fabrizio/bukettes
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martedì 11 dicembre 2007
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il capolavoro assoluto di sergio leone
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la leggendaria squenza inziale testimonia il grnde capolavoro a cui presto si assistera. quentin tarantino ha detto che questo film e un vero e propio manuale di regia. e ha perfettamente ragione perchè vedere questo vuol dire (insieme ad altri) insegnare e ispirare a fare cinema
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sgaluppi
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venerdì 30 novembre 2007
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eccezzionale
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Credo sia uno dei film piu belli della storia del cinema!!I primi venti minuti, pieni di silenzioso rumere,sguardi,smorfie,beh questo è la quinta essenza del cinema!Capolavoro assoluto!!Si puo apprezzare o meno,ma non si puo assolutamente dire che sia fatto male!Non capisco come certi critici cinematografici che,dicono che se ne intendono,possa essere cosi miopi,non vedere al di l adel propio naso!!non capisco come continuino a fare i critici!Se un panettiere non sa fare il pane viene cacciato!!Non capisco questi critici come facciano a non cacciarli!!
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carmine rozzi
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domenica 18 novembre 2007
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il western che gli americani avrebbero voluto fare
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"Cera una volta il west" sta all'epopea della frontiera americana fatta di proletari in spolverini impolverati come "Via col vento" alla sua borghesia in merletti incipriati. Non posso essere in alcun modo d'accordo con la recensione della "famiglia Morandini" (se mi si passa il termine). In essa si cerca quasi di far passare il capolavoro di Leone (finalmente giudicato dalla stessa critica americana tra i quattro miglior western di sempre) come una specie di "gran guignol" in chiave western. A parte alcune sviste madornali come quella di attribuire a Frank Wolff (Mac Bain nel film)la parte del fratello di Armonica (Charles Bronson) ucciso da Frank (Henry Fonda)la recensione offende il merito di aver saputo ridare dignità epica al genere dopo un periodo di stanca succedutosi alle sequele fordiane.
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"Cera una volta il west" sta all'epopea della frontiera americana fatta di proletari in spolverini impolverati come "Via col vento" alla sua borghesia in merletti incipriati. Non posso essere in alcun modo d'accordo con la recensione della "famiglia Morandini" (se mi si passa il termine). In essa si cerca quasi di far passare il capolavoro di Leone (finalmente giudicato dalla stessa critica americana tra i quattro miglior western di sempre) come una specie di "gran guignol" in chiave western. A parte alcune sviste madornali come quella di attribuire a Frank Wolff (Mac Bain nel film)la parte del fratello di Armonica (Charles Bronson) ucciso da Frank (Henry Fonda)la recensione offende il merito di aver saputo ridare dignità epica al genere dopo un periodo di stanca succedutosi alle sequele fordiane. A parte le tante innovazioni nell'inquadratura, nel montaggio e nei dialoghi (non più stucchevolmente stereotipati)per la prima volta nella storia dei film western uno dei ruoli principali e di maggior spessore viene ritagliato per la figura di Gill (Claudia Cardinale da Oscar): donna forte e fiera. Altra definizione che non fa onore all'opera di Leone è l'aver voluto elogiarlo per essersi avvicinato ad "un Peckinpah". Caso mai sarà il contrario visto che, anni dopo, lo stesso regista di "The wild Bunch" ammetterà, per le sfaccettature caratteriali dei suoi personaggi (vedi William Holden e Robert Ryan)di essersi ispirato a quelle che egli stesso definirà come le "leggendarie caratterizzazioni" di Leone. Il film, benchè nominato agli Oscar, non ebbe nessun premio. Decenni dopo, ricalcando pesantemente i personaggi, le ambientazioni, le trame e la crudezza del suo mentore Clint Eastwood ne riceverà ben quattro per "The Unforgiven": questo sì un "gran-guignol" decadente. Con buona pace di: Cera una volta il West,Ombre Rosse,Il Mucchio Selvaggio, Mezzogiorno di Fuoco, Quel Treno per Wuma a mio avviso tutti ben più meritevoli.
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miki spin
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domenica 9 settembre 2007
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la crudele malinconia della fine
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un film essenzialmente triste, un film che parla della fine, la fine dell'West (e dello Western). E' (per me, e non se ne abbiano male i fan di questa comunque bella pellicola) inferiore alla trilogia del dollaro, soprattutto per l'ironia feroce e glaciale dei tre film precedenti. E' un film duro, come sempre caratterizzato da antieroi, ma questa volta mostrati non con il solito umorismo cinico, ma con una semplice crudeltà cieca. Un film lento pieno di volti e attese (e pianosequenze), fino all'ansiogeno flashback finale, che, all'contrario di quelli degli altri film di Leone, questa volta è chiarissimo, spiega tutto, spiega il freddo e paziente odio di Armonica, spiega il film e ci mostra lo scopo del protagonista, quello di mettere tra i denti di Frank, quella sua armonica, che (come il Pacifico per Morton) rappresenta l'orrore e l'obbiettivo della sua vita.
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un film essenzialmente triste, un film che parla della fine, la fine dell'West (e dello Western). E' (per me, e non se ne abbiano male i fan di questa comunque bella pellicola) inferiore alla trilogia del dollaro, soprattutto per l'ironia feroce e glaciale dei tre film precedenti. E' un film duro, come sempre caratterizzato da antieroi, ma questa volta mostrati non con il solito umorismo cinico, ma con una semplice crudeltà cieca. Un film lento pieno di volti e attese (e pianosequenze), fino all'ansiogeno flashback finale, che, all'contrario di quelli degli altri film di Leone, questa volta è chiarissimo, spiega tutto, spiega il freddo e paziente odio di Armonica, spiega il film e ci mostra lo scopo del protagonista, quello di mettere tra i denti di Frank, quella sua armonica, che (come il Pacifico per Morton) rappresenta l'orrore e l'obbiettivo della sua vita. E nel finale vedendo le rotaie di ferro che conquistano anche l'Ovest, capiamo perchè "c'era una volta" il west, perchè quelle rotaie di ferro stanno per sostituire un'altra cosa, sempre di ferro.
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noodles87
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mercoledì 4 luglio 2007
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il quarto gioiello
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Dopo i primi tre, che chiudevano la trilogia del dollaro, Leone comincia l'altra trilogia che avrà la sua apoteosi in C'era una volta in America. Se con "il Buono, il Brutto e il Cattivo" si chiude l'epopea western, con C'era una volta il west si apre l'era moderna.Già il titolo fa capire come quello a cui si assiste sia un momento di rottura col passato, e la figura della donna che diventa regina del film ne è la controprova.Splendide come sempre le ricostruzioni ambientali, fin nel minimo dettaglio, come amava il maestro.Magnifiche le interpretazioni degli attori(soprattutto Henry Fonda per la prima volta nel ruolo di un cattivo) e eccezionali le musiche del maestro morricone.Voto:10
p.s.
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Dopo i primi tre, che chiudevano la trilogia del dollaro, Leone comincia l'altra trilogia che avrà la sua apoteosi in C'era una volta in America. Se con "il Buono, il Brutto e il Cattivo" si chiude l'epopea western, con C'era una volta il west si apre l'era moderna.Già il titolo fa capire come quello a cui si assiste sia un momento di rottura col passato, e la figura della donna che diventa regina del film ne è la controprova.Splendide come sempre le ricostruzioni ambientali, fin nel minimo dettaglio, come amava il maestro.Magnifiche le interpretazioni degli attori(soprattutto Henry Fonda per la prima volta nel ruolo di un cattivo) e eccezionali le musiche del maestro morricone.Voto:10
p.s. Una chicca:i tre pistoleri che armonica uccide all'inizio dovevano essere, nelle intenzioni del regista, Eastwood,Van Cleef e Wallach, come a voler rimarcare che il western è morto.Ma Easteood rifiutò e la cosa non si fece.Peccato, sarebbe stato un tocco in più al film...
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paolo ciarpaglini
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giovedì 7 giugno 2007
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capolavoro assoluto.
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Ieri sera ho visto forse per la terza, forse quarta volta, questo capolavoro. E dire che fino a pochi anni fà, conoscevo 'solo'gli altri film di Leone, ad esclusione de: 'Il Colosso di Rodi'. (Che ancora non ho mai veduto). Non amo il genere western, devo essere sincero, o almeno non amo il west descritto dalle migliaia di pellicole americane. Quello più crudo, veritiero forse. La storia dei 'visi pallidi', che hanno sempre la meglio sui pellirossa. Se fate caso, in nessuno, dei quattro 'lavori' di Sergio, sul tema west, viene toccato l'argomento. E fà bene, poichè si tratta di un penoso, quanto pesante fardello, che abbiamo sulla coscienza. Egli, descrive quel mondo, quelle terre assolate, polverose, attraverso una violenza empia di eroi quasi da fumetti.
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Ieri sera ho visto forse per la terza, forse quarta volta, questo capolavoro. E dire che fino a pochi anni fà, conoscevo 'solo'gli altri film di Leone, ad esclusione de: 'Il Colosso di Rodi'. (Che ancora non ho mai veduto). Non amo il genere western, devo essere sincero, o almeno non amo il west descritto dalle migliaia di pellicole americane. Quello più crudo, veritiero forse. La storia dei 'visi pallidi', che hanno sempre la meglio sui pellirossa. Se fate caso, in nessuno, dei quattro 'lavori' di Sergio, sul tema west, viene toccato l'argomento. E fà bene, poichè si tratta di un penoso, quanto pesante fardello, che abbiamo sulla coscienza. Egli, descrive quel mondo, quelle terre assolate, polverose, attraverso una violenza empia di eroi quasi da fumetti. Giustizieri, ed impostori. Le scenografie, sono curate maniacalmente. Si fatica infatti, ad immaginare, che si tratti di un set. Il caldo soffocante, pare penetrare in casa propria, mentre lucido risplende il sudore, sullo stupendo corpo di Claudia Cardinale. I personaggi sono descritti minuziosamente, ognuno estremamente caratterizzato. E si tratta di giganti dello schermo, quali Henry Fonda, perfetto nel ruolo di Frank. Cheyenne, un amabile mascalzone. Ma debbo confessare, che il personaggio di 'Armonica' sfiora la mitologia. Charles Bronson, dietro splendidi occhi azzurri, ed una mascera che non tradisce nessuna smorfia, glaciale, eppur giusto. Spietato, eppur buono. Magnifico il finale, mentre, la sagoma sfuocata dell'uomo che perseguita i suoi anni, appare sempre meglio, più distinta, in un crescendo spasmodico di tensione. "Ma cosa stà facendo, là da solo?", chiede Claudia a Cheyenne. "Niente, stà intagliando un ramo.. ma ho l'impressione che quando avrà finito, accadrà qualcosa". I dialoghi sono perentori, musica. Neppure una sillaba in più di ciò che serve. Lea colona sonora, impareggiabile. "Ma perchè gli ha salvato la vita?", chiede la splendida 'bruna', a Cheyenne. "Non gli ha salvato la vita, non ha permesso che lo uccidessero..il chè è diverso..non credi?". Tutto è chiaro adesso. I due, che si avviano verso lo spiazzo.., Armonica sà che vincerà, nei suoi occhi non vi è dubbio. "Sono quì per te. Chì sei, cosa vuoi da me..?", gli chiede Frank. "Rischi, di non saperlo mai". I due sono di fronte, l'un l'altro, attimi che si dilatano, allungano, per la maestria registica. Uno sparo, secco. Giustizia è fatta, la vendetta compiuta. Cheyenne che si taglia mentre stà radendosi... impareggiabili attimi. Unqa mano sul fondoschiena della Cardinale: "Se fanno questo..fà finta di niente..". Cheyenne muore dietro la collina, mentre sullo sfondo giunge un nuovo carico di uomini, pronti a rimboccarsi le mani, per erigere il paese. "Sarà una bella città"..le parole di Cheyenne, stanno divenendo realtà. Magnifico, non esiste altro aggettivo.
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serpico
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venerdì 11 maggio 2007
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colonna sonora
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ma la colonna sonora di c' era una volta il west non è uguale a quella di giu la testa. cambia solo il tono? ditemi voi. pero stupenda. risp
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il tenente brook
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venerdì 2 marzo 2007
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amarezza. rabbia. stupore.
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Mi piace Sergio Leone, lo ammetto: è una debolezza, lo so è un vizio...perché è lento, perché ha maniera, lo so, scusatemi ma ognuno ha i suoi vizi capitali...C'era una Volta in America per amor di Dio! Lungo come l'autostrada del sole e noioso come la Torino-Milano...però mi sono emozionato, cosa infantile, ben s'intenda..per non parlare del Buono, del Brutto e del Cattivo, uff, che stereotipi...anche se io nel duello finale ero con loro nella polvere armato con pistola...C'era una volta il West!!!AAAAAA! Santi Numi! Non parliamo di quello! Ti rapisce il cuore ma...manierismo, lentezza...bah...vizi, lo dico e lo ripeto...
escludendo poi il ristagnante Giù la Testa...pura forma...E va be il mondo va così.
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Mi piace Sergio Leone, lo ammetto: è una debolezza, lo so è un vizio...perché è lento, perché ha maniera, lo so, scusatemi ma ognuno ha i suoi vizi capitali...C'era una Volta in America per amor di Dio! Lungo come l'autostrada del sole e noioso come la Torino-Milano...però mi sono emozionato, cosa infantile, ben s'intenda..per non parlare del Buono, del Brutto e del Cattivo, uff, che stereotipi...anche se io nel duello finale ero con loro nella polvere armato con pistola...C'era una volta il West!!!AAAAAA! Santi Numi! Non parliamo di quello! Ti rapisce il cuore ma...manierismo, lentezza...bah...vizi, lo dico e lo ripeto...
escludendo poi il ristagnante Giù la Testa...pura forma...E va be il mondo va così...tra ironia rabbiosa e amarezza che m'intacca fin nello stomaco scrivo questo piccolo contributo alla gloria di Sergio Leone.
Capisco i critici...sono intellettuali diversi, di qualità...non fuffa cresciuta sui libri, loro sono padroni di loro stessi e padroni di ogni altro "inferiore"...no, non sono ragioniere, credo di avere una buona cultura cinematografica...sarà per comunismo, sarà...ma sono vicini ai ragionieri adesso, insultati da un volgare critico detto Pino Farinotti che insulta senza pietà gli spettatori...no ragazzi, MyMovies non è il cinema dalla parte del pubblico, non si fa così. DELUSO.
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nathan
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sabato 17 febbraio 2007
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cinema e poesia in un inno alla vita
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Non solo un film western,ma un capolavoro di poesia assoluta,un affresco di immagini intramontabile,una musica che da i brividi,un film tutto da gustare,come se ci trovassimo di fronte a un dipinto,ad un'opera d'arte,e pensate a coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo in una sala cinematografica...Questo è cinema!Ogni minimo dettaglio è curato alla perfezione,ogni gesto del quotidiano si eleva ad un livello metafisico,dietro ogni sguardo c'è una vita e la sua storia,dietro alla quale si erge a sua volta il magnifico paesaggio,la libertà.Ogni piccola cosa ha valore,ogni piccola cosa è poesia,questo è un inno alla vita,grande Leone maestro del cinema.Ogni commento è superfluo.E quanto è bella Claudia Cardinale!!!!!!!
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paolo ciarpaglini
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venerdì 9 febbraio 2007
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l'ultima poesia del west.
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Stendiamo un velo pietoso sulla critica, dei 'critici'. Bisognerebbe istituire un comitato di censura, per chì fa del proprio mestiere, un'offesa all'intelligenza altrui. Tale e tanta è la cervelloticità narcisista di 'alcuni'. Sono, i 'sapienti' del cinema, che appaiono più come storici istruiti, ma del tutto disinteressati alla storia in se stessa. Elargiscono nomi e date dall'alto del loro pulpito. Sentenze su come, dove, perchè, un film è oppure no, un buon film. Sono gli intellettuali, cui manca spesso una buona fetta di materia grigia, proprio la dove albergano il buon senso e la ragione. Si crogiolano al sole, al suono delle proprie parole, vocaboli sinuosi, sconclusionati, deliranti.
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Stendiamo un velo pietoso sulla critica, dei 'critici'. Bisognerebbe istituire un comitato di censura, per chì fa del proprio mestiere, un'offesa all'intelligenza altrui. Tale e tanta è la cervelloticità narcisista di 'alcuni'. Sono, i 'sapienti' del cinema, che appaiono più come storici istruiti, ma del tutto disinteressati alla storia in se stessa. Elargiscono nomi e date dall'alto del loro pulpito. Sentenze su come, dove, perchè, un film è oppure no, un buon film. Sono gli intellettuali, cui manca spesso una buona fetta di materia grigia, proprio la dove albergano il buon senso e la ragione. Si crogiolano al sole, al suono delle proprie parole, vocaboli sinuosi, sconclusionati, deliranti. Sergio Leone come nessun altro regista, americano e non, ha 'involontariamente', ma inevitabilmente disegnato un cerchio perfetto attorno a quel mondo. E non c'è Jhon Wayne, Glen Ford, James Stuart che tenga, perchè pur essendo dei grandi del cinema, hanno interpretato un west visto e rivisto, dalla parte degli americani. Quello degli indiani e dei visi pallidi. Leone ha modificato, plasmato, creato un suo west, una nuova formula, perfetta nella sua artisticità come Ainstein nella fisica, Leonardo Da vinci nella scultura, pittura. Classificare come spaghetti-western il suo operato, è come dire che Monnalisa è stata dipinta da un braccio meccanico, assente di sentimento. Il genio si manifesta in tutta la sua essenza, proprio quando riesce ad abbattere, idee, canoni fino ad allora insormontabili, indiscutibili. Ed è ciò che Leone ha fatto con i suoi film, e niente hanno in comune con i suoi film. I silenzi delle sue opere divengono assordanti, quasi insopportabili. Ecco questa è una delle maggiori peculiarità, o timbro di fabbrica Leoniano. Il saper diluire il tempo, che sembra arrestarsi, mentre lo spettatore è quasi portato allo spasmo. Non è la drammaticità che Leone ricerca, ma la filmografia più vera, il dar vita ad un affresco palpabile, esaustivo. La sua è arte allo stato puro. In quanto all'immenso Ennio Morricone, la dico tutta. Se non si apprezzano le sue colonne sonore, che paiono imbastite, cucite, controllate e ricontrollate mille volte. Che paiono sgorgare dai film stessi come se l'uno non possa fare a meno dell'altro, le possibili spiegazioni si riducono semplicemente a due: o si stà ascoltando della musica in cuffia, oppure, la visita dall'otorino è alle porte, con tutto il rispetto.
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[+] grande paolo, giudizio perfetto.
(di renato grosso)
[ - ] grande paolo, giudizio perfetto.
[+] ti quoto in toto
(di naufrago)
[ - ] ti quoto in toto
[+] bravissimo
(di ignazio1975)
[ - ] bravissimo
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