Magic Magic

Per le vacanze estive Alicia, una ragazza americana timida e introversa, raggiunge la cugina Sarah in Cile. Lasciata Santiago e imbarcata per un'isola del sud in compagnia dei bizzarri amici di Sarah, Alicia sembra turbata dalla comitiva e dalla natura che si esibisce rigogliosa intorno alla loro residenza. I giorni passano e Alicia fatica a socializzare, chiudendosi in un silenzio inspiegabile per chi come Sarah la conosce e la ama. Alienata e 'scottata' in seguito all'ipnosi praticata da Augustín, un ragazzo appassionato di fenomeni psicosomatici, fugge dalla sua camera nel cuore della notte lanciandosi in mare da uno scoglio. Illesa ma psicologicamente alterata, viene condotta da una sciamana mapuche e sottoposta a esorcismo.
Affetti & dispetti) e allontanandosi da Santiago alla maniera della sua protagonista, Sebastián Silva esplora la regione del lago Roca, realizzando un film indeciso tra horror e mistery. Precipitata nella dimensione onirica e allucinata del racconto paranoico, Alicia è assediata da un'angoscia senza nome, senza volto e senza corpo, frutto della proiezione di isolamento, frustrazione e follia. Magic Magic mantiene il dubbio sulla spiegazione soprannaturale destinata ad affermarsi e a 'uccidere' nel finale e in un dramma perturbante che affonda il Male nelle profondità della psiche e nella 'deriva' fisica e sociale. Con Magic Magic il regista cileno è alla ricerca angosciosa di senso dietro le apparenze. Una ricerca che coinvolge lo spettatore con la sua tensione minacciosa piuttosto che con effettive scene di violenza, che peraltro non sono contemplate.
Il culmine di questa interrogazione è eluso a vantaggio di un umorismo nero incarnato da un cast giovane e persuasivo che cortocircuita Emily Browning (Sleeping Beauty), Juno Temple (Killer Joe) e Michael Cera (Juno). Isolata dal mondo e immersa in un ambiente esotico, Alicia vive l'inquietudine di un'adolescenza appena finita e di un corpo appena maturo da esibire 'in faccia' al Brink di Michael Cera nel sopravvento della possessione. Perché Alicia sembra agita da una forza aliena e avulsa che tuttavia non vomita verde, non devasta il volto e non ruota la testa. Magic Magic è di fatto estraneo alla 'fenomenologia del demoniaco' e alle improvvise esplosioni de L'esorcista e prossimo all'atmosfera incerta e inquietante de L'inquilino del terzo piano. Nel modo di Roman Polanski, Silva mantiene l'indeterminatezza senza bisogno di argomentare o chiarire i passaggi. Magic Magic esibisce allora una vocazione psicologica, sottolineando la dissociazione della protagonista, che si crede vittima di un complotto amicale.
Nella relazione con gli ambienti e i suoi personaggi, Magic Magic opera poi un bel salto di qualità, 'sbarcando' i personaggi nella regione dei Mapuche, indiani del Cile che celebrano le forze della natura e praticano cerimonie per scacciare il male. Dimostrando di conoscere molto bene la realtà che filma, il regista evita ogni deriva esotica e struttura la storia su alcuni luoghi simbolici, la foresta, la scogliera, lo specchio d'acqua, che assumono un valore che oltrepassa il dato realistico ponendosi come corrispettivo esistenziale dell'Alicia di Emily Browning, ancora una volta bella, inquieta e addormentata. 