Anno | 2009 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 63 minuti |
Regia di | Antonello Matarazzo, Bruno Di Marino |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 settembre 2009
Ritratto di (video)artista del maestro Riccardo Dalisi, scultore dell'utile
CONSIGLIATO NÌ
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Artigiano e figura di spicco del panorama artistico, Riccardo Dalisi ha saputo coniugare il lavoro su scala industriale con quello su piccoli numeri. Tra i fondatori, con Mendini, Branzi, Sottsass ed altri, della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che negli anni Settanta riunisce tutte le avanguardie della cosiddetta architettura radicale, nel 1979 viene incaricato dalla ditta Alessi di produrre una versione della classica caffettiera napoletana, che lo renderà, pochi anni dopo, internazionalmente noto. A lui va anche il merito, storicamente riconosciuto, di avere inventato l'arte povera prima che questa diventasse una corrente ufficiale, assemblando materiali di riciclo come latta, carta, ceramica, vetro, legno e stoffa e trasformandoli in vere e proprie sculture.
Un artista guarda ad un altro artista. Antonello Matarazzo dà di Dalisi un ritratto per scorci: lo studio domestico, regno del caos creativo, casa delle bambole del maestro burattinaio, e la strada, luogo dell'impresa, poiché da sempre Dalisi lavora con i ragazzini dei quartieri disagiati di Napoli, all'interno di un percorso teorizzato di "progettazione partecipata", in fondo al quale alcune sedie disegnate dei bambini della Sanità si sono ritrovate alla Triennale di Milano. Con la complicità divertita del designer stesso e di Gillo Dorfles, in campo artistico, e Alex Zanotelli sul fronte dell'impegno sociale, racconta l'etica e la poetica di Dalisi, che volentieri tenta talvolta la via della teoria, senza pontificare ma affermando, per esempio, la verità e l'esistenza di una forma che nasca dall'emozione e non dalla funzione.
Autorizzato dalle contaminazione e dagli scavalcamenti di confine che Dalisi fa nel suo mestiere e che "fanno" a loro volta Dalisi come figura riconoscibile e in corso di ricerca, Matarazzo opta per firmare col proprio stile il ritratto dell'amico e collega, ma l'autografo è più simile ad uno scarabocchio e mal si accorda con la carta che imbratta. Effetti digitale obsoleti e associazioni di idee sfuggenti, chiuse nella mente del loro autore, contraddicono e in qualche modo sprecano la generosa disponibilità di Dalisi, il suo sforzo di dare (letteralmente) un volto all'oggetto di design e al contempo un uso all'oggetto d'arte.
LATTA E CAFÈ disponibile in DVD o BluRay |
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