projack
|
venerdì 3 gennaio 2014
|
emozionante , sorprendente
|
|
|
|
Film da vedere assolutamente per gli amanti di questo genere, Il regista Cuaron ci da un modo diverso di vedere l'ignoto,rendendolo una cosa unica con il 3D , si riesce a percepire l'atmosfera dei protagonisti , trascinandoci e catapultandoci in un mondo tutto nuovo, privo di suoni ma rendendolo una cosa incredibile con la bravura degli attori
|
|
[+] lascia un commento a projack »
[ - ] lascia un commento a projack »
|
|
d'accordo? |
|
the lady on the hot tin roof
|
lunedì 13 gennaio 2014
|
sottopelle
|
|
|
|
Molto difficile rendere ad altri l'idea di un film come questo. Io l'ho visto con altre due persone e la reazione di tutti è stata molto forte: c'è chi durante i titoli di coda è stato immobile ed in silenzio, c'è chi è riuscito a proferire qualche esclamazione sbalordita e poi ci sono io, che mi sentivo fisicamente male, come avessi passato un'ora e mezzo - questa la durata, sia effettiva che nell'ambito della narrazione - insieme a Sandra Bullock, avendo sopportato prove fisiche al di là dell'umano. Forse è perché lo stile registico di Cuarón quasi supera l'estremo realismo proprio di un documentario, facendo sì che lo spettatore si senta in tutto e per tutto impotente e al contempo addentro alle vicende dei personaggi.
[+]
Molto difficile rendere ad altri l'idea di un film come questo. Io l'ho visto con altre due persone e la reazione di tutti è stata molto forte: c'è chi durante i titoli di coda è stato immobile ed in silenzio, c'è chi è riuscito a proferire qualche esclamazione sbalordita e poi ci sono io, che mi sentivo fisicamente male, come avessi passato un'ora e mezzo - questa la durata, sia effettiva che nell'ambito della narrazione - insieme a Sandra Bullock, avendo sopportato prove fisiche al di là dell'umano. Forse è perché lo stile registico di Cuarón quasi supera l'estremo realismo proprio di un documentario, facendo sì che lo spettatore si senta in tutto e per tutto impotente e al contempo addentro alle vicende dei personaggi. Ciò non significa tuttavia che questo film sia privo dei linguaggi propri del cinema, anzi! Che si tratti della fotografia o delle interpretazioni, degli effetti visivi o della sceneggiatura, questo film è un gioiello, non raffinato bensì straziante nella sua immediatezza. Uno degli aspetti più interessanti - sicuramente essenziale per la riuscita del film - è costituito dalla spiritualità sui generis che pervade tutta la trama: non voglio rivelare alcunché perché ve ne accorgerete man mano, dico solo che è questa peculiare dimensione che dona profondità alla storia e fa entrare il film sottopelle.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a the lady on the hot tin roof »
[ - ] lascia un commento a the lady on the hot tin roof »
|
|
d'accordo? |
|
radames50
|
giovedì 23 gennaio 2014
|
l'elettronica al servizio del "vuoto".
|
|
|
|
Probabilmente vincerà qualche statuetta (quanti capolavori non l'hanno vinta!), ma è un prodotto che riesce soltanto a mortificare lo splendido contributo del computer. Dopo lo stupore iniziale per le immagini, merito dell'elettronica e non certo del regista, la noia subentra implacabile e si spera, scena dopo scena, che tutto il lavoro non si risolva in un sofisticato screen saver. Attesa delusa. La pellicola procede senza mai offrire isolati lampi o impennate che la sollevino dalla mediocrità. Dialoghi e profili piatti ed inconsistenti, che avrebbero la pretesa di esprimere o di generare nello spettatore interrogativi e profonde riflessioni sulla vita, sull'universo esterno ed interiore e sulla morte.
[+]
Probabilmente vincerà qualche statuetta (quanti capolavori non l'hanno vinta!), ma è un prodotto che riesce soltanto a mortificare lo splendido contributo del computer. Dopo lo stupore iniziale per le immagini, merito dell'elettronica e non certo del regista, la noia subentra implacabile e si spera, scena dopo scena, che tutto il lavoro non si risolva in un sofisticato screen saver. Attesa delusa. La pellicola procede senza mai offrire isolati lampi o impennate che la sollevino dalla mediocrità. Dialoghi e profili piatti ed inconsistenti, che avrebbero la pretesa di esprimere o di generare nello spettatore interrogativi e profonde riflessioni sulla vita, sull'universo esterno ed interiore e sulla morte. Il soliloquio al saccarosio mielato della dottoressa, che parla alla figlia morta, è di una banalità irritante e da solo sarebbe sufficiente per il rimborso del biglietto. La partecipazione di due ottimi professionisti come Bullock e Clooney si rileva soltanto dalla locandina, giacché la sceneggiatura e l'architettura del film sottraggono all'attore lo scopo fondamentale della propria presenza: la recitazione. Se nelle tute spaziali ci fossero stati due sosia, nessuno se ne sarebbe accorto. Scomodare Kubrick o Tarkovskij per un pur impietoso accostamento sarebbe già stato un premio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a radames50 »
[ - ] lascia un commento a radames50 »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
domenica 26 gennaio 2014
|
quando in un film uno è poco e due sono troppi
|
|
|
|
Interessanti le riprese dallo spazio.
Di notevole effetto anche se troppo particolareggiato il primo tempo che si dilunga troppo e frena il proseguire della storia.
Inquietanti e eccessivamente catastrofiche certe inquadrature.
Non riesce a passare la sensazione di solitudine cosmica che vuole comunicare la protagonista neanche quando il suo compagno di missione si sgancia e la sollecita a "lasciarlo andare".
Lo stato d'animo della Bullok non è trasferibile surgelato come è nella navicella spaziale ghiacciata.
Il Clooney recita una parte che rimane completamente siggillata nella sua tuta.
La sua presenza non aggiunge niente al film come la sua assenza non ne costituisce una perdita.
[+]
Interessanti le riprese dallo spazio.
Di notevole effetto anche se troppo particolareggiato il primo tempo che si dilunga troppo e frena il proseguire della storia.
Inquietanti e eccessivamente catastrofiche certe inquadrature.
Non riesce a passare la sensazione di solitudine cosmica che vuole comunicare la protagonista neanche quando il suo compagno di missione si sgancia e la sollecita a "lasciarlo andare".
Lo stato d'animo della Bullok non è trasferibile surgelato come è nella navicella spaziale ghiacciata.
Il Clooney recita una parte che rimane completamente siggillata nella sua tuta.
La sua presenza non aggiunge niente al film come la sua assenza non ne costituisce una perdita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
the thin red line
|
martedì 25 febbraio 2014
|
il silenzioso spazio di cuaron
|
|
|
|
Ryan Stone e Matt Kowalsky (Bullock e Clooney) sono due astronauti addetti alla riparazione di una stazione orbitante. Tutto si svolge nella silenziosa tranquillità dello spazio quando una pioggia di meteoriti si abbatte su di loro uccidendo il resto dell'equipaggio ancora stipato nella navetta... Ryan e Matt si ritrovano cosi soli e abbandonati a se stessi e alle loro capacità galleggiando senza possibilità di controllo come marionette senza fili. Se fosse un incubo non sarebbe spaventoso come la realta' questa fantasia di Cuaron che ci ammalia di effetti speciali senza deludere la parte narrativa e dialogativa della storia. La sceneggiatura è leggera e innovativa anche se priva di grossi colpi di scena ma ciò non toglie al film il proprio fascino.
[+]
Ryan Stone e Matt Kowalsky (Bullock e Clooney) sono due astronauti addetti alla riparazione di una stazione orbitante. Tutto si svolge nella silenziosa tranquillità dello spazio quando una pioggia di meteoriti si abbatte su di loro uccidendo il resto dell'equipaggio ancora stipato nella navetta... Ryan e Matt si ritrovano cosi soli e abbandonati a se stessi e alle loro capacità galleggiando senza possibilità di controllo come marionette senza fili. Se fosse un incubo non sarebbe spaventoso come la realta' questa fantasia di Cuaron che ci ammalia di effetti speciali senza deludere la parte narrativa e dialogativa della storia. La sceneggiatura è leggera e innovativa anche se priva di grossi colpi di scena ma ciò non toglie al film il proprio fascino. La regia è perfetta e mai banale e merita tutti i riconoscimenti del caso. Ciò che più colpisce sono le riprese nitide quanto instabili come se lo stesso spettatore galleggiasse al fianco dei protagonisti rendendo la pellicola quasi ipnotizzante. Spettacolare la sequenza distruttiva priva di sonoro nella prima parte del film. Decisamente un'esperienza visiva intensa e viscerale che non annoia nemmeno per un attimo e non perde mai di ritmo in tutti i suoi 90 minuti. Gravity è senza dubbio un qualcosa di nuovo che ritengo difficilmente collocabile nel genere fantascienza tanto più per l'approfondimento psicologico dei due protagonisti che li rende molto più umani. Gli attori sono bravissimi (ma questo si sapeva) e rendono perfettamente l'idea dei pericoli dello spazio: mancanza d'aria, crisi di panico e assenza di gravità sono solo i più noti. In particolare decisamente intenso il ruolo di Clooney che interpreta magistralmente l'astronauta esperto e consapevole dei rischi di questo lavoro facendoli quasi sembrare accettabili in cambio di quello spettacolo che solo pochi al mondo hanno avuto il piacere di ammirare: bagliori di luce riflessa sulla terra e il vuoto intorno a lei... A mio parere il bravo George viene fatto fuori un pò troppo presto riapparendo sotto forma di visione illuminante per la Bullock che non sbaglia un colpo e regge sulle sue spalle il resto del film da sola. Bellissimi e da Oscar sopprattutto la prima mezzora (spettacolare per gli occhi) e il finale che non delude lo spettatore riportandoci insieme alla Bullock sulla terra ferma. Da vedere assolutamente. Grazie
[-]
|
|
[+] lascia un commento a the thin red line »
[ - ] lascia un commento a the thin red line »
|
|
d'accordo? |
|
trammina93
|
lunedì 23 giugno 2014
|
finalmente la nuova fantascienza!
|
|
|
|
Non sono un'amante dei film fantascienza ma, quando si tratta di capolavori, a quelli mi inchino anch'io. Caspita, sfido a trovare qualcuno a cui questo film non sia piaciuto. Purtroppo non ho visto il film in 3d ma immagino che sia un vero peccato perchè ci sono scene spettacolari che col 3d sarebbero state ancora più entusiasmanti, tipo il finale sarà stato strepitoso. Non so se è un effetto condiviso, magari perchè è un effetto che il regista ha tentato di ottenere, oppure è solo capitato a me, ma io durante il film mi sentivo in simbiosi con la protagonista. Molte situazioni generano ansia, angoscia. Pochi sono i film che ti fanno immedesimare così tanto da farti dimenticare per la durata del film della tua vita e il tuo mondo per farti immergere completamente nell'atmosfera del film.
[+]
Non sono un'amante dei film fantascienza ma, quando si tratta di capolavori, a quelli mi inchino anch'io. Caspita, sfido a trovare qualcuno a cui questo film non sia piaciuto. Purtroppo non ho visto il film in 3d ma immagino che sia un vero peccato perchè ci sono scene spettacolari che col 3d sarebbero state ancora più entusiasmanti, tipo il finale sarà stato strepitoso. Non so se è un effetto condiviso, magari perchè è un effetto che il regista ha tentato di ottenere, oppure è solo capitato a me, ma io durante il film mi sentivo in simbiosi con la protagonista. Molte situazioni generano ansia, angoscia. Pochi sono i film che ti fanno immedesimare così tanto da farti dimenticare per la durata del film della tua vita e il tuo mondo per farti immergere completamente nell'atmosfera del film. Sandra Bullock è stata veramente brava, senza dubbio il suo miglior ruolo in tutta la sua carriera e mi fa piacere che per una volta le abbiano dato un ruolo serio, al di là delle solite commedie. Ho letto che durante le riprese si è preparata molto concentrandosi sulla respirazione che doveva apparire faticosa, sui movimenti così da simulare di stare nello spazio e ha contattato astronauti che stanno sullo spazio per capire le loro esperienze. Beh se questi sono i frutti di duro lavoro, si vedono i risultati! George Clooney è come sempre un grande e in grado di farti fare una risata anche nei momenti più tragici, certo ovviamente è stato oscurato dalla bravura della Bullock che predomina sullo schermo ed è stata in grado di rendere il film eccezionale con solo lei in scena. Credevo fosse stato un film troppo osannato visti i tanti premi Oscar ricevuti ma a quanto pare mi sbagliavo, probabilmente solo quello alla miglior colonna sonora avrei evitato, dandolo piuttosto a Her o Saving Mr Banks. Per il resto merita i complimenti ricevuti e invito tutti a vederlo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a trammina93 »
[ - ] lascia un commento a trammina93 »
|
|
d'accordo? |
|
howlingfantod
|
lunedì 7 luglio 2014
|
incompiuto
|
|
|
|
Il film prima di tutto narra della grande forza degli elementi, le sostanze primordiali, aria, acqua, fuoco e infine la terra destinazione ultima della forza di gravità che non a caso anche nel film come nella creazione arriva per ultima. Il primo è il soffio, l’aria,lo spirito diremmo, lo spazio siderale e senza peso dove i nostri si sono persi, poi il fuoco,generato dai soliti inghippi elettrici, contrattempi e grande traffico aerospaziale che fa assomigliare lo spazio e la ionosfera di Gravity così vicino a una delle nostre metropoli contemporanee, con pure tutta la retorica imperialista della conquista spaziale che replica quella che accade migliaia centinaia di km più giù. Guarda caso nello spazio si trovano le stazioni americane russe e naturalmente oggi cinesi.
[+]
Il film prima di tutto narra della grande forza degli elementi, le sostanze primordiali, aria, acqua, fuoco e infine la terra destinazione ultima della forza di gravità che non a caso anche nel film come nella creazione arriva per ultima. Il primo è il soffio, l’aria,lo spirito diremmo, lo spazio siderale e senza peso dove i nostri si sono persi, poi il fuoco,generato dai soliti inghippi elettrici, contrattempi e grande traffico aerospaziale che fa assomigliare lo spazio e la ionosfera di Gravity così vicino a una delle nostre metropoli contemporanee, con pure tutta la retorica imperialista della conquista spaziale che replica quella che accade migliaia centinaia di km più giù. Guarda caso nello spazio si trovano le stazioni americane russe e naturalmente oggi cinesi. Il fuoco che invade le navicelle e le sonde e pullula il cielo di mille comete date dai frammenti spaziali di satelliti fuori rotta e autodistrutti per combustione o da stazioni spaziali in disuso trovatesi inavvertitamente sulla rotta di navette e navicelle alla deriva. Poi ancora l’acqua purificatrice che accoglie la protagonista come elemento primario nel suo atterraggio di emergenza per il ritorno a casa, il ritorno alla casa di ognuno e il ritorno all’acqua dalla quale siamo emersi alla nascita, nella quale fra l’altro ha rischiato di rimanere intrappolata. E infine la terra con il poetico tatto della terra alla quale apparteniamo nella scena finale da parte della protagonista, una tiratissima e muscolosissima Sandra Bullock. Per il resto il film nel suo insieme ha delle lacune e dei punti forti che sicuramente gli hanno valso i premi ricevuti. Inizio dalle belle notizie. La storia regge il bel Clooney e il navigare senza peso sbattendo a casaccio qua e là, i super effetti speciali e il dettaglio di cosa avviene in una stazione aerospaziale orbitante compreso il linguaggio falso-scherzoso degli astronauti (Clooney naturalmente in primis visto anche che ha il ruolo di capo missione), il neanche non troppo metaforico, bisogno di comunicare proprio degli astronauti-esseri umani e la loro difficoltà in questo visto le distanze metaforiche e non con i consimili alla base di Houston in questo caso. Poi la morte proprio la morte e basta sia in tutte le vite perdute degli astronauti della missione che nella storia forte del film che è imperniata sulla figura dell’astronauta Ryan Stone (Sandra Bullock) apparentemente capitata nello spazio quasi per caso e invece scoprendo che è scappata lassù per la fuga dal lutto più grande, la perdita della figlia. Quassù nessuno ti farà del male dice l’astronauta Kowalsky (Clooney) che appare in sogno all’unica superstite e le dà la spinta per ancorarsi, per ritornare alla terra, per tenerla fedele alla sua essenza, la gravità. Belle le scene del rientro fra detriti spaziali, tremori, attriti, lampi e fuochi. E ora le brutte notizie: effetti neanche troppo speciali vista la visione del pianeta appaia innegabilmente fittizia ed edulcorata: L’Italia irreale e schiacciata, l’Egitto con la vista sulla penisola del Sinai di notte e il Cairo e il corso del Nilo fino a tutto il delta con troppe, troppe luci per essere credibili. Una colonna sonora fiacca e non coinvolgente fossilizzata come è sullo stereotipo dell’action movie e la mancanza di un maggior spunto riflessivo che avrebbe potuto fare del film un capolavoro, tendono a rendere l’idea nell' insieme di qualcosa di incompiuto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a howlingfantod »
[ - ] lascia un commento a howlingfantod »
|
|
d'accordo? |
|
niccolò menozzi
|
martedì 29 luglio 2014
|
la commovente storia dell'uomo e di noi tutti
|
|
|
|
Un capolavoro moderno, a mio avviso, s'intende. Pur avendo visto dozzine di film negli ultimi anni, di ogni genere e spessore, stavolta, infine, mi sono commosso per via del suo fortissimo contenuto simbolico, per le tematiche che sembrava volermi suggerire lungo tutto il corso della vicenda, con una forza visivo-espressiva dirompente.
Innanzitutto una nota di merito alle stupende inquadrature spaziali realizzate, mozzafiato – e mi pento di non aver avuto occasione di godermele al cinema – ed alle scelte registiche in fatto di sonoro, con un silenzio da vuoto angosciante – che deve qualcosa a 2001 Odissea nello Spazio –, intervallato da una colonna sonora meravigliosa: meravigliosa perché, credo, riesce a sostenere perfettamente l'assenza di quei suoni di cui altrimenti sentiremmo la mancanza nelle scene più concitate; la forza di collisioni e urti ci viene data in misura dalla musica.
[+]
Un capolavoro moderno, a mio avviso, s'intende. Pur avendo visto dozzine di film negli ultimi anni, di ogni genere e spessore, stavolta, infine, mi sono commosso per via del suo fortissimo contenuto simbolico, per le tematiche che sembrava volermi suggerire lungo tutto il corso della vicenda, con una forza visivo-espressiva dirompente.
Innanzitutto una nota di merito alle stupende inquadrature spaziali realizzate, mozzafiato – e mi pento di non aver avuto occasione di godermele al cinema – ed alle scelte registiche in fatto di sonoro, con un silenzio da vuoto angosciante – che deve qualcosa a 2001 Odissea nello Spazio –, intervallato da una colonna sonora meravigliosa: meravigliosa perché, credo, riesce a sostenere perfettamente l'assenza di quei suoni di cui altrimenti sentiremmo la mancanza nelle scene più concitate; la forza di collisioni e urti ci viene data in misura dalla musica. Musica che al contempo riesce ad essere sacrale, quasi mistica, a sostegno stavolta di quel sostrato filosofico che regge tutto il film.
E qui arriva il nucleo del messaggio: è forse il film contemporaneo che riporta in primo piano grandi domande esistenziali affini ad altri importanti nomi del cinema – che mi risparmierò di elencare –, salvandoci da quelli che qualcuno chiamerebbe "pipponi insciroppabili", proponendo invece una sceneggiatura ed una regia fresche ed al passo con i canoni moderni della cinematografia. Insomma, non sbadiglierete, se non siete di ghiaccio.
Il film ci illustra il percorso di rinascita della protagonista – bravissima Sandra Bullock –, dottoressa Ryan Stone, la cui vita sembra non avere più nulla da dare, impegnata in una missione spaziale mutata in tragedia che la spronerà a ritrovare la sua spinta all'autoconservazione; al contempo ci sembra di assistere alla misteriosa ed ancestrale venuta dell'essere umano sulla Terra.
L'ho trovato davvero toccante e pregno di continui rimandi ad alcune delle figure più significative della nostra storia e preistoria, se non con un reale susseguirsi logico, almeno inseguendo un percorso emotivo di suggestioni, "di pancia", non in senso negativo: stazioni spaziali "uterine", moduli di salvataggio e tute spaziali "sepolcrali" (si notino le fattezze della tuta sovietica e la posizione incrociata delle braccia, quasi un rimando al culto dei defunti, alla mummificazione), fuoco, latrati di cane e vagiti di bimbo, suoni atavici, impressi nella nostra memoria genetica… Un viaggio solitario e difficile in un non-luogo, lo spazio, la crescita della dottoressa per tornare alla vita che si era convinta di non avere più, fino alla nascita-rinascita, con la toccante scena finale che da sola penso valga almeno una visione del film. Questo epilogo è al contempo traguardo personale del personaggio e universale, quasi eroico-mitico, arrivo della razza umana sul nostro pianeta, metaforicamente caduta dal cielo, giovane ed incerta verso un avvenire misterioso. Anche qui la musica si sposa perfettamente con il finale, mescolando speranza e serenità, coronando un paesaggio primordiale e vergine. Come sempre, i caratteri non bastano, ma forse riferirsi a Gravity come ad una "genesi" è azzeccato. Da vedere; con attenzione e sensibilità. Forse vi scenderà una lacrima di gioia per la dottoressa Stone durante i titoli di coda.
È la nostra storia: "precipitati" da non si sa dove, spaesati, attaccati alla terra come a nessun altro elemento, sebbene profondamente legati a quello che sta "lassù", ai limiti dello spirituale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a niccolò menozzi »
[ - ] lascia un commento a niccolò menozzi »
|
|
d'accordo? |
|
ultimoboyscout
|
venerdì 27 febbraio 2015
|
alla deriva...nello spazio.
|
|
|
|
Una cascata di detriti danneggia la navicella di due astronauti che si ritrovano, di colpo, dispersi nell'immensità dello spazio. Un attimo prima della tragedia ridevano e scherzavano, passeggiando fuori dall'astronave, ignari che l'imprevisto fosse dietro l'angolo. Il problema ora è tornare sulla Terra. Cominciamo col dire che quello di "Gravity" è il miglior 3D in assoluto dopo "Avatar", e già non è cosa da poco. Ma il film di Cuaron è ben più di questo, il regista ha trovato nella fantascienza il perfetto compromesso per conciliare le rigide leggi hollywoodiane col suo enorme talento d'autore, affidandosi a due attori magnifici: Clooney gigioneggia alleggerendo il peso e la tensione della tragicità degli eventi, la Bullock (che per il ruolo ha sbaragliato una concorrenza agguerritissima) ha faccia e fisicità indovinate per impersonare la fragile ma caparbia dottoressa Stone.
[+]
Una cascata di detriti danneggia la navicella di due astronauti che si ritrovano, di colpo, dispersi nell'immensità dello spazio. Un attimo prima della tragedia ridevano e scherzavano, passeggiando fuori dall'astronave, ignari che l'imprevisto fosse dietro l'angolo. Il problema ora è tornare sulla Terra. Cominciamo col dire che quello di "Gravity" è il miglior 3D in assoluto dopo "Avatar", e già non è cosa da poco. Ma il film di Cuaron è ben più di questo, il regista ha trovato nella fantascienza il perfetto compromesso per conciliare le rigide leggi hollywoodiane col suo enorme talento d'autore, affidandosi a due attori magnifici: Clooney gigioneggia alleggerendo il peso e la tensione della tragicità degli eventi, la Bullock (che per il ruolo ha sbaragliato una concorrenza agguerritissima) ha faccia e fisicità indovinate per impersonare la fragile ma caparbia dottoressa Stone. La storia evolve in maniera costante, di pari passo con la psicologia dei personaggi, il cineasta messicano ci mette tanto del suo trasformando il film in un vero e proprio kolossal epico, un nuovo modo di vedere lo spazio e un nuovo modo di concepire il genere survival, nonostante la storia sia apparentemente semplice e la narrazione molto lineare, coi detriti spaziali che rappresentano le avversità che nella vita, prima o poi, tutti ci troviamo a dover affrontare. La pellicola ha un forte impatto visivo ma nulla a che vedere con quello emotivo che è a dir poco bestiale, per questo "Gravity" può essere considerato un thriller-sci-fi che esplora un mondo mai esplorato prima e ripropone, con coraggio e ambizione da parte di Cuaron, lo stesso senso di alienazione provato per "I figli degli uomini" e un grandissimo senso di claustrofobia causato dalla totale assenza di suoni. Il film è un'odissea nello spazio aggiornata ai nostri tempi, un'opera di altissima qualità che intrattiene sconvolgendo, che ci ricorda come la vita nello spazio sia impossibile e di quanto sia disperato il tentativo di preservarla in quell'immensità fatta di assordante silenzio. Pellicola che lascia senza fiato, che dalla sua prospettiva privilegiata sul nostro pianeta spalanca un inferno, che immerge lo spettatore nella situazione dei protagonisti e lo sfinisce e stordisce con ansia e tensione, mutando l'opera in un'odissea fisica ed emotiva.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ultimoboyscout »
[ - ] lascia un commento a ultimoboyscout »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
mercoledì 18 ottobre 2017
|
scritto probabilmente in assenza d'ossigeno temo..
|
|
|
|
Ok,si tratta di un film fatto per emozionare ed entusiasmare lasciando in secondo piano inverosimiglianze e forzature.E ci riesce:la prima mezz'ora è tesa e incalzante,la breve durata funzionale,i 2 interpreti costretti a recitare quasi sempre intutati e col volto seminascosto dai caschi sono bravissimi(la Bullock dovrebbe trovare il modo di sganciarsi dalle commediacce-pattume a cui sembra essersi autocondannata e sforzarsi di trovare più ruoli come questo) e gli effetti speciali(che avrebbero richiesto ben 5 anni di lavorazione)magnifici.Ma dalla seconda parte in poi il film si spinge veramente troppo oltre nel inanellare piogge di detriti che sembrano arrivare a comando,e insistendo un personaggio che da novellino e spaurito riesce sempre per pura fortuna a trovare la soluzione ai problemi.
[+]
Ok,si tratta di un film fatto per emozionare ed entusiasmare lasciando in secondo piano inverosimiglianze e forzature.E ci riesce:la prima mezz'ora è tesa e incalzante,la breve durata funzionale,i 2 interpreti costretti a recitare quasi sempre intutati e col volto seminascosto dai caschi sono bravissimi(la Bullock dovrebbe trovare il modo di sganciarsi dalle commediacce-pattume a cui sembra essersi autocondannata e sforzarsi di trovare più ruoli come questo) e gli effetti speciali(che avrebbero richiesto ben 5 anni di lavorazione)magnifici.Ma dalla seconda parte in poi il film si spinge veramente troppo oltre nel inanellare piogge di detriti che sembrano arrivare a comando,e insistendo un personaggio che da novellino e spaurito riesce sempre per pura fortuna a trovare la soluzione ai problemi.Lo scivolone peggiore,veramente imperdonabile,è l'allucinazione con annessi "consigli".Sul serio,ma cosa s'era bevuto lo sceneggiatore quando ha partorito questa trovata?Che fosse in orbita pure lui?Un vero peccato,perchè l'idea in questione era veramente azzeccata,e i momenti toccanti non mancano(gli ultimi dialoghi a distanza tra i protagonisti;la "conversazione" tra Ryan e il cinese sulla terra).Bellissime le musiche di Steve Price.Grande successo,decisamente troppo,con 10 nominations e ben 7 premi Oscar(regia;effetti speciali;fotografia;montaggio;colonna sonora;sonoro e montaggio sonoro).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
|