Titolo originale | Asier Eta Biok |
Anno | 2013 |
Genere | Documentario, Biografico, |
Produzione | Spagna, Ecuador |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Aitor Merino, Amaia Merino |
Attori | Asier Aranguren, Juan Diego Botto, Pilar Castro, Aitor Merino, Diego París Ana Rayo, Guillermo Toledo, Velilla Valbuena. |
Uscita | giovedì 8 settembre 2016 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Lab 80 Film |
MYmonetro | 3,27 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 6 settembre 2016
Un'indagine umana sulla natura delle scelte di vita come quella dell'amico di Aitor, affiliato all'ETA.
CONSIGLIATO SÌ
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Originari entrambi di un paesino nelle vicinanze di Pamplona, nei Paesi Baschi, Asier e Aitor sono amici da sempre e da adulti hanno scelto strade diverse, restando sempre in contatto. Trasferitosi a Madrid per fare l'attore, Aitor riprende l'amico, ricostruendone l'adesione al gruppo indipendentista ETA (acronimo per "Paesi Baschi e libertà", in basco) e cercando di rielaborarne criticamente le ragioni. Quando Aitor, rimasto a casa, lo chiama per annunciargli la sua carcerazione imminente in quanto obiettore al servizio militare di leva, si impegna a dare visibilità al suo caso.
Anche se la maggiore difficoltà è capire da che parte stare, decidere tra le sue origini e quindi il senso di appartenenza alla causa basca, vissuta tramite Asier, o dissociarsi dalla lotta come gli amici madrileni, con i quali condivide la condanna delle violente pratiche terroristiche. Anche durante la clandestinità e i lunghi anni in carcere di Asier, le comunicazioni tra i due diventano più difficili ma non si interrompono mai. All'uscita di prigione addirittura Aitor filma la sua uscita e ha la conferma dall'amico di un'adesione alla causa indipendentista più radicata di quella che aveva sempre immaginato.
Gli strumenti di Aitor sono i ricordi personali come foto e riprese home video in vhs, ma anche i ritagli di giornale che documentano il clima di terrorismo percepito dai due ragazzi già a partire da circa metà anni '80. E da attore ricrea in piccoli siparietti domestici i fatti più drammatici e irrappresentabili della loro storia comune; a volte interrompe la visione del materiale per fare dei commenti a parte ed altre si aiuta con disegni o mappe per contestualizzare meglio la vicenda. Un'estetica home made, povera di mezzi ma ricca di idee, che entra in chiave semplice e accessibile e con leggerezza invidiabile nel campo dell'azione politica e nel confronto di idee, di posizioni differenti che hanno uguale diritto di cittadinanza.
Apparentemente diario di un'amicizia, nel profondo è una riflessione sulla libertà, il diritto di autodeterminarsi, delle persone così come degli Stati, e i limiti di ciò che si può sacrificare aderendo a un'ideologia. Dimostra che anche un'importante partita di calcio o una foto di famiglia possono scatenare delle domande a cui è complesso rispondere, illumina un sanguinoso conflitto con un affetto non scevro di lucidità, senza pretendere di avere delle risposte definitive.