gattoverdeblu
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sabato 16 febbraio 2008
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molto rumore per nulla
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La vicenda di Caos calmo (il film) mi ricorda, per certi versi, quella di Eyes wide shut. Le masse si riversarono a vedere il film attirate da una scena di sesso "spinto". Entrate in sala, si accorsero che la scena era solo un flash all'interno di un film cerebrale, difficile e colto.
Ora, puntualizziamo: Caos calmo non è nessuna di queste cose. E', piuttosto, una commedia. Si ride molto, spesso anche in momenti non previsti dagli autori, proprio nel mezzo di scene che dovrebbero essere drammatiche (Nanni Moretti che piange in macchina davanti alla scuola della figlia è, involontariamente, comico, con la sua vocina isterica). Detto questo, molta gente è andata a vedere il film sulla scia del putiferio relativo alla famosa scena di sesso.
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La vicenda di Caos calmo (il film) mi ricorda, per certi versi, quella di Eyes wide shut. Le masse si riversarono a vedere il film attirate da una scena di sesso "spinto". Entrate in sala, si accorsero che la scena era solo un flash all'interno di un film cerebrale, difficile e colto.
Ora, puntualizziamo: Caos calmo non è nessuna di queste cose. E', piuttosto, una commedia. Si ride molto, spesso anche in momenti non previsti dagli autori, proprio nel mezzo di scene che dovrebbero essere drammatiche (Nanni Moretti che piange in macchina davanti alla scuola della figlia è, involontariamente, comico, con la sua vocina isterica). Detto questo, molta gente è andata a vedere il film sulla scia del putiferio relativo alla famosa scena di sesso.
Scena gratuita, pesante, e anche imbarazzante, per quanto mi riguarda. Ho letto il libro, e anche lì il sesso c'è, certo. Ma una cosa è "leggere di" qualcosa, un'altra è "vedere" qualcosa.
E poi: la Ferrari e Moretti scopano praticamente senza che il pubblico abbia capito niente della loro relazione. Un minuto prima erano su una panchina a parlare, qualche scena dopo stanno scopando in salotto. Non viene fatto cenno all'emotività del protagonista (Piero Paladini) al "come" è finito a letto con la Ferrari....
Moretti mi piace molto come attore, ma questo film non è affatto alla sua altezza.
Un film per le masse, nè più nè meno.
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massarelli
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sabato 16 febbraio 2008
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un velo sopra le emozioni umane..
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Pietro Paladini ha fatto una promessa. Ha promesso alla sua bambina di aspettarla davanti alla scuola fino alla fine delle lezioni. Lara, sua moglie, è morta improvvisamente l'estate scorsa e Pietro non sa decidersi a soffrire, non sa decidersi a ripartire. Seduto su una panchina, giorno dopo giorno riceve le visite e le rivelazioni dolorose dei colleghi, turbati da una fusione aziendale, e dei familiari, preoccupati per il suo stato di "arresto". Trasgredite le regole dell'efficienza e della produttività e abitato da una sorprendente calma, Pietro resta in attesa del dolore e della vita dopo il dolore.
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lilli
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sabato 16 febbraio 2008
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il calmo caos e gli abbracci di pietro
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“Caos calmo” è un film che si pone l’obiettivo di analizzare lo stato di malessere, di disagio e confusione da cui si sente sopraffatto il personaggio di Pietro (Moretti), un uomo riservato e controllato, in seguito alla perdita della moglie. Pietro non riesce ad esternare il dolore provocato da questo lutto e l’apparente calma che mostra agli altri è un modo per proteggere sé stesso dall’immenso “caos” in cui sono sprofondate le sue certezze. Decide di passare le sue giornate in un giardino, luogo della tranquillità e della “purezza” per eccellenza, luogo nel quale si sviluppa la sua catarsi. Decide di fare“ordine”, di fare quasi un bilancio della sua vita, partendo dalle cose più banali: i numerosi elenchi di “case in cui ho vissuto”, “compagnie aree con cui ho volato” sono semplicemente, a mio avviso, un modo attraverso il quale Pietro tenta di dare un senso di “concretezza” alla sua vita, a quella vita che gli sta scivolando tra le dita.
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“Caos calmo” è un film che si pone l’obiettivo di analizzare lo stato di malessere, di disagio e confusione da cui si sente sopraffatto il personaggio di Pietro (Moretti), un uomo riservato e controllato, in seguito alla perdita della moglie. Pietro non riesce ad esternare il dolore provocato da questo lutto e l’apparente calma che mostra agli altri è un modo per proteggere sé stesso dall’immenso “caos” in cui sono sprofondate le sue certezze. Decide di passare le sue giornate in un giardino, luogo della tranquillità e della “purezza” per eccellenza, luogo nel quale si sviluppa la sua catarsi. Decide di fare“ordine”, di fare quasi un bilancio della sua vita, partendo dalle cose più banali: i numerosi elenchi di “case in cui ho vissuto”, “compagnie aree con cui ho volato” sono semplicemente, a mio avviso, un modo attraverso il quale Pietro tenta di dare un senso di “concretezza” alla sua vita, a quella vita che gli sta scivolando tra le dita. Una concretezza di cui ha bisogno perché grazie a questa può trarre la sicurezza dell’esistenza e contrastare l’idea della morte, la cui irreversibilità spaventa ed atterrisce.
Meravigliose le musiche scelte per la colonna sonora: il forte impatto di queste catapulta lo spettatore nel “caos” interiore di Pietro ed è in netto contrasto con la lentezza e la calma delle scene che ricordano la calma esternata dal protagonista. Otre alle riflessioni “Caos calmo” regala anche dei momenti divertenti: Gassman e Moretti sono così complici da sembrare davvero fratelli e le scene in cui recitano insieme, sono senza dubbio dei piccoli esempi di gradevole commedia.
Una considerazione personale…Tra gli innumerevoli abbracci che Pietro riceve nel corso del film quello che mi ha trasmesso maggiore “calore” è sicuramente l’ultimo: l’abbraccio dell’adorabile Kasia Smutniak. Il loro non-rapporto è una delle cose più belle e poetiche di questo film. Il loro incontro che si rinnova ogni mattina ma che è sempre uguale a se stesso mi ha fatto pensare a quante volte usciamo di casa nella speranza di incontrare quella persona sconosciuta che percorre la nostra stessa strada ma nel verso opposto. Speriamo di incontrare quella persona della quale non conosciamo nome, voce e provenienza per condividere solo un breve ma intenso istante che finirà per perdersi in un battito di ciglia. I tratti del suo volto ci appartengono, perché li abbiamo stampati nella mente e non c’è bisogno di presentazioni perché come dice proprio Kasia “tanto ci conosciamo”. Queste semplici parole mi hanno commossa così come lo sguardo finalmente “vivo” di Moretti che irradia lo schermo nel momento immediatamente successivo alla loro delicata pronucia. Sequenza mille volte più coinvolgente ed intensa di una scena di sesso rocambolesca, ben recitata ma vuota.
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ciccio
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sabato 16 febbraio 2008
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spot
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Un commento semplice e malizioso:
Non ho capito se è un bel film o uno spot per la BMW station wagon.
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ventodelnord
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venerdì 15 febbraio 2008
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a zent'anni!!!!
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il regista Grimaldi,come sempre con la sua classe riesce a coinvolgere anche lo spettatore più distratto...essenziale ma sempre profondo!!!Anche "caos calmo"sarà un film con argomenti sui quali riflettere.
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giovi
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venerdì 15 febbraio 2008
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pubblico!piu'leggerezza!!!
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PREMETTO CHE NON HO ANCORA VISTO IL FILM E SOPRATTUTTO NON HO MAI LETTO PRIMA DI UNA VISIONE LE CRITICHE DEL PUBBLICO!
CAPISCO CHI, PER MESTIERE, ANALIZZA OGNI SPIGOLO DELLA PRODUZIONE DI UN FILM, DA PARTE DEL PUBBLICO MI ASPETTO COMMENTI PIU' SPICCI....SEMPLICEMENTE LA TRADUZIONE DI UN SENTIMENTO...
LA VITA E' GIA' COSI' COMPLICATA!!!!!!!!!!!!!!
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adalberto
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venerdì 15 febbraio 2008
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furbo, ammiccante, senza pathos
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Forse, per ragioni produttive, Nanni Moretti non ha voluto far “suo” questo film (in fondo è una produzione RAI Cinema, perché impegnarsi di più?), che rimane comunque un film decisamente ‘morettiano’. E per chi lo ha apprezzato in passato, come me, non è un complimento!
Oltretutto, quando è esclusivamente attore ha due espressioni fondamentali: in piedi e seduto.
Un film dello sceneggiatore (Moretti) e del produttore (Procacci), che hanno affidato ad Antonello Grimaldi il ruolo di “tecnico addetto alle riprese”. Ruolo che, anche in passato, ha sempre svolto con attenzione e professionalità.
CAOS CALMO è un film ‘furbo’, ammiccante, senza pathos (nonostante l’argomento), scontato.
Con una pletora di personaggi di contorno che sembrano figurine di un album ormai fuori tempo massimo e senza un gran costrutto per il corpus dell’opera.
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Forse, per ragioni produttive, Nanni Moretti non ha voluto far “suo” questo film (in fondo è una produzione RAI Cinema, perché impegnarsi di più?), che rimane comunque un film decisamente ‘morettiano’. E per chi lo ha apprezzato in passato, come me, non è un complimento!
Oltretutto, quando è esclusivamente attore ha due espressioni fondamentali: in piedi e seduto.
Un film dello sceneggiatore (Moretti) e del produttore (Procacci), che hanno affidato ad Antonello Grimaldi il ruolo di “tecnico addetto alle riprese”. Ruolo che, anche in passato, ha sempre svolto con attenzione e professionalità.
CAOS CALMO è un film ‘furbo’, ammiccante, senza pathos (nonostante l’argomento), scontato.
Con una pletora di personaggi di contorno che sembrano figurine di un album ormai fuori tempo massimo e senza un gran costrutto per il corpus dell’opera. E guest stars in camei “ad usum delphini” dei mercati internazionali.
La sensazione finale è un surplus di noia che ti fa dimenticare il film appena usciti dalla sala.
P.S. Il sesso al cinema? Bisogna saperlo fare, girare e dargli un senso, una qualche utilità drammaturgica e cinematografica.
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marta76
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venerdì 15 febbraio 2008
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moretti forever
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Ho letto il libro in tempi non sospetti e devo dire che il personagio di Paladini non mi era molto piaciuto. Nel libro infatti Paladini passa dal lutto al c.d. risveglio senza mai un cedimento al dolore che, nell'elaborare un lutto, per ciascuno di noi ritengo sia un passaggio necessario anche se è proprio il momento in cui "si tocca il fondo" prima di rialzarsi.
Il Paladini di Moretti è Moretti stesso. Nel film il personaggio ha una marcia in più non solo perchè Paladini "cede" (la scena di dolore in macchina di notte è intensa e toccante), ma anche perchè Moretti è stato in grado di interpretare un uomo colpito dal classico "palo in fronte" che cerca di fare la cosa che ci viene meglio in questi casi: concentrarsi a proteggere da un dolore uguale al nostro, coloro che amiamo.
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Ho letto il libro in tempi non sospetti e devo dire che il personagio di Paladini non mi era molto piaciuto. Nel libro infatti Paladini passa dal lutto al c.d. risveglio senza mai un cedimento al dolore che, nell'elaborare un lutto, per ciascuno di noi ritengo sia un passaggio necessario anche se è proprio il momento in cui "si tocca il fondo" prima di rialzarsi.
Il Paladini di Moretti è Moretti stesso. Nel film il personaggio ha una marcia in più non solo perchè Paladini "cede" (la scena di dolore in macchina di notte è intensa e toccante), ma anche perchè Moretti è stato in grado di interpretare un uomo colpito dal classico "palo in fronte" che cerca di fare la cosa che ci viene meglio in questi casi: concentrarsi a proteggere da un dolore uguale al nostro, coloro che amiamo.
Sono anche una morettiana doc quindi il film mi è piaciuto anche per il modo unico e non sempre popolare che Moretti ha nel dirigere o interpretare un film.
Vorrei dire qualcosa sulla famigerata scena che era necessaria in quanto nel libro (e nel film) è il punto di svolta, il c.d. ritorno alla vita, brusco e quasi traumatico certo, che libera il protagonista anche dalla "rabbia" che incosciamente prova nei confronti della donna salvata mentre in sua assenza la moglie moriva.
Ritengo che la scena sia effettivamente un pò goffa, come sostiene la Tornabuoni nel suo articolo, ma mi viene da dire che in certi momenti si è spesso molto goffi. Tra i due il più naturale è sicuramente il guru Moretti che, forse per questo, ci ha anche un pò sorpresi.La Ferrari era imbarazzatissima e non lo ha nascosto.
Qualcosa certo è mancato nello sceneggiare un libro che è un lungo monologo introspettivo; non c'è stato il colloquio più bello che Paladini ha nel libro con il capo Steiner/Polanski; alcune scene e alcuni personaggi irrompono troppo all'improvviso; il film è ambientato a Roma e non a Milano.
Però, concludo, la fede è fede, quindi dico che Moretti per me è un grande con la sua eterna aria impacciata, la sua inconfondibile ironia, la sua tipica aria di disctacco un pò studiato.
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[+] chi ti paga per giustificare questo brutto film
(di beniamino)
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[+] bello il ruolo di mm..oretti? macchè scherziamo?
(di 6 oggettivamente di parte)
[ - ] bello il ruolo di mm..oretti? macchè scherziamo?
[+] film molto bello....
(di fabio1972)
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er critico
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giovedì 14 febbraio 2008
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moretti rovina tutto
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se non cifosse moretti sarebbe pure un bel film!!
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maus
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giovedì 14 febbraio 2008
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spettatori di un lutto
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Sono sempre incuriosito dalla trasposizione su pellicola di un romanzo. Tanto più lo ero per 'Caos calmo', il cui incipit mi aveva colpito, ma verso il quale, scorrendo le pagine ho visto scemare il mio entusiasmo. Di fronte allo schermo, stessa reazione. La domanda che mi ponevo era: come farà il regista a rendere il dialogo interiore di Pietro, il travaglio psicologico dei personaggi, il cammino percorso dal protagonista? Senza dubbio accurata la scelta degli attori, tutti adattissimi alle parti a loro affidate, e non poteva essere diversamente! Chi meglio di Orlando avrebbe potuto fare il 'collega tormentato' che rinuncia a questo mondo pieno di falsità per rifugiarsi in Africa? E quale miglior volto dare a Carlo, se non Alessandro Gassman? Lo stesso vale per Pietro-Moretti.
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Sono sempre incuriosito dalla trasposizione su pellicola di un romanzo. Tanto più lo ero per 'Caos calmo', il cui incipit mi aveva colpito, ma verso il quale, scorrendo le pagine ho visto scemare il mio entusiasmo. Di fronte allo schermo, stessa reazione. La domanda che mi ponevo era: come farà il regista a rendere il dialogo interiore di Pietro, il travaglio psicologico dei personaggi, il cammino percorso dal protagonista? Senza dubbio accurata la scelta degli attori, tutti adattissimi alle parti a loro affidate, e non poteva essere diversamente! Chi meglio di Orlando avrebbe potuto fare il 'collega tormentato' che rinuncia a questo mondo pieno di falsità per rifugiarsi in Africa? E quale miglior volto dare a Carlo, se non Alessandro Gassman? Lo stesso vale per Pietro-Moretti. Spicca in questa trasposizione un difetto evidente: pur di rappresentare tutta l'umanità che siede sulla panchina di Pietro e che è presente nel romanzo, il regista e lo sceneggiatore hanno mescolato personaggi e storie e lo spettatore finisce con il perdersi e non comprendere che strada seguire. O forse voleva essere proprio questo il messaggio di Veronesi e di Grimaldi: tuffarci per un attimo in un dolore mescolato a molte vite e a un evento quale la fusione di due multinazionali potenti, per riemergerne senza una morale, una riflessione particolare. Siamo stati anche noi su una panchina osservatori e poi siamo ritornati alle nostre vite? Mah... Resto ancora perplesso come alla fine della lettura del romanzo...
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