Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Toni Trupia |
Attori | Francesco Scianna, Monica Barladeanu, Michele Placido, Tiziano Talarico, Nicola Nocella, Pietro Bontempo Andrea Trovato, Eva Allenbach, Razvan Hîncu. |
Uscita | giovedì 29 novembre 2012 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 2,89 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 novembre 2017
Germania industriale degli anni '60 e suoi lavoratori multietnici: gli italiani sono gli "Itaker" in tono dispregiativo. Pietro, un bambino rimasto orfano a seguito della morte della madre si ritrova in viaggio alla ricerca del padre mai consciuto Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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Il film di Toni Trupia ci riporta indietro alla fredda Germania industriale degli anni '60, e ai suoi lavoratori multietnici: italiani soprattutto, "Itaker" in tono dispregiativo, turchi e altri disperati. La fotografia dai toni decolorati tinge l'ambiente dell'immigrazione di quei tempi, non molto distante da quella di oggi.
Protagonista Pietro, un bambino rimasto orfano a seguito della morte improvvisa della madre, che si ritrova in viaggio con uno sconosciuto di nome Benito. L'uomo ha promesso di riportarlo dal padre, mai visto prima, emigrato da anni in Germania. Scoprirà dopo poco che quella dell'uomo era solo una scusa per ottenere per sé un passaporto altrimenti impossibile da avere. L'uomo cercherà infatti di sbarazzarsi presto del fardello. Il bambino inizia a vivere nelle casupole di legno approntate per gli operai di fianco alla fabbrica vivendo assieme a loro emozioni, delusioni, lontananza dalla famiglia, disperazione, sfruttamento. A sfruttare la situazione di subordinati senza possibilità di fuga: un gruppo di parassiti guidati dal boss locale Pantanò (Placido), rigorosamente "itaker" anche lui, venditore di stoffe e di truffe. La figura materna di una donna, Doina, una rumena anche lei sfruttata dai malavitosi, e costretta ad essere l'entreneuse di Pantanò, porta a Pietro qualche sorriso e il calore e la parvenza di una famiglia condividendo con lui e con Benito scene da famiglia normale.
Il film risulta complessivamente molto ben curato, nella scelta delle inquadrature (soprattutto all'inizio) come nella scelta coloristica - i colori tetri e umidi dell'inizio nella campagna del Trentino, poi colori ancora più sbiaditi e grigi per i salti in flashback; tuttavia dopo un po' il ritmo comincia a rallentare, e alcune scene risultano poco riuscite. La storia è interessante, i protagonisti bravi (soprattutto il piccolo Pietro - Tiziano Talarico), ma si sente il bisogno di una spinta creativa in più. Il film potrebbe spingersi un po' oltre (non sembrano mancare le potenzialità registiche), e rinunciare al facile appeal del prodotto televisivo. Un po' più di cinema per il cinema, un po' meno di cinema pensato da subito per la tv.
ITAKER - VIETATO AGLI ITALIANI disponibile in DVD o BluRay |
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Benito e Pietro sono due itaker, italianacci emigrati in Westfalia negli anni '60 del miracolo economico tedesco. Il primo è un ex galeotto, il secondo è un bambino di 9 anni che ha appena perso la madre. Sono partiti insieme per la Germania perchè devono ritrovare il padre di Pietro, emigrato molto tempo prima; ma questa storia sembra solo una scusa.
È una favola affascinante quella che ha come protagonista il bambino Pietro, montanaro, che resta senza la mamma e cerca il padre emigrato in Germania di cui non sa più nulla. Una favola che va presa così come tale. Incontra figure quasi felliniane di un mondo troppo adulto per lui con le quali ha intense relazioni. Il bimbo protagoista è delizioso.
Itaker – una parola fatiscente, complessa, denigrante dalla dura pronunciabilità ma rappresentativa di un periodo della storia italiana, quello relativo ai cosiddetti “Italianacci” lavoratori immigrati in Germania. Se il cinema d’autore, attraverso le sue storie, si fa portatore di culture storiche e linguaggi, allora gli è dovuto l’affidamento [...] Vai alla recensione »
È evidente che le critiche sono scritte da parenti e amici prossimi dell'autore. Perché francamente mi sembra un film televisivo tipo "ragione e sentimento". Poi come si dice: ogni scarrafone...
Itaker, «italianacci», è uno degli appellativi spregiativi con cui i tedeschi designavano i nostri connazionali negli anni in cui eravamo noi - proprio come gli extracomunitari oggi - a cercare fuori dai confini patri una possibilità di lavoro e sopravvivenza. In particolare il film diretto da Toni Trupia - e da lui scritto con un trio di collaboratori fra i quali Michele Placido (anche interprete) [...] Vai alla recensione »
Un film che s'inserisce, a distanza, nella migliore tradizione del melodramma realista italiano. Nel 1962 Pietro, orfano di nove anni, parte per la Germania in cerca del padre emigrante. Lo accompagna un lestofante di mezza tacca, Benito Stigliano, che si finge amico del genitore per rimediare i soldi del viaggio. Inizialmente ostili l'uno all'altro, i membri della strana coppia finiranno per stabilire [...] Vai alla recensione »
"Itaker" è un termine spregiativo, da potersi forse tradurre "italianacci", usato da certi tedeschi, dalla fine dei Cinquanta, per indicare gli emigranti italiani e non solo quelli ricompresi nella categoria dei cosidetti "magliari". (Si ricordi quel film di Francesco Rosi nel '59 che, intitolandosi così, dava ampio spazio ad Alberto Sordi per chiarirci temi e problemi a noi, in quegli anni, totalmente [...] Vai alla recensione »
Toni Trupia alza tiro e tono per l'opera seconda Itaker, termine dispregiativo usato dai tedeschi quando emigravamo dalle loro parti. Con L'uomo giusto Trupia raccontò un vecchio italiano raggirato da una giovane russa. Qui vediamo un giovane italiano (Francesco Scianna) alle prese con la Germania del 1962 e un bambino da riconsegnare al legittimo padre svanito nel nulla.
Il giovane regista siciliano Toni Trupia, alla prima prova nel cinema che conta: Itaker, dispregiativo tedesco che suona "italianacci", segue il magliaro napoletano Benito (Francesco Scianna, mai così bravo) e l'orfanello Pietro (l'esordiente Tiziano Talarico) a Bochum. Strana coppia: il primo sbarca il lunario e trova l'amore (la romena Monica Birladeanu), il secondo cerca il padre e ne trova un altro, [...] Vai alla recensione »
Passabile dramma sull'immigrazione, girato con scarsi mezzi, ma senza pretese sociologiche. Siamo a Bochum, Germania, nel 1962. È arrivato dalla Val di Non l'operaio Benito (Francesco Scianna) con il piccolo Pietro, nove anni, orfano di madre, che cerca un padre lontano. Dura è la vita nella baracca della fabbrica. Qualche eccesso melò (l'inutile scena dell'accoltellamento) e il caricaturale magliaro [...] Vai alla recensione »