Whatever Works - Basta che funzioni

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Un film di Woody Allen. Con Ed Begley Jr., Patricia Clarkson, Larry David, Conleth Hill, Michael McKean.
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Titolo originale Whatever Works. Commedia, durata 92 min. - USA, Francia 2009. - Medusa uscita venerdì 18 settembre 2009. MYMONETRO Whatever Works - Basta che funzioni * * * - - valutazione media: 3,47 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
fabrizio cirnigliaro mercoledì 23 settembre 2009
dio è gay e fa l'arredatore! Valutazione 4 stelle su cinque
89%
No
11%

Dopo 4 film girati in Europa, Woody Allen ritorna a New York, ma senza far rimpiangere quelle pellicole girate in questa città e che l’hanno reso celebre negli anni 70. La sceneggiatura è perfetta, il ritmo incalzante, non c’è il tempo per memorizzare le battute che si susseguono, soprattutto nella seconda parte, quando arriverà al punto di far dire ad uno dei personaggi che per aver ”creato un mondo con i fiori, le piante, le montagne, i laghi”… “Dio è Gay, perché è un arredatore”. Boris ritiene l’uomo un essere davvero stupido, altrimenti come spiegare ad esempio il fatto che sia arrivato al punto di inserire lo sciacquone automatico nelle toilette, perché non gli va di tirare la catenella. [+]

[+] basta che funzioni... (di vincenzo carboni)
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andrea d domenica 20 settembre 2009
ha funzionato, eccome Valutazione 5 stelle su cinque
88%
No
12%

Dopo una vacanza europea di quattro film (il sopravvalutato "Match Point", l'inutile "Scoop", il sufficiente "Sogni e Delitti" e il più riuscito "Vicky Cristina Barcelona"), era ora che il regista newyorkese tornasse in patria. Il film comincia con un'esplosione atomica di scrittura cinematografica, un lungo e intelligentissimo monologo sull'esistenza pronunciato dal protagonista interpellando il pubblico in sala, cioè guardando la macchina da presa: una perfetta introduzione metafilmica ci dà, così, il benvenuto, o meglio, il bentornato, nelle strade di New York, nelle sue strade di Manhattan, di cui avevamo sentito la mancanza negli ultimi anni. Un ritorno nel proprio habitat comporta, dunque, una serie di altri ritorni, dal jazz alla psicoanalisi, e così via, nella cornice di quello che è Woody Allen allo stato puro, nella sua espressione più classica e sincera, a dispetto di quei critici che continuano a scambiare per ripetitività una coerenza stilistica (i titoli di testa sempre uguali e l'audio rigorosamente mono) e contenutistica (l'imperterrita ricerca di un significato) che dura ormai da quarant'anni. [+]

[+] bravo andrea (di reiver)
[+] andry (di maryluu)
[+] son qua. (di marezia)
[+] p.s. (di marezia)
[+] per reiver (di andrea d)
[+] per reiver 2 (di andrea d)
[+] per maryluu (di andrea d)
[+] per marezia (di andrea d)
[+] in effetti è così. (di marezia)
[+] bellissimo film (di manuelfloyd)
[+] per manuelfloyd (di andrea d)
[+] errore (di andrea d)
[+] l'ho visto! (di manuelfloyd)
[+] esatto (di andrea d)
[+] l'ho recensito (di marezia)
[+] il monologo non è intelligente (di megliosenza)
[+] bravo (di francesco2)
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lisbeth domenica 20 settembre 2009
prendersi in giro……. Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
18%

Prendersi in giro, questa è la chiave,Woody ci riesce ancora, e lo fa piazzando a ripetizione lungo tutto il film una sublime autoaffermazione: io sono un genio. E cosa fa un genio? Ha gli anni che bastano per fregarsene di tutti,vive a Manhattan in un appartamento usa e getta,è sciancato da un tentativo malriuscito di suicidio e neanche il secondo andrà a buon fine,quando si lava le mani canta sempre Happy birthday To You e insegna a giocare a scacchi a pagamento per strada a ragazzetti,regolarmente perdendo la pazienza e insultando gli alunni testoni.Questo “genio” che vive per dimostrare la casualità dell’ordine cosmico,rompe la quarta parete e guarda in sala noi spettatori,ci addita agli amici nella prima scena e poi agli ospiti nell’ultima, ma questi non ci vedono, è lui,il “genio”, quello che ha “lo sguardo d’insieme” e solo lui può dirci:guardate cosa succede di totalmente insensato al mondo, basta che uno spermatozoo prenda una strada invece che un’altra e tutto può essere o non essere. [+]

[+] per lisbeth (di andrea d)
[+] la misura del genio (di lisbeth)
[+] vero (di andrea d)
[+] non può esservi piaciuto per i monologhi! (di megliosenza)
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olgadik giovedì 24 settembre 2009
woody è sempre woody Valutazione 5 stelle su cinque
91%
No
9%

Doppio ben tornato a Woody come regista e come cittadino della Grande Mela. Era un po’ di tempo che aveva preferito l’Europa, ma forse una sottile nostalgia lo ha riportato a una New York meno borghese di quella di Manhattan ma pur sempre riconoscibile e importante. Ormai settantenne il regista affida di nuovo a quest’opera, fin dal titolo, le sue considerazioni sul mondo, sull’amore, sull’ebraismo, cioè su tutto l’insieme dei temi lasciati da parte nelle ultime produzioni tese più a costruire storie piuttosto che fornire una sua visione dell’esistenza. Lo fa a modo suo con la verve e il ritmo giusto di un tempo, per mezzo di una commedia sapientemente strutturata, rivolgendosi direttamente al pubblico come interlocutore in sala. [+]

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iã©tturi lunedì 28 settembre 2009
"tanti auguri a me, tanti auguri a me....!!!" Valutazione 4 stelle su cinque
84%
No
16%

Con questo film ironico, dissacrante, esagerato, esilarante, cinico, è tornato il Woody Allen dei primi successi cinematografici. L'accoppiata Larry David (il burbero, ipocondriaco e misantropo Boris Yelnikoff)ed Evan Rachel Wood (la giovane e ingenuotta Melody, che ricorda molto Mira Sorvino/ Linda Ash di "La dea dell'amore")è azzeccatissima. Primo tempo in cui ci si sbellica dalle risate, grazie ai monologhi e dialoghi frenetici tipici di Allen (tornano le riprese in cui l'attore parla alla cinepresa rivolgendosi al pubblico, addirittura fin dalla prima scena del film); secondo tempo con colpi di scena a ripetizione che interessano tutti i personaggi. I fans di Woody possono stare tranquilli: il loro idolo non ha perso la verve unica e inimitabile che l'ha reso famoso, nonostante gli ultimi sofferti e introversi films "europei" (si tratta in effetti di una vecchia sceneggiatura, ambientata nella "sua" Manhattan, aspetto determinante, a mio avviso, per la riuscita di questo film!). [+]

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des_demona venerdì 25 settembre 2009
un match point dalle vesti più leggere Valutazione 3 stelle su cinque
77%
No
23%

Il burbero Boris Yelnikoff (Larry David) è una voragine di ipocondria e cinismo, in continua lotta con il cosmo intero. Tentato il suicidio – senza i risultati sperati – si rifugia solo, zoppicante e incattivito, in un sudicio appartamento nel bel mezzo di New York, da cui vien fuori soltanto per una birra e quattro chiacchiere fra amici. L’incontro con Melody (Evan Rachel Wood), giovanissima e biondissima provincialotta del Sud in fuga da casa, spezza bruscamente il meccanismo di ritualità e paranoia nel quale l’anziano ha finora trovato rifugio dall’orrore della realtà. In un vortice di sguardi in camera, battute incalzanti e soliloqui caustici si consuma il “ritorno alle origini” del caro Allen che, dopo il gran successo di Vicky Cristina Barcelona e le atmosfere angoscianti di Sogni e Delitti, ha deciso di ritrovare se stesso ripescando dal suo archivio una vecchia sceneggiatura. [+]

[+] :d (di des_demona)
[+] bel commento. condivido (di pipay)
[+] :) (di des_demona)
[+] d'accordo (di vale '93)
[+] bravo (di carlariz)
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nick castle martedì 23 novembre 2010
tra i migliori... Valutazione 4 stelle su cinque
89%
No
11%


E' uno dei film più comici di Woody Allen. Larry David è più che un alter-ego di Allen, è una sua versione più estremizzata, forse migliore. Così, non sono più le situazioni paradossali e le discussioni cervellotiche a far da padrone, ma situazioni comiche, sarcasmo, scetticismo e nichilismo, sono gli ingredienti scoppiettanti di questa nuova opera del maestro Woody, che supera di gran lunga altre sue pellicole, almeno per intrattenimento se non per accuratezza. E si, è vero, forse Woody si lascia  un po' troppo andare nella comicità più semplice e nell'umorismo pungente di più facile assimilazione, ma ciò rende la sua opera molto più a portata di mano e i temi comunque trattati non perdono in ogni caso il loro contenuto. [+]

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boffese mercoledì 23 settembre 2009
woody torna a new york Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
13%

basta che funzioni, segna il ritorno di woody nella sua new york e coincide con il ritorno alla grande commedia stile Allen, l'influenza della grande mela, fa' trovare la giusta ispirazione al geniale regista . sceneggiatura fittissima di battute divertenti e di pure verita', monologhi fantastici appropriatissimi al fantastico larry david, jazz,dialoghi folgoranti, psicanalisi, personaggi divertenti...........insomma il buon vecchio woody allen. la scrittura di woody allen, e' ineguagliabile,anche se ultimamente sembrava in fase calante, ma in basta che funzioni torna quello d'un tempo(infatti, la sceneggiatura era stata riposta in cassetto una trentina d'anni). nella prima mezz'ora e' straripante, poi quando sembra calare , si ritorna a sorridere, anzi a tratti a ridere di gusto. [+]

[+] magnifica la frase finale!! (di lucycana)
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rumon domenica 18 ottobre 2009
le "maschere" di mr. allen Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
13%

Woody Allen torna a New York e ci regala un film che sembra una commedia dell'arte, con dialoghi da sofisticated comedy. Se ne "La rosa purpurea del Cairo" era ricorso al cinema nel cinema, qui i personaggi si rivolgono, in vari momenti, compresi l'inizio e al fine, agli spettatori. I personaggi sono ancora le sue "maschere" newyorkesi: l'intellettuale snob, il razionalista ateo, la finta svampita dalla vitalità dirompente, l'arpia conservatrice. Ma poi questi personaggi recitano a soggetto, cioè reagendo in modo creativo e personale al canovaccio che la vita imbastisce con punti disordinati e, almeno apparentemente, caotici. Ognuno ritrova la propria profonda umanità mettendosi in rapporto onesto con se stesso e con gli altri e aprendosi all'amore per la vita. [+]

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francesco c. mercoledì 14 ottobre 2009
basta che funzioni Valutazione 4 stelle su cinque
86%
No
14%

Allen torna a Manhattan per regalarci questa commedia dai toni cinici, divertenti, e fiduciosi nella possibilità di ottenere un po' di felicità nella nostra vita. Riprende molti dei suoi temi classici come religione, pessimismo esistenziale, paura della morte, accompagnati però questa volta da un'inedita luce di speranza pragmatica – Qualunque amore riusciate a dare e ad avere, qualunque felicità riusciate a rubacchiare, qualunque temporanea elargizione di grazia, basta che funzioni! – . Boris Yelnikoff (Larry David), ex professore di fisica quantistica alla Columbia University, dopo il (fallito) suicidio ed il (riuscito) divorzio da una moglie bella e ricca, trascorre ora il suo tempo lamentandosi di ogni cosa ed insegnando scacchi a dei ragazzini che non manca di insultare per i loro errori. [+]

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