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I giudizi sono evidentemente personali, per loro definizione. Innanzitutto mi trovi d'accordo sul fatto che ci siano delle forzature, date dalla necessità di rendere "analizzabile" in modo immediato e rapido (è pur sempre un film) la dinamica del crollo psicologico della protagonista. Ed è vero, è un'opera che disturba (per quanto non sia necessariamente un male). Tuttavia mi sento di muoverti una critica: sicura che Mila Kunis interpreti una ballerina innaturalmente perfida? Credo che la "perfidia" sia in realtà solo frutto delle ossessioni della Portman. Questa la vede come "cigno nero", ovvero come ciò che non riesce a realizzare, o meglio, esprimere. Ed è naturale che "l'antagonista", essendo osservata dal punto di vista di Nina, sia giudicata come "il male". Ma ci sono diversi episodi in cui la lucidità prende il sopravvento sul delirio: quando la Kunis si reca a casa della sua collega per scusarsi, e quando, la sera della prima, bussa al camerino della stessa per complimentarsi, e rinnovare le sue scuse. Insomma, io direi che bisognerebbe dare attenzione maggiore alle profondità dei personaggi, discernendo dalle "caricature mentali" della protagonista.
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