Titolo internazionale | Lovehate |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Cristian Scardigno |
Attori | Francesca Ferrazzo, Michele Degirolamo, Chiara Petruzzelli, Raffaele Buranelli Piergiuseppe Francione, Gianluca Cammisa, Lorenzo Mangiapelo, Andrea Carpiceci, Andrea Gualano, Federica Orrù (II), Lorenzo Robino. |
Uscita | giovedì 9 ottobre 2014 |
Distribuzione | Underdog Film |
MYmonetro | 2,15 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 ottobre 2014
CONSIGLIATO NÌ
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L'apatia di due adolescenti schiacciati dal vuoto della provincia e dallo stile di vita di una famiglia borghese e spenta si trasforma in un gesto di follia, un'aggressione intenzionale, un omicidio voluto e studiato come alternativa al nulla. I protagonisti di questa performance del nonsenso sono Katia e Andrea, adolescenti e fidanzati stanchi e spenti, senza curiosità, senza stimoli, senza interessi. Fanno l'amore come fosse un obbligo, passano la notte chiusi nelle loro stanze di ragazzini perbene a chattare, a riempire la pagina di Facebook, a mandarsi messaggi su Whats App, compiendo automaticamente i gesti della ritualità dei social, ma senza contenuto, senza dire nulla. I genitori sono assenti, automi instupiditi dal tran tran, portatori di regole alle quali non sembrano più credere neanche loro. In questo contesto, in questo vuoto, parte la sfida d'amore, il gioco, come fosse la variante a una giornata ancor più noiosa. Uccidere la madre e il fratellino di lei. Una sfida...
Il film, opera prima di Cristian Scardigno, si ispira al delitto di Novi Ligure, compiuto dalla sedicenne Erika e dal fidanzatino diciasettenne Omar nel 2001. Un caso di cronaca che ha segnato l'immaginario dell'epoca, trasformandosi in evento mediatico. All'epoca il regista del film era anch'egli adolescente e questo "fattaccio" lo ha colpito fino al punto di volerne fare un film, anzi il suo esordio. Inutile dire che la materia è delicatissima, difficilissima, e che qualcuno avrebbe dovuto convincere il regista a stare attento perché il confronto con la cronaca nera, con l'immaginario mediatico, con il linguaggio televisivo, con la sociologia spicciola, con l'Italia della provincia... sarebbe stato fatale. Purtroppo il confronto è soverchiante e Scardigno non è riuscito né a domare questo "mostro" né a trasformarlo in qualcosa di diverso. La recitazione volutamente piatta diventa sciatta, la regia fatta di effetti diventa kitsch, la spinta thriller si spegne nella prevedibilità del suo stesso dispositivo. È un film immaturo che tratta con troppa sicurezza una materia che farebbe tremare i polsi a Gus Van Sant. Difficile capire quale sarà, e se c'è, un pubblico per questa opera. Quello suo più prossimo di solito rimane davanti al televisore.
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Arriva nelle sale l'opera prima di Cristian Scardigno che si ispira ai fatti accaduti a Novi Ligure nel 2001. "Amoreodio", esordio di Cristian Scardigno, è stato presentato per la prima volta al "Festival des Films du Monde de Montréal" nell’agosto 2013. Ad ottobre riceveva al Festival di Annecy il Premio per la migliore interpretazion [...] Vai alla recensione »
Il primo pensiero che ho avuto uscendo dalla sala al termine della proiezione di "Amoreodio" è stato: "E' un film fatto bene". Non credo sia stato facile per il regista Cristian Scardigno portare sul grande schermo un’opera prima ispirata al delitto di Novi Ligure. Non tanto perché è un fatto di cronaca nera che ha conservato intatta [...] Vai alla recensione »
Con questo film il regista Scardigno non ha voluto spettacolizzare i fatti di cronaca di Novi Ligure, ma ha liberamente preso spunto dalla storia per farci riflettere sul tema dell'adolescenza. Il messaggio trasferito è che le ultime generazioni sono sempre più sole e vivono in maniera completamente anaffettiva (come Erika) oppure ingenua (come Andrea).
Fare un film indipendente ispirato ad un caso di cronaca nera ("ispirato" nel senso che non riprende pedissequamente gli avvenimenti,ma si ispira soltanto,pur dichiarando la fonte d'ispirazione) è sempre difficile,soprattutto in Italia,dove nulla è perdonato.Ma così è sbagliato.Partiamo dal fatto che in un'ora e quaranta minuti di film,la maggior parte [...] Vai alla recensione »
Il ritmo, apparentemente "lento" (come è frequente nei film di autore) è adeguato al tema e alla ricerca di tensione e di inquietudine. La recitazione sembra convincente; la sceneggiatura, nella sua semplicità, non è mai banale; la fotografia e gli effetti rallentati sono piacevoli. Non credo che il regista intenda sviscerare le profondità dell'animo [...] Vai alla recensione »
Film prevedibile,triste come l'argomento che tenta di descrivere..Non un guizzo,un'idea per dare un minimo di identità ad un lavoro che documenta il niente e nel niente sfuma via,non appena i due giovani disgraziati protagonisti cedono davanti alle prime domande dei Carabinieri...
Con questo film Scardigno cerca di spiegare il disagio giovanile ed il rapporto difficile genitore/figlio che regna ormai nella società attuale...i silenzi, le liti in famiglia, le ribellioni, il voler evadere a tutti costi dalla monotonia della vita quotidiana, l'uso dei social network.. Il mezzo utilizzato è un fatto di cronoca ma è solo un mezzo.
ciò che viene raccontato in questa opera rispecchia esattamente il piattume e lo staticismo che c'è tra i giovani, soprattutto di nuova generazione, in questi piccoli paesi in cui non succede mai nulla, se così si può dire perchè infatti sarà proprio la noia e il non saper cosa fare quotidiano che spesso pur di dare un senso alla giornata, porta tanti ragazzi [...] Vai alla recensione »
Non ho visto il film e me ne dispiace. Il titolo mi affascinava. Troppo distante da dove vivo e orario scomodo. Solo in una sala in tutto il territorio. Che malinconia quando leggo che in alcune multisale che dovrebbero rilanciare il cinema proiettano lo stesso film in più sale. A tutto questo aggiungiamo i critici, si quelli che dovrebbero pilotare le nostre scelte ; cattivi spietati [...] Vai alla recensione »
Il film, opera prima del regista, accompagna lo spettatore nel mondo adolescenziale dandogli modo di percepire tutte le emotività che lo caratterizzano. Alcuni passaggi, come giustamente lo richiede il tema trattato, sono molto forti ma non si limitano al sensazionalismo. Gli attori principali, anche se non famosi, meritano un premio speciale per un'interpretazione coinvolgente.
L'apatica Katia, 17 anni, è fidanzata con il remissivo Andrea, senza disdegnare incontri con altri ragazzi. Intanto, litiga di sovente con i genitori, al punto di proporre al suo compagno una soluzione drastica: aiutarla ad uccidere tutta la famiglia. Il film è chiaramente ispirato alla vicenda di Novi Ligure e spiega, pur con taglio da fìction televisiva, i meccanismi che hanno portato a quella tragedia. [...] Vai alla recensione »