gianpaolo
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giovedì 24 novembre 2005
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maturità d'autore
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Crepuscolare in quanto segna la fine di un'epopea, "C'era una volta il west" può a tutti gli effeti essere considerato il capolavoro di Leone,...il quale riesce magistralmente a nobilitare tutti i "cliche" del genere,...solitamente descritti in maniera pittoresca ed approssimativa.
Altresì il regista romano si è avvalso della collaborazione dell'allora "astro nascente" Dario Argento,..autore dello straordinario "incipit" nonche co-sceneggiatore assieme a B.Bertolucci, e allo stesso Leone del Film.
Da segnalare la colonna sonora di Ennio Morricone,..non solo per la sua poco discutibile bellezza,...ma (a mio avviso) soprattutto per il geniale utilizzo fattone dal regista,..il quale l'ha intelligentemente abbinata (più che allo sviluppo delle situazioni sceniche) ai suoi personaggi,.
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Crepuscolare in quanto segna la fine di un'epopea, "C'era una volta il west" può a tutti gli effeti essere considerato il capolavoro di Leone,...il quale riesce magistralmente a nobilitare tutti i "cliche" del genere,...solitamente descritti in maniera pittoresca ed approssimativa.
Altresì il regista romano si è avvalso della collaborazione dell'allora "astro nascente" Dario Argento,..autore dello straordinario "incipit" nonche co-sceneggiatore assieme a B.Bertolucci, e allo stesso Leone del Film.
Da segnalare la colonna sonora di Ennio Morricone,..non solo per la sua poco discutibile bellezza,...ma (a mio avviso) soprattutto per il geniale utilizzo fattone dal regista,..il quale l'ha intelligentemente abbinata (più che allo sviluppo delle situazioni sceniche) ai suoi personaggi,..riuscendo ad attribuirgli una sorta di valenza intimistica,... e dandogli una desueta capacità descrittiva.
"C'era una volta il west",...è la testimonianza del raggiungimento di una assoluta maturità artistica.
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daniwiller
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domenica 20 novembre 2005
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bel film
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Bel film...però concordo con Farinotti per tutto il resto.
Lo giudico per quello che è, cioè BELLO, perchè di Western non ha niente. Non basta mettere uno scorcio della Monument Valley e...tack.."C'era una volta il west".
Comuqnue si, nel suo genere è bello, anche se gli Spaghetti Western non mi vanno giù e ancora meno sopporto lo stile di Leone lento e pieno di primi piani interminabili e non lo vedo motivo di elogio...ma posso capire che a altri possa piacere.
Comunque non lasciatevi fregare da tutte queste novità (titoli iniziali interminabili, titolo del film inserito alla fine, montaggio innovativo delle scene ..) e giudicate il film per quello che è.
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(di heinrich)
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[+] forse ti leggi troppi zagor
(di il vampiro della mutua)
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andrews
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lunedì 5 settembre 2005
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grande western
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UN GRANDE WESTERN DEL GRANDISSIMO SERGIO LEONE,OSANNATO IN AMERICA E SPESSO DIMENTICATO IN ITALIA.
IN AMERICA è CONSIDERATO UNO DEI PIù GRANDI WESTERN DELLA STORIA DEL CINEMA.
LE 3 ORE DI DURATA NON SI SENTONO PER NIENTE.
CAST ECCEZIONALE:FONDA TRASFORMATO IN VILLAIN PER LA PRIMA VOLTA NELLA SUA CARRIERA,LA CARDINALE SPLENDIDA COME NON MAI.
IL TUTTO INFARCITO DALLA MERAVIGLIOSA MUSICA DI ENNIO MORRICONE,CHE COME SEMPRE NEI FILM DI LEONE, FUNGE DA SECONDA SCENEGGIATURA.
COME SI FA A DARE 3 STELLE AD UN FILM COSì?
W SERGIO
[+] netiquette
(di naufrago)
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matteo
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mercoledì 10 agosto 2005
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questioni di spirito..
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Direi che la fogna della critica ci ha abituato fin troppo, nel corso degli ultimi 4-5 secoli, alle proprie flautulenze gerontocrate.. è ora di finirla con le questioni di spirito e con gli "-ismi" della cultura. Amico mio, non esistono Pantheon del Senso interno, e i ragionieri sono stati - il nome Novalis dice nulla? - talvolta dei grandissimi poeti.
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dusk
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lunedì 21 febbraio 2005
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la fine del mito
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Epocale, malinconico, dilatato.
Con "C'era una volta il West" Leone cambia registro, toni narrativi e filosofia estetica rispetto alla trilogia del dollaro e sceglie di trasmetterci tutta la disillusione e il disincanto di un'epoca che tramonta.
La forza del film sta essenzialmente in due componenti: la regia, che è lenta, maestosa, filodrammatica ma mai eccessiva; ed i personaggi, dotati di un profilo psicologico tanto convincente da lasciare lo spettatore senza fiato.
Armonica (Charles Bronson) è il fantasma venuto dal passato: l'ultimo eroe del West, con il suo desiderio di vendetta. Che non è catarsi e non ha nulla di liberatorio: appare più una vendetta necessaria, anacronistica e che lascia nello spettatore una dimensione di vuoto e di impossibilità di capovolgere il flusso degli eventi.
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Epocale, malinconico, dilatato.
Con "C'era una volta il West" Leone cambia registro, toni narrativi e filosofia estetica rispetto alla trilogia del dollaro e sceglie di trasmetterci tutta la disillusione e il disincanto di un'epoca che tramonta.
La forza del film sta essenzialmente in due componenti: la regia, che è lenta, maestosa, filodrammatica ma mai eccessiva; ed i personaggi, dotati di un profilo psicologico tanto convincente da lasciare lo spettatore senza fiato.
Armonica (Charles Bronson) è il fantasma venuto dal passato: l'ultimo eroe del West, con il suo desiderio di vendetta. Che non è catarsi e non ha nulla di liberatorio: appare più una vendetta necessaria, anacronistica e che lascia nello spettatore una dimensione di vuoto e di impossibilità di capovolgere il flusso degli eventi.
Il crepuscolare Cheyenne è, a mio avviso, il personaggio più riuscito del film: una sorta di Tuco invecchiato, che ha perso la verve e la spavalderia appannaggio di una pacatezza e consapevolezza che è misura e specchio del tempo.
Gilles, interpretata da una Cardinale più bella che mai, è il futuro: il "Mito", nell'accezione Fordiana del termine, si fa da parte e lascia il passo al futuro. La donna, sempre in secondo piano, qui diventa elemento dominante. Un personaggio risoluto che ha in sè tutto il fascino di quella "forza" tipicamente femminile che non stancherà mai di affascinare.
Leone, mai come ora, abbandona il geniale infantilismo che ha reso grande la "trilogia del dollaro" e ci presenta una sceneggiatura complessa, sofferta, piena di silenzi e contemplazione, ma non per questo priva delle celebri battute caustiche da "cult movie" (una su tutte, il celeberrimo botta e risposta tra Cheyenne e Armonica su "Giuda e i dollari").
Un Capolavoro immortale del cinema, ulteriormente impreziosito da un Ennio Morricone in grande spolvero.
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strangelove'90
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martedì 15 febbraio 2005
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questo sì che è un western!
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Intendiamoci, non che i film della trilogia del dollaro (Per un pugno di dollari, per qualche dollaro in più ed il buono il brutto e il cattivo) con il grande Clint non siano dei grandi film, soltanto che questo è qualcosa in più di un semplice western. L'idea iniziale di partire dai tipici cliché del cinema western (la prostituta, il malvagio proprietario terriero, il killer, il vendicatore senza nome...)era davvero ottima, ma la realizzazione è andata oltre ogni limite di immaginazione! All'ironia leoniana si affianca un gusto malinconico ed un po' amaro, alla sua tipica velocità (soprattutto nelle sparatorie) si contrappone una lentezza quasi insostenibile, fatta di piccoli particolari, di folate di vento e di giochi di occhi (se così si può dire).
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Intendiamoci, non che i film della trilogia del dollaro (Per un pugno di dollari, per qualche dollaro in più ed il buono il brutto e il cattivo) con il grande Clint non siano dei grandi film, soltanto che questo è qualcosa in più di un semplice western. L'idea iniziale di partire dai tipici cliché del cinema western (la prostituta, il malvagio proprietario terriero, il killer, il vendicatore senza nome...)era davvero ottima, ma la realizzazione è andata oltre ogni limite di immaginazione! All'ironia leoniana si affianca un gusto malinconico ed un po' amaro, alla sua tipica velocità (soprattutto nelle sparatorie) si contrappone una lentezza quasi insostenibile, fatta di piccoli particolari, di folate di vento e di giochi di occhi (se così si può dire). Ma soprattutto alla povertà dei suoi primi film si sostituisce un titanico gusto per la realtà storica mista a mito, come in un film epico anni '50 di De Mille. Per questo è il western leoniano più bello: perchè è unico, diverso dagli altri. Potrei (ma non lo faccio) dare una quinta stellina a Sergio, perchè ha avuto il coraggio di cambiare, di stupire, anche a costo di deludere i fan. Questa è una qualità che nel cinema di oggi è così rara...
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(di heinrich)
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frank
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venerdì 14 gennaio 2005
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leone ....
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Ho visto che si può dire di tutto anche io voglio dire la mia : Leone fa schifo, evviva il grandiosissimo , bellissimo , internazionalissimo, apoliticissimo , recitatissimo cinema italiano di oggi!.....
[+] frank non capisci niente di cinema
(di west)
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alberto
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martedì 11 gennaio 2005
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mi chiamo alberto e mi piacciono i film western!
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Amo John Ford, Sergio Leone, Sam Peckinpah, Clint Eastwood, Kevin Costner... e sto aspettando il prossimo.
Se parlo dei film di Sergio Leone forse non riesco ad essere obiettivo, ma non posso dire altro che sono tutti film di altissimo livello. Il suo è uno stile nuovo (per la sua epoca ovviamente) che offre una interpretazione, se vogliamo personale, ma assolutamente di rottura rispetto ai classici. Mi piacciono i film di Ford, ma non posso non ridere quando ad ogni colpo di fucile di John Wayne cadono dieci indiani. Ma quando guardo quei film questo lo so già. Nel west di Leone questo non succede: un colpo di pistola è un singolo colpo di pistola e magari fa secco un bambino che ha sentito il nome sbagliato; un pugno è un pugno e lascia un livido sulla faccia di chi lo riceve che non è pallida e perfetta come quella di James Stewart, ma sudata e abbronzata e spettinata come quella di Tuco (Eli Wallach).
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Amo John Ford, Sergio Leone, Sam Peckinpah, Clint Eastwood, Kevin Costner... e sto aspettando il prossimo.
Se parlo dei film di Sergio Leone forse non riesco ad essere obiettivo, ma non posso dire altro che sono tutti film di altissimo livello. Il suo è uno stile nuovo (per la sua epoca ovviamente) che offre una interpretazione, se vogliamo personale, ma assolutamente di rottura rispetto ai classici. Mi piacciono i film di Ford, ma non posso non ridere quando ad ogni colpo di fucile di John Wayne cadono dieci indiani. Ma quando guardo quei film questo lo so già. Nel west di Leone questo non succede: un colpo di pistola è un singolo colpo di pistola e magari fa secco un bambino che ha sentito il nome sbagliato; un pugno è un pugno e lascia un livido sulla faccia di chi lo riceve che non è pallida e perfetta come quella di James Stewart, ma sudata e abbronzata e spettinata come quella di Tuco (Eli Wallach).
Il west di Leone è duro e spietato e diventa effettivamente un luogo mitico dove si scontrano i titani (quelli con le pistole) casualmente mescolati tra i comuni mortali. E quando si entra nel mito si parla di epica, i toni cambiano, e C'era una volta il west è una elegia di celebrazione del west in tanti suoi aspetti diversi.
La scena iniziale in cui i tre sgherri aspettano Armonica è un capolavoro perchè ad un certo punto nella stazione ci entriamo anche noi.
Mi fermo qui nella difesa.
Aggiungo che le scene che mi piacciono di più sono quella in cui dopo il massacro escono allo scoperto i sicari di Frank con gli spolverini neri come angeli vendicatori, quella in cui la telecamera si alza da dietro la stazione in cui è entrata Jill e compare la Monument Valley (il WEST) perfetta fusione tra musica e immagini, quella in cui Morton rimasto solo contempla il quadro dell'oceano, e tutto il finale da quando Frank cavalca tra i lavoratori della stazione in poi.
Non sono un ragioniere, sono un ingegnere e questo tipo di poesia in immagini e musica mi piace moltissimo. Grazie Sergio!
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[+] bravo!
(di callisto)
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[+] accidenti alla televisione
(di il sorpasso)
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(di serpico)
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luca
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domenica 26 dicembre 2004
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datti all'ippica!
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Dimenticavo, vorrei dare un consiglio al sedicente critico che ha avuto il coraggio di sciorinare la sua ignoranza: CAMBIA MESTIERE!
[+] che vergogna!
(di claudius)
[ - ] che vergogna!
[+] ma questo qui come fa a fare il critico cinematogr
(di spaturno)
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luca
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domenica 26 dicembre 2004
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la magia di leone
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"Ho preso la decisione di voler fare il regista quando ho visto c'era una volta il west in tv.Per me è stato come aprire un manuale sull'arte di fare la regia".Con queste parole Quentin Tarantino fa il suo omaggio a questo meraviglioso capolavoro del cinema italiano e mondiale.Dalla scena iniziale della porta che scricchiola all'ultima nota di Ennio Morricone,il film è impeccabile: nei dialoghi tra i personaggi, nello scavare la loro psicologia, nella sceneggiatura,nella sua dimensione onirica.L'incastro tra la musica e le parole dei personaggi è ,ancora una volta,meravigliosamente perfetto.La dilatazione dei tempi d'attesa (piatto forte del Nostro) rappresenta nel prologo dei dodici minuti iniziali un'indimenticabile emozione.
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"Ho preso la decisione di voler fare il regista quando ho visto c'era una volta il west in tv.Per me è stato come aprire un manuale sull'arte di fare la regia".Con queste parole Quentin Tarantino fa il suo omaggio a questo meraviglioso capolavoro del cinema italiano e mondiale.Dalla scena iniziale della porta che scricchiola all'ultima nota di Ennio Morricone,il film è impeccabile: nei dialoghi tra i personaggi, nello scavare la loro psicologia, nella sceneggiatura,nella sua dimensione onirica.L'incastro tra la musica e le parole dei personaggi è ,ancora una volta,meravigliosamente perfetto.La dilatazione dei tempi d'attesa (piatto forte del Nostro) rappresenta nel prologo dei dodici minuti iniziali un'indimenticabile emozione.Difficile trovare un difetto.Il personaggio più interessante è quello di Jill.
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