Miracolo a Sant'Anna |
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Un film di Spike Lee.
Con Derek Luke, Michael Ealy, Laz Alonso, Omar Benson Miller, Matteo Sciabordi, John Leguizamo.
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Titolo originale Miracle at St. Anna.
Drammatico,
durata 160 min.
- USA 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 3 ottobre 2008.
MYMONETRO
Miracolo a Sant'Anna
valutazione media:
2,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il miracolo che non c'èdi RickFeedback: 0 |
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martedì 28 ottobre 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Miracolo a sant’Anna è utile per effettuare un’operazione che di rado si fa: uscire dalle nostre piccole realtà, dal nostro “orticello”, per vedere com’è il mondo là fuori e come il mondo vede noi. Le incongruenze di film di guerra americano ambientato in Italia non sfuggono al nostro occhio, ci può ingannare se ci narra storie francesi, tedesche o russe ma non con storie italiane. No, non sto parlando delle palesi e dichiarate inesattezze storiche circa il massacro di Stazzema, anzi, semmai il regista un po’ ci sperava nella polemica (sapete com’é… bene o male l’importante è che se ne parli), sto parlando di come viene rappresentata la nostra realtà da un regista d’oltreoceano. I toscani parlano tutti fiorentino, i neri di Harlem e gli italiani di Colognora parlano la stessa lingua, dialetti compresi (è così anche nella versione non doppiata), le ragazze del 1944 erano disinibite, emancipate, pronte ad accogliere a tette sventolanti i “negri”. Tutti questi stereotipi (e assurdità) velleitari non suscitano nemmeno rabbia, semmai irritazione, sbuffate stizzite, arricciamenti di naso; ci ricordano che a distanza di tanti anni per “loro” “noi” eravamo (e siamo) nient’altro che macchiette, ben che vada buffi personaggi di cui ridere, quando non fedifraghi, traditori e sostanzialmente inutili (come lo sono nel film i partigiani). Spike Lee si cimenta in un genere che non gli è congeniale e non basta un corso intensivo per fare un buon film di guerra portatore di un messaggio. Le scene di battaglia seguono lo stile iperrealistico inaugurato da “Salvate il Soldato Ryan”: camera mossa, urla, spari, sangue; ma le suddette battaglie sono evidentemente state fatte “al risparmio”, non ci sono mezzi di alcun tipo (a parte uno sparuto cannone), solo i soldatini con le loro armi e le iperbole della telecamera che cerca di far scordare la povertà di una produzione che vuole mettersi a rivaleggiare con i kolossal del genere (addirittura l’unica colonna di blindati e soldati è palesemente fatta al computer). In realtà il tema della guerra è solo un pretesto con cui Lee può imbandire la sua (ennesima) denuncia al razzismo, tra rivalse armate in un bar, lagne contro John Wayne ed esagerazioni sul ruolo dei neri in guerra. Troppo urlata è la morale mistica, in cui la religione è l’unico comune denominatore che può avvicinare i popoli (la scena delle preghiere trasversali). I personaggi principali sono troppo surreali per essere presi sul serio (uno su tutti: il “negro” grande e grosso, copia di Forrest Gump). Angelo (un nome, un programma) è la vetta della scialba metafora religiosa, come Gesù viene fuori da una capanna, “sente le voci”, fa miracoli (almeno nel riparare radio), si rialza come se nulla fosse dopo essersi beccato una pallottola, assolutamente troppo semplicista ed ovvia la valenza religiosa del personaggio (nonché la sua scopiazzatura da Giosuè di “La Vita è Bella”). Curiosamente, nonostante il titolo che porta, il film ha poco a che vedere con Sant’Anna e la sua storia, il massacro è un evento totalmente secondario, raccontato solo tramite una sequenza inutilmente truculenta e splatter, un puro esercizio onanistico a base di violenza nuda e cruda; persino in questa circostanza non si esce dalla morale religiosa, Lee scomoda addirittura Gesù facendo citare una sua celebre frase al prete. Bhe, nonostante questo film, concediamo a Spike il beneficio del dubbio e quindi il perdono, poiché forse non sa quello che fatto. Voto= 1 stella e 1/2.
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