luciano
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sabato 20 dicembre 2003
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l'epica è finita
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Quello che può sembrare manierismo viziosismo si dilata qui a pura contemplazione. E' vero, questo ed altri film di Leone guardano indietro, non sono storie e film in senso proprio, piuttosto esperienze, balletti visivi, con il mito alle porte ma mondi alienati che ricompaiono, presupponendo la fine di ogni storia. L'epica non c'è e tutto si contiene fra il sogno museo e l'esperienza Lunapark. Un cinema modernissimo che largamente ha lasciato il segno su generazioni di cineasti e spettatori a venire.
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federica
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venerdì 19 dicembre 2003
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capolavoro di sergio leone
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Quello che può sembrare manierismo viziosismo si dilata qui a pura contemplazione. E' vero, questo ed alti film di Leone guardano indietro, non sono storie o film in senso proprio, piuttosto balletti, esperienze visive, con il mito alle porte ma mondi alieni che ricompagliono, presupponendo la fine di tutto. Ma è qui la grandezza.
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hastalavictoria
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lunedì 10 novembre 2003
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senza vergogna
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la vita va così, caro Sergio...
Probabilmente se tu fossi nato in qualche periferia russa o cinese, o magari ti fossi chiamato Quentin Sergio Leone avresti sicuramente rubato i cuori di certi critici, che si sentono appartenenti di una aristocrazia intellettuale...anzi di quella aristocrazia intellettuale che tu hai sempre denigrato. Non sono un ragioniere anche se amo questo film e comunque non vedo cosa ci sia di male a fare il ragioniere e amare il cinema. Probabilmente è molto peggio fare il critico senza ragione...ma si sa che una ragione di fondo, nel fare il critico, c'è e va cercata in certe attese disilluse o in progetti frustrati.
Ma tu, caro Sergio, sei nato a Roma e già questo di rende antipatico perchè non ti sei avvicinato alla periferia romana con altezzoso senso coloniale ma ci sei nato.
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la vita va così, caro Sergio...
Probabilmente se tu fossi nato in qualche periferia russa o cinese, o magari ti fossi chiamato Quentin Sergio Leone avresti sicuramente rubato i cuori di certi critici, che si sentono appartenenti di una aristocrazia intellettuale...anzi di quella aristocrazia intellettuale che tu hai sempre denigrato. Non sono un ragioniere anche se amo questo film e comunque non vedo cosa ci sia di male a fare il ragioniere e amare il cinema. Probabilmente è molto peggio fare il critico senza ragione...ma si sa che una ragione di fondo, nel fare il critico, c'è e va cercata in certe attese disilluse o in progetti frustrati.
Ma tu, caro Sergio, sei nato a Roma e già questo di rende antipatico perchè non ti sei avvicinato alla periferia romana con altezzoso senso coloniale ma ci sei nato. E lì hai sognato l'epopea del West; l'hai sognata mentre era nel pieno della sua fase primordiale, tutta individuale (Eastwood e il suo tornaconto), nella fase matura, a metà tra il mondo intorno a noi e noi stessi (la Guerra di Secessione e il solito tornaconto), nella fase decadente, quando la fantasia lascia lo spazio alla realtà (la costruzione della ferrovia che collegando un mondo intero lo ha delimitato) e, infine, la fase finale, quella in cui si tirano le somme, si regolano i conti e, finito il mondo della fantasia, smessi gli abiti del sognatore, la realtà intorno diventa un mero calcolo aziendale. Proprio come per i ragionieri.
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(di nicola)
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max
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sconcerto
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Rabbrividisco nel leggere una recensione così irrispettosa di un film talmente meraviglioso come "C'era
una volta il West".E la cosa che trovo più inspiegabile è come si possano scrivere frasi del tipo "un
cult movie per ragionieri in vena di poesia" (frase pesantissima) e dare al film comunque tre stellette.
Perchè chi ha firmato questa recensione non ha avuto il coraggio di metterne una sola? Perchè non si è
coerenti fino in fondo con le proprie (discutibili) convinzioni?
Io do tre stellette ad un film comunque ben realizzato anche se non un capolavoro, certo non ad un
pretenzioso "b-movie western" che è il film che sembra aver visto il sedicente critico. Lo stesso
critico che ha dato due stellette a "Taxi driver" e a "La Sottile Linea Rossa": pura FOLLIA!
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stefano
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voi siete matti!
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Tralascio ogni commento che potrebbe risultare offensivo nei confronti di chi ha demolito un CAPOLAVORO del cinema italiano.Se Voi pensate di essere dei critici, lasciate perdere.Per fortuna l'Italiano e sopratutto il popolo cinefilo mondiale NON la pensa come Voi.
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nicola puccini
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mercoledì 30 gennaio 2002
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retorica e gigionismo
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Un western fasullo rubacchiato ai grandi del cinema americano. Con peggio la retorica tutta italiana (complici le musiche di Morricone)che investe gli stereotipi dei personaggi. Inquadrature "artistiche" e un finale insopportabile oltre il limite del narcisismo. Che Leone fosse più uomo di cinema che autore, lo si vede perfettamente da questo film.
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(di cineman)
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(di luca)
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[+] aiiuto
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hubert b.
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lunedì 17 dicembre 2001
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grande leone
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Grande film, grandi attori, grande regista. Leone è stato un regista amato e apprezzato in tutto il mondo. In Francia , in particolare, viene considerato tuttora, insieme a Federico Fellini, il più grande regista europeo.
E' con vero dispiacere che si possano leggere ancora oggi recensioni di critici italiani che non riescono a comprendere il genio e l'arte di certi loro conterranei, dilettandosi a valutare in chiave denigratoria le preferenze artistiche di talune categorie professionali. Leone ha evidentemente dovuto subire l'ostracismo mentale di una certa intellighentia, la stessa che ( limitandoci a quest'ultimo secolo) non comprese artisti come Pirandello, Totò, Pasolini o Fellini, successivamente apprezzati oltr'Alpe e divenuti famosi in tutto il mondo.
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Grande film, grandi attori, grande regista. Leone è stato un regista amato e apprezzato in tutto il mondo. In Francia , in particolare, viene considerato tuttora, insieme a Federico Fellini, il più grande regista europeo.
E' con vero dispiacere che si possano leggere ancora oggi recensioni di critici italiani che non riescono a comprendere il genio e l'arte di certi loro conterranei, dilettandosi a valutare in chiave denigratoria le preferenze artistiche di talune categorie professionali. Leone ha evidentemente dovuto subire l'ostracismo mentale di una certa intellighentia, la stessa che ( limitandoci a quest'ultimo secolo) non comprese artisti come Pirandello, Totò, Pasolini o Fellini, successivamente apprezzati oltr'Alpe e divenuti famosi in tutto il mondo. Il destino dei Grandi.
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nino mavi
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sabato 13 ottobre 2001
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nostalgico
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primo della trilogia leoniana della nuova frontiera, è un film nostalgico e romantico, pieno di riferimenti ai western del passato e della memoria: da Mezzogiorno di fuoco a Il cavaliere della valle solitaria,Johnny Guitar,Quel treno per Yuma,I Comanceros,L'uomo che uccise Liberty Valance,Il cavallo d'acciaio,Duello al sole.
Leone vuole rendere un omaggio all'America che ha sognato da bambino, più di un film è un atto d'amore.
Il film, assolutamente innovativo nelle tecniche di montaggio e supportato da un meraviglioso e struggente commento musicale, inizialmente non fu compreso.
Il tempo però ha dato ragione al grande maestro:
oggi " C'era una volta il west " è considerato un cult-movie, oggetto di studio nelle università del cinema, amato da registi quali Scorzese e Carpenter.
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primo della trilogia leoniana della nuova frontiera, è un film nostalgico e romantico, pieno di riferimenti ai western del passato e della memoria: da Mezzogiorno di fuoco a Il cavaliere della valle solitaria,Johnny Guitar,Quel treno per Yuma,I Comanceros,L'uomo che uccise Liberty Valance,Il cavallo d'acciaio,Duello al sole.
Leone vuole rendere un omaggio all'America che ha sognato da bambino, più di un film è un atto d'amore.
Il film, assolutamente innovativo nelle tecniche di montaggio e supportato da un meraviglioso e struggente commento musicale, inizialmente non fu compreso.
Il tempo però ha dato ragione al grande maestro:
oggi " C'era una volta il west " è considerato un cult-movie, oggetto di studio nelle università del cinema, amato da registi quali Scorzese e Carpenter. La rivista Ciak lo ha inserito nella lista dei 100 capolavori del secolo, con buona pace per certi nostrani pseudo-intellettuali.
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ric gamba
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sabato 15 settembre 2001
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claudia cardinale
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La scena di Claudia Cardinale che scende dal treno, in sottofondo la musica spezzacuore di Morricone,rimarra' come tante altre di Leone nella storia del cinema. Credo,pero',che sia quella che piu' e' rimasta nella mente degli spettatori e degli amanti del regista romano.E'una scena meravigiosa di un film meraviglioso dove Leone esalta i primi piani:lunghissimi primi piani su occhi,volti,oggetti,praterie con Morricone in sottofondo.Una tecnica nuova,che ho rivisto ultimamente rare volte in Tornatore, una tecnica che solo un grande maestro, un grande regista poteva proporci. Questo film e' un opera d'arte che solo "C'era una volta in America" ha superato in bellezza.
[+] irpini
(di irpino)
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ric gamba
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sabato 15 settembre 2001
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rosso hai ragione
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caro amico di Roma, sono pienamente in sintonia con te: questo e' cinema! Farinotti deve aver visto un altro film del tipo: " E' arrivato Santana, sei morto amigo!!!"
[+] ehi
(di tyler durden)
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