un film girato il più possibile in continuità, cioè facendo coincidere l’ordine delle riprese con l’ordine delle sequenze: questo potrebbe spiegarne la compattezza visiva e soprattutto emotiva, una voce uniforme che comprende senza soffocarli o annientarli anche i picchi drammatici del racconto.
La voce over aiuta le immagini ad ancorarsi alla materia di cui è fatto il film, a cogliere il senso imperscrutabile e misterioso di una storia di fede e violazione, rinuncia e paura.
Il tono piano e sconsolato delle voci degli interpreti fa pensare alle invocazioni tipiche del cinema di Malick: ma in Silence la parola non è preghiera; è testimonianza, a volte semplice resoconto.
In Silence c’è qualcosa che Scorsese non aveva mai affrontato in maniera così evidente e naturale: il rapporto fra il racconto, la sua origine e il suo andamento, e l’immagine di Cristo.
Scorsese mantiene un tono distaccato, algido, controllatissimo. Senza le solite carrellate, le classiche zenitali, le proverbiali gimcane della macchina da presa. Senza cercare mai la scorciatoia, l’empatia, lo spettacolo, senza prendere per mano lo spettatore (che si ritrova così nella medesima situazione del gesuita “abbandonato” dal Signore). Silence non è un film immediato. Va meditato. Visivamente è molto bello e molte scene hanno notevole qualità pittorica e potenza allegorica. D’altra parte i contributi tecnici di Rodrigo Prieto (fotografia), di Dante Ferretti e di Francesca Lo Schiavo (scenografia) non si discutono. Nulla da ridire nemmeno sul talento di Andrew Garfield e di Adam Driver o sulla maestria di Liam Neeson, ma mai come stavolta il peso dell’attore deve fare i conti con una messa in scena dall’ingegneria implacabile.
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cinefilorosso
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sabato 14 gennaio 2017
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un emozione visiva ed emotiva
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Il silenzio..il silenzio..è la parola chiave con la quale si apre l'ultimo lavoro del nostro caro martin scorsese,un quadro pittoresco,magico ma allo stesso tempo inquietante,che strappa il cuore dello spettatore mettendo subito in chiaro una cosa,il Giappone non vuole abbracciare la fede cristiana,il Giappone non si pone problemi a fare martiri i fedeli a dio,a torturarli e a giustiziarli nei modi più brutali e impensabili possibili.
Padre Ferreira ci ha provato a professare il cristianesimo,ma a quanto pare la "palude" giapponese nel quale è incappato lo ha costretto ad abiurare la sua fede,ed è per questo che padre rodriguez e padre Francisco garpez partono alla sua ricerca,nella speranza di poter far crescere delle radici in una terra che di radici non ne aveva.
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Il silenzio..il silenzio..è la parola chiave con la quale si apre l'ultimo lavoro del nostro caro martin scorsese,un quadro pittoresco,magico ma allo stesso tempo inquietante,che strappa il cuore dello spettatore mettendo subito in chiaro una cosa,il Giappone non vuole abbracciare la fede cristiana,il Giappone non si pone problemi a fare martiri i fedeli a dio,a torturarli e a giustiziarli nei modi più brutali e impensabili possibili.
Padre Ferreira ci ha provato a professare il cristianesimo,ma a quanto pare la "palude" giapponese nel quale è incappato lo ha costretto ad abiurare la sua fede,ed è per questo che padre rodriguez e padre Francisco garpez partono alla sua ricerca,nella speranza di poter far crescere delle radici in una terra che di radici non ne aveva.
Ma è sempre il silenzio a fare da padrone in questo film,il silenzio di una terra che non vuole rispondere alla fede in dio,il silenzio dei convertiti al cristianesimo,impotenti e giustiziati nei modi più barbari e impensabili,come fossero formiche,il silenzio di un dio che sembra non rispondere alle loro preghiere.
Scorsese ci trasporta per quasi tre ore,facendoci soffrire insieme ai convertiti cristiani,ci colpisce nel cuore,la totale assenza di musica frammessa a una scenografia e una fotografia semplicemente eccelse ed evocative rendono il film un quadro,un quadro che accoglie al suo interno lo spettatore,che non può fare a meno di interrogarsi su molteplici quesiti,entrando totalmente in simbiosi con la pellicola.
Qualche scena forse superflua all'interno del film che avrebbe potuto essere tagliata per rendere il tutto leggermente più scorrevole,ma non importa,perché la sceneggiatura è eccezionale,e le interpretazioni sono convincenti da parte di tutti i protagonisti,garfield in particolare,emoziona,pur non non riuscendo a spingersi "oltre" come forse avrebbe dovuto. bravissimo driver e magnifico neeson.
Scorsese realizza insomma una pellicola diversa dai lavori a cui ci aveva abituati,per ritmiche,concetti e a livello artistico,e riesce a farlo nel migliore dei modi,perché questo film,pur con qualche leggerissima imperfezione,è magnifico.
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(di corriorsowei65)
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domenica 15 gennaio 2017
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un film che tocca il nocciolo di un credente
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Come estirpare una religione, quella cristiana, che sta dilagando nell''intero Giappone? Gli inquisitori procedono per tentativi. Prima fanno fuori i contadini che si rifiutano di abiurare. Tra i poveracci infatti, la religione ha attecchito di più. Il cristianesimo ha maggior successo tra gli ultimi e i diseredati perché promette molto per il dopo morte. Ma uccidere questi derelitti non cambia niente: sono tanti, sono troppi e alla fine loro sono pure contenti di morire, perché la morte è migliore della loro misera condizione attuale. Allora il governo giapponese ci prova con i missionari, torturati fino all''abiura e uccisi se non rinnegano la propria fede. Ma un missionario morto è automaticamente un martire e quindi un santo da venerare.
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Come estirpare una religione, quella cristiana, che sta dilagando nell''intero Giappone? Gli inquisitori procedono per tentativi. Prima fanno fuori i contadini che si rifiutano di abiurare. Tra i poveracci infatti, la religione ha attecchito di più. Il cristianesimo ha maggior successo tra gli ultimi e i diseredati perché promette molto per il dopo morte. Ma uccidere questi derelitti non cambia niente: sono tanti, sono troppi e alla fine loro sono pure contenti di morire, perché la morte è migliore della loro misera condizione attuale. Allora il governo giapponese ci prova con i missionari, torturati fino all''abiura e uccisi se non rinnegano la propria fede. Ma un missionario morto è automaticamente un martire e quindi un santo da venerare. Quindi si rischia di incrementare il numero dei credenti invece di diminuirlo. Allora i giapponesi si sono inventati un qualcosa di più sofisticato e tremendo. E qui arrivano i nostri eroi, i due gesuiti di buone intenzioni e fermamente credenti che vogliono ritrovare il loro padre spirituale, che li ha educati alla fede e che, secondo voci, avrebbe abiurato il proprio credo. Fin qui la storia. Ma poi ci sono mille riflessioni da fare. Quando siamo usciti mio marito mi ha detto: E'' come l''Isis. Già ho pensato e detto subito. Ci sono persecuzioni, uccisioni di chi manifesta una fede diversa. Ma non è solo questo. Ragionandoci meglio ho capito cosa intendeva mio marito: "i cattivi" del film sono come l''Isis perchè il loro scopo non è solo di far fuori chi è cristiano, ma anche di farlo in maniera plateale, in modo che tutti si sentano responsabili della loro morte solo per il fatto di essere cristiani. Infine cos''è la fede? è un insieme di pratiche e simboli? è un qualcosa che tengo nascosto nel mio cuore? Devo fare proseliti? Fino a dove mi posso spingere per dimostrare la mia fede? Ha senso dimostrare la propria fede? Perchè Dio non risponde alle mie preghiere?
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domenica 15 gennaio 2017
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un film che sa di che cosa sta parlando
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Scorsese ha lavorato tanto a questo film e penso che si uscito un buon film. È esattamente l''esempio dell''obiettività: a me è piaciuto e a mio padre non molto. Inoltre la ricerca di Ferreira diventa solo uno sfondo per spiegare come venivano trattati i miscredenti e quindi, essendo un film molto complicato da realizzare, Scorsese si rivela ancora un gran maestro. Do 4 soprattutto alla regia.
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