Titolo originale | Maikäfer Flieg |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Austria |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Mirjam Unger |
Attori | Zita Gaier, Ursula Strauss, Gerald Votava, Paula Brunner, Krista Stadler Hilde Dalik, Konstantin Khabenskiy, Lissy Pernthaler, Philip Mur, Peter Schorn, Heinz Marecek, Bettina Mittendorfer, Lino Gaier, Denis Burgazliev, Ivan Shvedoff, Markus Schwärzer, Lana-Mae Lopicic, Alexander Jagsch, Anita Zieher, Eugen Knecht, Yevgeni Sitokhin, Sandy Lopicic, Vladimir Bornaru, David Oberkogler, Mikhail Barabanov, Nora Pider. |
Uscita | martedì 13 dicembre 2016 |
Distribuzione | Wanted |
MYmonetro | 2,82 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 7 novembre 2017
Vienna 1945: la polveriera della Guerra e l'occupazione dell'Armata Rossa osservati dallo sguardo innocente di Christine, una bambina di nove anni.
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CONSIGLIATO SÌ
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Vienna 1945. Christine ha nove anni e insieme alla sorella più grande e alla madre trova rifugio dalle bombe nella villa di campagna dove sua madre prestava servizio in tempo di pace. In breve, la raggiungono il padre, ferito e disertore, e la proprietaria di casa con il figlio Gerald, dell'età di Christine. Trovare da mangiare e restare in vita è tutto ciò che conta, specie per gli adulti. Ma Christine è una bambina, coraggiosa e ribelle, e ciò a cui aspira di più è un amico. Lo troverà nel soldato russo Cohn, che prende alloggio nel gazebo della villa quando l'armata rossa fa di essa il suo quartier generale.
Cohn è diverso dagli altri russi: non si ubriaca tutto il tempo, non porta armi addosso, non sembra fatto per la guerra. Eppure è la guerra che l'ha portato in Austria e Christine quasi non vorrebbe che finisse, perché la fine della guerra porterebbe con sé anche la loro separazione. È in questo ribaltamento di prospettiva, ad opera di una ragazzina arrabbiata, che prende senso La primavera di Christine, della regista austriaca Mirjam Unger. La storia è una storia di guerra, fatta di miseria, di paura, di orrore, come ogni storia di guerra, e in sé non avrebbe purtroppo nulla di speciale se non fosse per il ruolo della protagonista, che nella più terribile delle circostanze si trova a vivere la più bella delle età, e a trasformare ogni cosa in avventura.
Adattamento di "Fly away home", racconto autobiografico di Christine Nöstlingers, una delle più note, prolifiche e celebrate autrici di libri per ragazzi, il film della Unger, pur concedendo forse troppo spazio agli adulti, riesce per lo più a conservare il tono del tutto antisentimentale del memoir. Solo l'amore per il nonno e il piacere che la ragazzina trae dalla compagnia di Cohn traspaiono esplicitamente dalle parole di Christine, altrimenti la bambina non commenta mai i fatti, perché, non avendo memoria del periodo prebellico, non vive la guerra come qualcosa di straordinario. L'umorismo sotto traccia, ma a suo modo anche sfacciato, o almeno ribelle, del testo della Nöstlingers, passa di competenza della giovanissima attrice protagonista, Zita Gaier, che ha il piglio di (e una certa somiglianza con) Emma Watson del tempo in cui indossava per la prima volta i panni di Hermione, ma è meno saggia e più spavalda e tempestosa.
Il film di Mirjam Unger si attarda talvolta troppo a lungo nell'illustrazione del contesto drammatico, trascurando invece le potenzialità offerte dalla figura della bambina e dal suo punto di vista ribaltato rispetto alle aspettative e ai desideri del resto del gruppo. Un'immagine forte, in questo senso, e bella ed efficace, arriva alla fine del film, ma resta un caso isolato e tardivo. Efficace resta invece, come quasi sempre in questi casi, l'ossimoro che appaia l'infanzia e la guerra, termini che non dovrebbero incrociarsi (Christine lo dice chiaro e tondo: non ha fatto lei la guerra, non ha combattuto su nessuno dei due fronti, ne subisce le conseguenze pur non avendo alcuna responsabilità personale) ma che la Storia, imperterrita, non smette di costringere assieme.