The Martian, sul pianeta rosso con i piedi piantati per terra
di Federico Pontiggia Il Fatto Quotidiano
Se tenete il naso all'insù, la vera sorpresa non è che su Marte ci sia l'acqua o qualcosa di simile, bensì che Ridley Scott abbia azzeccato un film. Per di più, un film di fantascienza: The Martian, titolo preceduto in Italia da un risparmiabilissimo Sopravvissuto.
Da oggi nelle nostre sale, da domani negli Usa, ha sulle spalle un fardello non indifferente: sottrarre gli incassi alla dittatura dell'animazione, dei Minions, gli Inside Out e gli Hotel Transylvania 2 dei record transoceanici.
Dalla sua, The Martian funziona, nonostante almeno 20 minuti di troppo: o abbiamo perfezionato la diuresi o Hitchcock ("La durata del film dovrebbe essere proporzionata alla resistenza della vescica") è questo sconosciuto, ma come si fa a licenziare in sala 2 ore e 20 minuti?
Lo spettatore è atteso da una prova persino più dura di quella di Mark Watney (Matt Damon), creduto morto dai compagni astronauti e lasciato sul Pianeta Rosso per svariate centinaia di Sol (il giorno marziano, pari a 24 ore e 40 minuti): lui ha più di un mezzo di trasporto, noi solo le gambe da accavallare e le chiappe da spostare sulla poltroncina. [...]
di Federico Pontiggia, articolo completo (4266 caratteri spazi inclusi) su Il Fatto Quotidiano 1 ottobre 2015
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