Anno | 2002 |
Genere | Storico |
Produzione | Italia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Andrea Manni |
Attori | Daniele Liotti, Claudia Coli, Alessandro Benvenuti, Roberto Citran, Francesca De Sapio Joaquim de Almeida, Marco Giallini, Antonella Troise. |
MYmonetro | 2,88 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 luglio 2020
Storie di ordinaria follia giudiziaria in Italia: Massimo Carlotto accusato di un omicidio di cui era stato solo involontario testimone nel 1976, fu costretto ad un calvario di processi, carcere e fughe per mezzo mondo che si risolse solo 10 anni fa. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello,
CONSIGLIATO SÌ
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Il film rievoca il "caso Carlotto", storia di Massimo Carlotto, unico testimone di un omicidio avvenuto a Padova quando aveva 18 anni, che si ritrovò invece accusato di essere l'assassino: 11 processo, 6 anni di prigione e 5 da "fuggiasco" tra Francia, Spagna e Messico, attraverso un'odissea legale che durò 18 anni e che si interruppe solo nel 1993 con la grazia del Presidente della Repubblica.
Una storia di ordinaria follia giudiziaria nella nostra bella Italia diventa un appassionante film sceneggiato dallo stesso Carlotto e dal regista Andrea Manni. Il coinvolgimento del protagonista, nella realtà, di questa Odissea moderna è forse l'elemento che rende Il fuggiasco un affresco biografico straordinariamente intenso e credibile. Il film ha il merito di tenere alta la tensione senza ricorrere a bassi espedienti tipici del genere - richiamo al senso civico, esaltazione strappalacrime, vittimismo. È invece scattante e ben recitato, persino frizzante nella prima parte che vede Carlotto darsi alla macchia in giro per l'Europa. Il ritmo scende inevitabilmente al momento del rientro in Italia e per tutta l'ultima parte che ruota attorno al carosello dei processi in aula e delle pratiche per la richiesta di grazia, ma la lieve opacità della sceneggiatura in alcuni momenti della finzione non diminuisce la carica emotiva veicolata dalla realtà allucinante di questa vicenda. Anche questo è patrimonio nazionale.
Com'è stato giustamente detto, non si può presentare il protagonista come innocente per definizione: è, certo, comprensibile il desiderio di evidenziare le sofferenze di una persona ingiustamente punita, ma si doveva pensare a mettere maggiormente in risalto le discrasie della vicenda giudiziaria, seppur per sintesi, anche perchè non tutti la conoscono.
La vicenda giuduziaria di Carlotto, per le sue contraddizioni, è uno di quei casi dove la realtà sembra superare la fantasia. Quindi c'era tanto materiale per produrre un ottimo flim e invece la vicenda giuduziaria viene solo accennata- Il fuggiasco infatti si concentra solo il periodo di latitanza (con tutte le difficoltà) di Massimo Carlotto.
Il protagonista di questo film che ha lo stesso titolo del primo romanzo di Massimo Carlotto dopo la fine della sua odissea giudiziaria, è Carlotto stesso. Interpretato (con una maturità prima sconosciuta) da Daniele Liotti. Quello che dalla metà degli anni 90 è noto come l'inventore del detective che si fa chiamare Alligatore, amante del calvados come Maigret, e come uno dei più promettenti scrittori [...] Vai alla recensione »
Massimo Carlotto, prima di diventare il principale esponente italiano del “neopolar” letterario, è stato vittima di un clamoroso, quanto vergognoso, errore giudiziario. Accusato di omicidio senza alcun riscontro oggettivo sulle circostanze del delitto, ha subito un calvario di processi, sei anni di carcere e cinque altrettanto duri di latitanza. Il regista Andrea Manni si è appassionato al suo caso, [...] Vai alla recensione »
Il cinema italiano esplora le storie oscure del nostro passato recente. Errori giudiziari ne sono sempre accaduti, ma Il fuggiasco, diretto con sicurezza e passione da Andrea Manni, romano, racconta qualcosa di più: un caso limite di ingiustizia all’italiana, in cui si sommano pregiudizio politico della polizia e inefficienza indifferente della magistratura.
Quale argomento migliore di un uomo che fu e, di un uomo innocente e disperato, che si sente braccato e impotente, stretto in un cerchio che si sta chiudendo intorno a lui?”. Così, ai tempi di Intrigo internazionale, Alfred Hitchcock spiegava il perché della sua scelta. C’è però chi un soggetto dei genere non se io è scelto affatto, ma ci si è trovato dentro suo malgrado.
Il titolo non tragga in inganno: niente a che vedere con Il fuggitivo, anche se il secondo lungometraggio di Manni cerca di conservare il ritmo e le scansioni narrative del buon prodotto di genere, e a tratti ci riesce. L'incipit non tragga in inganno: Liotti corre, è vero, ma nulla a che fare con gli esercizi di stile elettronico alla Lola corre. Il fuggiasco, tratto dall'omonimo libro di Carlotto [...] Vai alla recensione »