everlong
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venerdì 28 gennaio 2011
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un consolidato raimi
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La prima cosa che mi è venuta in mente guardando Drag me to hell è stato il sospetto di trovarmi di fronte ad un horror anni '80. Raimi in questo suo nuovo horror/farsa ambisce a tornare alle origini, agli albori di quella "Casa" che tanto lo rese celebre ormai quasi trent'anni fa. Drag me to hell senza dubbio conferma lo stile di Raimi, molto ben caratterizzato e riconoscibilissimo: effetti speciali, scontri con lo spirito maligno di turno, sobbalzi sulla poltrona, tutto firmato inequivocabilmente Raimi. Detto questo però, la solidità del suo stile personale e i continui richiami a "Evil dead" non sono sufficienti a tessere solo elogi per questo horror, che definirei "d'altri tempi".
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La prima cosa che mi è venuta in mente guardando Drag me to hell è stato il sospetto di trovarmi di fronte ad un horror anni '80. Raimi in questo suo nuovo horror/farsa ambisce a tornare alle origini, agli albori di quella "Casa" che tanto lo rese celebre ormai quasi trent'anni fa. Drag me to hell senza dubbio conferma lo stile di Raimi, molto ben caratterizzato e riconoscibilissimo: effetti speciali, scontri con lo spirito maligno di turno, sobbalzi sulla poltrona, tutto firmato inequivocabilmente Raimi. Detto questo però, la solidità del suo stile personale e i continui richiami a "Evil dead" non sono sufficienti a tessere solo elogi per questo horror, che definirei "d'altri tempi". Senza dubbio la regia è buona e fa quadrato con una fotografia efficace, ma il film rimane comunque prevedibilissimo, con una totale assenza di suspense se non quella facile del sobbalzo sulla poltrona (silenzio assoluto, taglio, scena improvvisa a tutto volume), che per quanto in 2-3 casi risulta godibile, alla lunga annoia e cessa di avere risultati. Del resto puntare ad una suspense esclusivamente formale, e ridotta a piccoli salti qua e là, è un po' poco per un regista come Raimi. La sceneggiatura è alquanto povera e dopo circa venti minuti anche gli spettatori meno intuitivi potranno comprendere l'evoluzione del film nonché il finale stesso. Il bisogno di essere creduti e il bivio morale in cui si trova la protagonista verso la fine del film sanno troppo di "già visto" (tanto per cominciare si pensi alla saga The Ring busta/videocassetta, in cui bene o male eticamente i protagonisti vivono la medesima situazione). Il finale è del tutto in linea con la prevedibilità della sceneggiatura ma in esso questa pesa molto meno, perché si tratta di un finale decisamente anni '80, di quei finali che più che colpi di scena appaiono come il giudizio finale di un regista Caronte, nel traghettarci verso la fine, e giudice nell'ammonimento finale. Due stelle per essere obiettivi, ma Raimi è sempre Raimi per cui Drag me to hell è un film da vedere.
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(di sinphi)
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(di francesco2)
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cmarino72
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domenica 9 gennaio 2011
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gella
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giovedì 6 gennaio 2011
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sam raimi non spaventa più come una volta
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Il buon "vecchio" Sam non spaventa più come una volta. Sarà perchè anche lui comincia a perdere colpi? Oppure perchè ormai le abbiamo viste di tutti i tipi e niente ci fa più paura? Essendo un forte estimatore di Raimi, opto (sperando di non sbagliarmi) per la seconda opzione. Ormai sono lontani i (bei) tempi di "La Casa" e "L'armata delle tenebre". Son passati più di 20 anni e di film horror ne abbiamo visti a migliaia. E ormai fanno sempre meno paura. Drag Me To Hell non è da meno. Nonostante sia un gradino sopra agli horror da quattro soldi che ultimamente escono a frotte da Hollywood, non è paragonabile ai già citati cult del regista.
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Il buon "vecchio" Sam non spaventa più come una volta. Sarà perchè anche lui comincia a perdere colpi? Oppure perchè ormai le abbiamo viste di tutti i tipi e niente ci fa più paura? Essendo un forte estimatore di Raimi, opto (sperando di non sbagliarmi) per la seconda opzione. Ormai sono lontani i (bei) tempi di "La Casa" e "L'armata delle tenebre". Son passati più di 20 anni e di film horror ne abbiamo visti a migliaia. E ormai fanno sempre meno paura. Drag Me To Hell non è da meno. Nonostante sia un gradino sopra agli horror da quattro soldi che ultimamente escono a frotte da Hollywood, non è paragonabile ai già citati cult del regista. Con una trama molto semplice e lineare, il film si salva per il finale (sorprendente, anche se non troppo imprevedibile) e per l'inquietante presenza della spaventosa signora Ganush (veramente terrificante!). Il resto è un insieme di sequenze horror/comiche, tipiche del regista (L'armata delle tenebre ne è l'esempio più lampante), che oramai non spaventano più. Anzi, in alcune sequenze rasentano il ridicolo.
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thx1138
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martedì 30 novembre 2010
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l'inferno del nostro quotidiano
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Sono passati più di vent'anni da quando Sam Raimi, con "La Casa" e il suo sequel, ha insegnato ad uno stupefatto pubblico che con un horror ci si potesse anche divertire oltre che terrorizzarsi, che al sangue e alla tragedia si potesse mescolare anche la commedia. Allora il pubblico godeva delle eroiche gesta di Ash (Bruce Campbell), rideva di lui e con lui, entusiasmato dalla sua folle lotta contro il demone candriano. Oggi, con "Drag me to hell", si assiste alle peripezie della giovane donna in carriera, Christine Brown, interpretata da Alison Lohman (che non sarà Campbell ma i suoi sforzi sono per lo meno accettabili), che dopo aver scelto di non concedere una terza proproga per il pagamento del mutuo a un'anziana, disperata, buffa ed inquietante gitana ( un'entusiasmante Lorna Raver), si vede scagliare dalla vecchia una terribile maledizione: la protagonista dovrà vedersela con una Lamia, uno spirito maligno che si impossesserà della sua anima trascinandola all'inferno dopo tre giorni: la lotta sarà senza quartiere e le armi a disposizione varie, compresi sacrifici apotropaici,medium e sensitivi.
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Sono passati più di vent'anni da quando Sam Raimi, con "La Casa" e il suo sequel, ha insegnato ad uno stupefatto pubblico che con un horror ci si potesse anche divertire oltre che terrorizzarsi, che al sangue e alla tragedia si potesse mescolare anche la commedia. Allora il pubblico godeva delle eroiche gesta di Ash (Bruce Campbell), rideva di lui e con lui, entusiasmato dalla sua folle lotta contro il demone candriano. Oggi, con "Drag me to hell", si assiste alle peripezie della giovane donna in carriera, Christine Brown, interpretata da Alison Lohman (che non sarà Campbell ma i suoi sforzi sono per lo meno accettabili), che dopo aver scelto di non concedere una terza proproga per il pagamento del mutuo a un'anziana, disperata, buffa ed inquietante gitana ( un'entusiasmante Lorna Raver), si vede scagliare dalla vecchia una terribile maledizione: la protagonista dovrà vedersela con una Lamia, uno spirito maligno che si impossesserà della sua anima trascinandola all'inferno dopo tre giorni: la lotta sarà senza quartiere e le armi a disposizione varie, compresi sacrifici apotropaici,medium e sensitivi. Il genio di Raimi, rituffatosi in un catartico horror, genere a lui assai congeniale, dopo due decadi è intatto, immutato: il mix tra commedia e horror funziona benissimo, ancora una volta,alcune scene sono davvero da antologia (la protagonista che inciampa sulla bara della vecchia e che si ritroverà sopra il suo corpo ne è un vivido esempio), gag brillanti e presunti colpi di scena si susseguono con ritmo serrato e incalzante. Ma, evoluzione la chiamano, questa volta, diversamente dal passato, c'è di più: Raimi invita il pubblico a riflettere sul decadimento dei nostri giorni, su un presente nel quale non c'è spazio per sentimenti come la pietà, l'amore o la solidarietà,dove l'hobbesiano homo homini lupus non è affatto un brocardo utopistico, un presente in cui la Lohman, per ottenere una promozione rinuncerà ai suoi valori morali di brava ragazza di campagna senza batter ciglio; lo incita a specchiarsi nel buio del suo quotidiano, un inferno costellato da scelte immorali ma quasi obbligate da una ricerca ossessivo-compulsiva del successo e dell'affermazione personale ad ogni costo riservandosi anche lo spazio per una satira non tanto sottile del sistema bancario americano e non; quasi lo sfida a confrontarsi con l'ideale di uomo moderno, lontano da cabala e superstizione, quando la Lohman paga diecimila dollari una medium per liberarla dal demone. Insomma questa volta, si è anche moralmente coinvolti da una sceneggiatura che, eccetto per qualche sbavatura dovuta ad un eccesso di zelo nel ricercare la giusta tensione narrativa, i fratelli Raimi costruiscono abilmente, quasi scherzando con tutti i clichè tradizionali , giocando sul labile filo dei conflitti interiori dello spettatore che, con l'eroina di turno dovrà compiere scelte difficili che vanno ben oltre il "credere/non credere" tipico di ogni horror convenzionale. Nel finale del film saranno in molti a storcere il naso per un colpo di scena largamente e forse volutamente preannunciato ma che ha il grande merito di non esser per nulla conciliante.Un horror personalissimo, tragico e comico, schizofrenico, caotico,entusiasmante e a volte un pò scontato, prorio come il nostro presente.
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frz94
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sabato 27 novembre 2010
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drag me to hell: grande sam!
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Frizzante, godibile, spaventoso, ben girato: queste a mio parere le caratteristiche del nuovo film di Raimi (il regista di film come la Casa).
Una dipendente di banca, bella e giovane, rifiuta di prorogare l'affitto a una zingara; quest'ultima per vendicarsi, essendo una specie di maga, evoca una Lamia, un demonio che giunto sulla terra avrà il compito di uccidere la ragazza, solo dopo averla tormentata per qualche giorno.
Niente di eccessivamente truculento, a tratti fumettistico; un film che regala comunque suspense e tensione e rara è la presenza di momenti morti: visioni, profezie, sedute spiritiche; c'è ne è per tutti i gusti.
Buoni gli effetti speciali che sopperiscono a un plot non troppo originale.
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Frizzante, godibile, spaventoso, ben girato: queste a mio parere le caratteristiche del nuovo film di Raimi (il regista di film come la Casa).
Una dipendente di banca, bella e giovane, rifiuta di prorogare l'affitto a una zingara; quest'ultima per vendicarsi, essendo una specie di maga, evoca una Lamia, un demonio che giunto sulla terra avrà il compito di uccidere la ragazza, solo dopo averla tormentata per qualche giorno.
Niente di eccessivamente truculento, a tratti fumettistico; un film che regala comunque suspense e tensione e rara è la presenza di momenti morti: visioni, profezie, sedute spiritiche; c'è ne è per tutti i gusti.
Buoni gli effetti speciali che sopperiscono a un plot non troppo originale. Una pellicola che merita una visione; ideale per una serata disimpegnata, ma non troppo.
Grande Sam!
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ultimo caballero
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giovedì 28 ottobre 2010
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le streghe son tornate
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Sam Raimi riesce a spaventare e a divertire con ironia , senza ricorrere agli effetti ripugnanti e inutilmente ripetitivi del suo primo successo,LA CASA, a riprova che il vero cinema Horror deve creare la tensione non il disgusto.
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salvo pat
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venerdì 22 ottobre 2010
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drag me to raimi
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Per chi non conosce Raimi e la sua saga più famosa (per me è "la casa", per altri invece sarà "spiderman", che pure gradisco), questo film può risultare quantomeno indigesto. Nessun particolare salto dalla sedia se non in pochissime occasioni. E anche i colpi di scena, per chi è abituato a certi generi di film, non risultano essere indimenticabili. Molti criticheranno le scene al limite del "farsesco", in particolare le lotte tra la protagonista Christine e la zingara. E' straordinaria però la caratterizzazione dei personaggi principali che ci permette di immedesimarci in loro. I rimandi a "la casa" sono evidenti in particolare nelle scena della possessione a casa della medium.
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Per chi non conosce Raimi e la sua saga più famosa (per me è "la casa", per altri invece sarà "spiderman", che pure gradisco), questo film può risultare quantomeno indigesto. Nessun particolare salto dalla sedia se non in pochissime occasioni. E anche i colpi di scena, per chi è abituato a certi generi di film, non risultano essere indimenticabili. Molti criticheranno le scene al limite del "farsesco", in particolare le lotte tra la protagonista Christine e la zingara. E' straordinaria però la caratterizzazione dei personaggi principali che ci permette di immedesimarci in loro. I rimandi a "la casa" sono evidenti in particolare nelle scena della possessione a casa della medium. Sembra davvero di rivedere, a distanza di anni, Ash e company in lotta contro il maligno. Mi auguro davvero che questo lavoro di Raimi non sia un caso isolato e torni a farci spaventare, ridere, riflettere, come pochi sanno fare.
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feadin_0
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giovedì 16 settembre 2010
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penoso
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Mi dispiace ma questo film e' una vera c...ta.
E'ridicolo...io in genere sono una fifona ma sono riuscita a giardarlo semza problemi!
soprattutto la scena della capra che offende la protagonista ...
l'unico vero elemento horror e' rappresentato dalla zingara.
e' pietoso
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pexatar
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giovedì 26 agosto 2010
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drag me to hell?? no, no... drag me to bed!!!
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Guardando il trailer ed il MyNometro credevo di trovarmi davanti ad nuovo "capolavoro" di Raimi, purtroppo dopo venti minuti di visione avevo completamente perso l'interesse per il film. La trama poco avvincente, i personaggi poco strutturati e gli effetti speciali deludenti hanno dimostrato che anche i bravi registi falliscono.
Scorporando il film nelle tre parti principali ci si rende conto come il finale fosse prevedibile e privo di emozioni. A questo si aggiunge una scarsa cura dei particolari che hanno portato questo film da horror moderno a B-Movie passando per lo splatter anni '70.
Sinceramente non capisco l'entusiasmo della critica e nemmeno quello del pubblico, film di questo tipo ce ne sono centinaia ed alcuni rientrano nel filone delle parodie.
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Guardando il trailer ed il MyNometro credevo di trovarmi davanti ad nuovo "capolavoro" di Raimi, purtroppo dopo venti minuti di visione avevo completamente perso l'interesse per il film. La trama poco avvincente, i personaggi poco strutturati e gli effetti speciali deludenti hanno dimostrato che anche i bravi registi falliscono.
Scorporando il film nelle tre parti principali ci si rende conto come il finale fosse prevedibile e privo di emozioni. A questo si aggiunge una scarsa cura dei particolari che hanno portato questo film da horror moderno a B-Movie passando per lo splatter anni '70.
Sinceramente non capisco l'entusiasmo della critica e nemmeno quello del pubblico, film di questo tipo ce ne sono centinaia ed alcuni rientrano nel filone delle parodie.
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mr. andrew the photographer
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venerdì 6 agosto 2010
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divertente
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Questo è un film decisamente da vedere e comprare: molto divertente ma allo stesso tempo fa suscitare parecchia suspense durante le scene della vecchia gitana Lorna River quando perseguita la protagonista Christine Brown (Alison Lohman). Infatti più che essere un horror classico lo classificherei come un film di genere horror-comico perchè alcune volte, come comunque quasi tutti i film horror escono un po' fuori dalla realtà. Per quanto riguarda le parti dei personaggi, li hanno svolti molto bene e inoltre c'è anche da premiare la sceneggiatura del film che rimane nella realtà. Tuttavia per quanto riguarda il nome del film "Drag Me To Hell" che tradotto significa "Trascinami all'inferno" e la colonna sonora composta dal compositore Christopher Young rispecchiano decisamente la storia del film.
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Questo è un film decisamente da vedere e comprare: molto divertente ma allo stesso tempo fa suscitare parecchia suspense durante le scene della vecchia gitana Lorna River quando perseguita la protagonista Christine Brown (Alison Lohman). Infatti più che essere un horror classico lo classificherei come un film di genere horror-comico perchè alcune volte, come comunque quasi tutti i film horror escono un po' fuori dalla realtà. Per quanto riguarda le parti dei personaggi, li hanno svolti molto bene e inoltre c'è anche da premiare la sceneggiatura del film che rimane nella realtà. Tuttavia per quanto riguarda il nome del film "Drag Me To Hell" che tradotto significa "Trascinami all'inferno" e la colonna sonora composta dal compositore Christopher Young rispecchiano decisamente la storia del film. In conclusione, ribadisco che questo film è adatto per tutti coloro che preferiscono la visione di un film horror-comico ma allo stesso momento impregnato di suspense.
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