La cosa bizzarra è che probabilmente Di Caprio vincerà il suo primo Oscar grazie a un'opera nella quale la sua recitazione è irrilevante, al netto dei grugniti che ha dispensato generosamente per tutta la durata del film e del largo abuso di trucco e parrucco. Poco male, dato il valore reale di questo riconoscimento. Lo riterrò un meritatissimo Oscar alla sua brillante carriera. Quanto al film, giuro che non voglio fare il fighetto controcorrente, ma a me è parso soltanto una involontaria "tarantinata". Con la differenza che Tarantino usa sangue & violenza con grande ironia, mentre Inarritu dà la sensazione di compiacersi esageratamente al cospetto di una sceneggiatura colma di frasi e situazioni largamente abusate, che dirige con medesima retorica. Il regista messicano sgomita da tempo per entrare in un olimpo che forse non gli compete, confezionando un cinema estremo che lascia soltanto tracce superficiali in uno spettatore che, come il sottoscritto, può essere al massimo colto da crisi di ansia. Ma se lo scopo è quello di mettere in scena la bestialità umana, continuo a preferire registi come Bergman e Fellini (e numerosi altri), che lo hanno fatto un po' più in profondità.
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maria63
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domenica 31 gennaio 2016
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ma che film hai visto?
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caro fabger ,temo tu abbia visto un altro film...Di Caprio è grande,ha una recitazione essenziale,difficile,e tutto il film è carico di simbolismi che evidentemente ti sono sfuggiti.un consiglio:rivedilo(o vedilo) con più attenzione,a partire dall'ultimo sguardo di Glass,nel finale del film,che cambia da velato dall'odio ad acuto e meravigliato dall'immensità del creato,per la prima volta.buona visione!
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d'accordo? |
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