Titolo originale | Rodinný film |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Repubblica ceca, Germania, Francia, Slovenia, Slovacchia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Olmo Omerzu |
Attori | Daniel Kadlec, Jenovefa Bokova, Karel Roden, Vanda Hybnerová, Eliska Krenková Martin Pechlát, Miroslav Sabadin, Vojtech Záveský, Jaroslav Plesl, Jana Krausová, Brigita Cmuntová, Markéta Hausnerová, Martin Janous, Libor Kovár, Anna Kratochvílová, Sára Märcová, Richard Müller (II), Stella Sevcíková, Juliana Silvie Slivonová, Petr Smíd, Monika Smídová, Petr Stach, Markéta Tannerová, Petr Uhlík, Jan Vasi, Dominik Vrba, Marta Vítu, Matous Záh. |
MYmonetro | 2,66 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 settembre 2015
CONSIGLIATO NÌ
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Una coppia va in barca a vela sull'oceano lasciando i due figli a casa. L'apparente disinteresse dei figli è sostituito dalla paura quando perdono i contatti con i genitori. Scopriranno che la barca si è capovolta e il loro cane è scomparso. Tornati a casa, i genitori scopriranno che uno dei figli ha bisogno di un trapianto di rene. Ma quando salterà fuori che il padre non è genitore biologico del ragazzo, nel momento di massima crisi familiare, vedremo il cane su un'isola deserta in cerca della sopravvivenza.
C'è dell'ambizione, in Family Film, diretto dallo sloveno Olmo Omerzu. Si tratta di uno di quei film in cui raccontare troppo della trama rischia di compromettere il piacere della visione. E nella fluidità del racconto risiede la qualità di Family Film. Diciamo solo che la premessa vede fratello e sorella adolescenti lasciati a casa da soli dai genitori partiti per una vacanza in barca nell'Oceano Indiano, assieme al cane Otto. Ne seguirà tutto quel che ci si può attendere - e molto di più, inclusa (sì, anticipiamolo!) un'avventura da naufrago sull'isola deserta per il cane Otto!
Gran parte del materiale maneggiato da Omerzu ha potenziale chiaramente melodrammatico, se non addirittura da soap opera, e a tratti ci si domanda perché il regista non spinga sul pedale dell'eccesso. In tal senso, è un peccato che il film non esplori la dimensione corrosiva, sferzante e persino grottesca di talune situazioni e snodi narrativi. Il realismo a mezzi toni di Omerzu, a conti fatti, funziona, anche nel suo stridente contrasto con l'epopea animale del cane Otto, ma proprio l'incongruità di quest'ultima componente del film dà allo spettatore l'apertura su percorsi più dissonanti e intriganti che non sono stati esplorati.