Whatever Works - Basta che funzioni

Acquista su Ibs.it   Dvd Whatever Works - Basta che funzioni   Blu-Ray Whatever Works - Basta che funzioni  
Un film di Woody Allen. Con Ed Begley Jr., Patricia Clarkson, Larry David, Conleth Hill, Michael McKean.
continua»
Titolo originale Whatever Works. Commedia, durata 92 min. - USA, Francia 2009. - Medusa uscita venerdì 18 settembre 2009. MYMONETRO Whatever Works - Basta che funzioni * * * - - valutazione media: 3,47 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Il mio film? Meglio di «Prendi i soldi e scappa», più meno come «lo e Annie»

di Emilio Marrese Il Venerdì di Repubblica

È tornato a Manhattan, ha tirato fuori una vecchia sceneggiatura ed ecco a voi «Basta che funzioni».
Come ci si può fidare del genere umano, quando hanno dovuto inventare le toilette autoigienizzanti perché non tiriamo neanche la catena? È una battuta del protagonista di Basta che funzioni, l'ultimo film di Woody Allen da oggi nelle sale per Medusa. Un felice ritorno al passato: infatti è una sceneggiatura scritta trent'anni fa e ripescata dal cassetto. Dialoghi surreali, situazioni inverosimili, relazioni sentimentali paradossali, battute a raffica. Un film denso di quell'umorismo che è da sempre il marchio di fabbrica del settantaquattrenne regista newyorchese intorno ai suoi temi preferiti (amore, sesso, religione, tabù e psicanalisi) nell'ambientazione tipica dei suoi primi capolavori del comico, cioè Manhattan. Insomma, un classico Allen.
«Basta che funzioni» è davvero, ancora oggi, la sua filosofia sull'amore?
«Sì, la mia teoria è che finché nessuno si fa del male va tutto bene. Bisogna però stare attenti ed essere sicuri di non avere conseguenze su altre persone o un impatto sulle vite degli altri».
I critici americani hanno sostenuto che lei, e non Larry David, avrebbe dovuto interpretare Boris, il protagonista, un misantropo ebreo miscredente, e in effetti è la prima considerazione che viene in mente vedendo il film: quello è il vecchio Woody, perché c'è un altro al suo posto? Significa che non ha più voglia di recitare?
«No. Ero decisamente troppo vecchio per questa parte, se avessi avuto dieci anni in meno l'avrei fatta, ma non ci ho pensato neanche un minuto. Larry è più adatto a questo umorismo sardonico al vetriolo, alla Groucho Marx: la gente si sentiva offesa se Groucho non la offendeva. Se fossi stato io ad insultarla proclamando il mio genio assoluto, non sarei piaciuto. Tornerò a recitare non appena ci sarà un ruolo dove posso essere credibile».
Boris dice che la gente rende la vita peggiore di quello che è. Lei la pensa così?
«A volte mi dico che la razza umana ha fatto solo un gran casino, altre volte quando penso alle cose orribili che l'essere umano ha dovuto subire mi dico che in realtà ha fatto un gran lavoro. Dipende dal' l'umore con cui mi sveglio».
Un'altra battuta del film: «Anche se ne abbiamo uno alla Casa Bianca, un nero non può ancora prendere un taxi». È soddisfatto di Obama, che lei ha sostenuto pubblicamente?
«Penso che sia un presidente incredibile: era la scelta perfetta. È entrato in una situazione inusuale, dopo otto anni di amministrazione Bush disastrosi, imbarazzanti. Non era facile: tutto cadeva a pezzi, dalle relazioni internazionali alla disoccupazione. Obama sta cercando di mettere a posto le cose, ma purtroppo c'è gente in entrambi i partiti che lavora contro di lui, non lo aiuta. Se si mettessero tutti a sua disposizione, riuscirebbe veramente a fare grandi cose. Sarà un presidente straordinario quando potrà avere le ma ni libere, ma finché il partito repubblicano e alcuni democratici continueranno a mettergli i bastoni tra le ruote sarà dura».
Quattro film a Londra (incluso il prossimo) e uno a Barcellona: aveva nostalgia della sua New York?
«Sono cresciuto amando una New York che non esiste, quella irreale dei film hollywoodiani in cui la gente vive negli attici coi telefoni bianchi e torna a casa all'alba con una pelliccia d'ermellino sulle spalle. Ma io stavo a Brooklyn e la vera New York non l'ho mai vista: per quella dovete rivolgervi a Spike Lee o Martin Scorsese. La New York con gli ascensori che arrivano direttamente in casa, i tappi di champagne, gli smoking bianchi e le conversazioni brillanti è solo quella dei film ed è quella che ho cercato di ritrarre e dove ho cercato di vivere, procurandomi un sacco di patimenti...».
Il suo lavoro la diverte ancora come trent'anni fa?
«Assolutamente sì. Lavoro con gente splendida, talentuosa, creativa, donne bellissime, gente eccitante, attori e attrici, uomini intelligenti e brillanti, artisti bravi. Ho pieno controllo su tutto, e quindi è un bel lavorare».
E come è cambiato lei in trent'anni?
«Marginalmente. Si impara molto poco dal passato. L'esperienza conta al 5 o dieci per cento, il resto o ce l'hai o non ce l'hai. Io sono meglio di quando feci Prendi i soldi e scappa, ma non molto meglio di quando feci Io e Annie. Quello cheti cambia sono le esperienze di vita, ne soffri una certa quantità che incide sulla tua sensibilità professionale, ma non sulla tua abilità tecnica».
Dove trova tutta l'energia per sfornare film in serie, al ritmo di uno all'anno?
«Non è difficile, basta pensare alle persone che lavorano per strada, agli operai, ai tassisti: quelli sono lavori duri. Il mio no, ed è ben pagato. Se fosse difficile fare un film all'anno, ne farei di meno, considerando anche che sono una persona pigra. Invece mi rimane anche il tempo per suonare nella mia jazz band, dirigere un'opera, scrivere per riviste, giocare coi bambini, andare alle partite di basket... Che il cinema sia un lavoro duro è solo un grande mito».
«Matchpoint» rimane sempre il suo film preferito?
«Sì, decisamente. Ho amato molto anche Cassandra's Dream, che pochi hanno visto. Mi sono veramente divertito anche a girare Vicky Cristina Barcelona e ho appena finito di girare un film a Londra che potrebbe potenzialmente essere veramente bello».
Di cosa si tratta?
«C'è un ottimo cast: Naomi Watts, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Freida Pinto, Gemma Jones, Antonio Banderas... Sarà interessante vedere la risposta del pubblico: è una storia drammatica, ma anche ironica. O la si ama o la si odia, vedremo»
Ci sono attori con cui avrebbe voluto lavorare e non c'è ancora riuscito?
«Cate Blanchett e Reese Witherspoon. Non avevo ruoli adatti o erano magari impegnate in altri film. Sono gli unici due nomi che mi vengono in mente. Di solito penso prima alla storia e solo dopo al cast: se poi l'attore giusto è famoso, va bene, e se non lo è va bene lo stesso».
Carla Bruni vorrebbe fare un film con lei: ha già un'idea per la first lady francese?
«No. Inizierò a pensarci non prima di gennaio. Penso che sia una persona carismatica e se mi viene in mente qualcosa di adatto ovviamente mi piacerà averla. È una persona affascinante e intelligente, sicuramente potrebbe avere una buona carriera. Spero di riuscire ad escogitare qualcosa che funzioni».
Sarebbe la sua prima attrice o attore italiano...
Ho fatto così tanti film, sicuramente con qualche italiano ho già lavorato, ad esempio Chazz Palminteri (di origine italoamericana ma nato a New York). Attrici no, non ricordo. In Spagna ho lavorato con attori spagnoli, in Inghilterra con un cast inglese e se mai farò un film in Italia, a Roma, Venezia o dove capita, il cast sarà al 90 percento italiano. Ma fin qui non è successo».
Qual è l'ultimo film italiano che ha visto?
«Gomorra. È fatto benissimo: storia affascinante, regia molto bella, un lavoro di prima classe».
Quali film va a vedere al cinema in questo periodo? «Quelli seriosi oppure quelli con un alto tasso di spettacolarità. Non mi piacciono quelli che sembrano compitini di scuola, dove tutti mi dicono che è un film nobile per una buona causa, intellettuale eccetera e quando lo vedo mi dico "sì è vero, ma è noioso". Voglio vedere film in cui appena finiscono i titoli di testa sono catturato dai personaggi, da cosa succede loro, da come si evolve la storia. I grandi registi come Fellini o Bergman erano grandi intrattenitori, non noiosi, e facevano film divertenti».
E Michael Moore?
«La penso come lui, politicamente, e quindi mi piace. Ma non ho mai creduto che il cinema possa cambiare la società, la storia, la gente. Aveva ragione Oscar Wilde: l'arte è inutile. Per me l'arte è entertainment. Non si può vivere in un mondo senza intrattenimento. Ma come strumento di mutazione sociale, è difficile battere il Ku Klux Man che si ritrova in uno scantinato per passarsi dei fucili».
Da Il Venerdì di Repubblica, 18 settembre 2009

di Emilio Marrese, 18 settembre 2009

Sei d'accordo con la recensione di Emilio Marrese?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
100%
No
0%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico
Whatever Works - Basta che funzioni | Indice

Recensioni & Opinionisti Articoli & News Multimedia Shop & Showtime
Immagini
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 |
Link esterni
Sito ufficiale
Shop
DVD
Uscita nelle sale
venerdì 18 settembre 2009
Scheda | Cast | News | Trailer | Poster | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità