Titolo originale | De Palma |
Anno | 2015 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Noah Baumbach, Jake Paltrow |
Attori | Brian De Palma . |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 18 aprile 2016
I registi Jake Paltrow e Noah Bambach incontrano Brian De Palma e lo riprendono mentre affronta uno per uno tutti film della sua filmografia Al Box Office Usa De Palma ha incassato 81,4 mila dollari .
CONSIGLIATO NÌ
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C'è una semplicità disarmante alla base di De Palma, una struttura che ricalca quella dei saggi di cinema: il centro dell'attenzione del documentario, il regista del titolo, parla dei suoi film e quindi della sua carriera in ordine cronologico. Mentre racconta vediamo lo stesso De Palma alternato con immagini e spezzoni delle opere a cui sta facendo riferimento. Nè più nè meno.
Questo è il pregio e il grandissimo limite di un documentario che non ha nessuna intenzione di farsi studio sul cinema del regista di Omicidio in diretta, nè di farsi omaggio o ancora (sarebbe stato bello) filtrare l'opera di un autore così influente della generazione degli anni '60, attraverso gli occhi di emergenti come Baumbach e Paltrow. I due registi che in De Palma si trovano dietro la macchina da presa cercano di nascondere se stessi quanto più possibile e lasciare emergere la straordinaria personalità del loro soggetto, ma così facendo abbinano alla scomparsa fisica anche la scomparsa di un punto di vista.
Girato in quella che appare come un'unica grande sessione, De Palma monta insieme fatti e aneddoti, racconti divertenti e informazioni inedite, senza stupire mai per le sue associazioni. Ne esce così la personalità di Brian De Palma, uomo umile ma sincero, dotato di uno sguardo amaro sul proprio passato (quasi mai sembra realmente contento di quel che ha realizzato, troppo spesso se ne vergogna) ma anche scanzonato, così onesto da non tirarsi indietro di fronte alle critiche che ha da muovere al cinema odierno, agli attori che lo hanno fatto dannare e ai remake dei suoi film ma anche sufficientemente ragionevole da addossarsi tutte le colpe che crede di meritare.
Documento impossibile da odiare per qualsiasi amante del buon cinema, in De Palma davvero c'è solo De Palma, il suo spirito sembra guidare anche una conversazione che raramente esce dal seminato, dall'alternarsi, uno dopo l'altro, dei diversi film. Il pregio di questo approccio (se uno ce n'è) è che lascia emergere senza filtri la disillusione di questo autore verso il sistema e come consideri ogni suo lavoro principalmente un exploit commerciale riuscito o fallito. Il difetto è che raramente sembra di capire che il dialogo si sia spinto più in là o più in profondità nella scoperta di cosa ci sia dietro quelle opere o anche solo dietro l'idea di cinema di questo regista. Facile dire che Brian De Palma avrebbe meritato un trattamento più complesso, di certo era legittimo aspettarsi un approccio più complesso e meno superficiale da Baumbach e Paltrow, ma è anche vero che rimane l'amaro in bocca soprattutto perchè da un regista che dirige un documentario su un altro regista siamo abituati ad aspettarci una fusione o uno scontro di visioni, un confronto reale e non solo una piatta celebrazione.