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Ultimo aggiornamento venerdì 8 febbraio 2019
Un sicario ormai in pensione è costretto a rimettersi in gioco quando scopre di essere diventato a sua volta l'obbiettivo di un killer.
CONSIGLIATO NÌ
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Duncan, noto nell'ambiente dei sicari come l'infallibile Black Kaiser, è prossimo alla pensione, che vorrebbe godersi in una zona remota e innevata, lontano da tutto e da tutti. Accetta un ultimo incarico, congegnato come una trappola, ma sopravvive senza problemi e nel mentre conosce una giovane con cui inizia un'amicizia. Blut, a capo dell'organizzazione di sicari per cui Duncan ha lavorato per decenni, vuole eliminare gli agenti che come lui sono prossimi al ritiro e non hanno eredi, quindi assegna a una letale squadra il compito di farlo fuori. Ma il Black Kaiser non è affatto un bersaglio facile e lo guerra tra lui e Blut vivrà una continua escalation...
Tratto dal webcomic muto di Victor Santos, pubblicato anche in Italia da Panini, Polar è diretto da Jonas Åkerlund con un gusto per l'eccesso, l'iperviolenza e i colori saturatissimi, quasi fosse una versione ancora più pulp ed esagerata di John Wick.
Lo svedese Åkerlund, che pure al cinema non ha avuto una carriera folgorante, è noto soprattutto per i suoi numerosi videoclip, realizzati per diversi grandi artisti e dove si è trovato anche spazi per opere decisamente provocatorie, come 'Smack My Bitch Up' dei Prodigy. Recentemente ha trovato un'aura di culto anche al cinema grazie a Lords of Chaos, ancora inedito in Italia e dedicato ad alcuni crimini efferati realmente accaduti negli anni 90 a Oslo, legati alla scena black metal, con un Rory Culkin di cui si dicono meraviglie. Purtroppo Polar è molto meno dirompente e anzi sembra un ennesimo tentativo di tarantineggiare con violenza e scene esplicite dai colori spintissimi, non molto diversamente da un flop di qualche anno fa come The Losers di Sylvain White, anche quello non a caso tratto da un fumetto largamente tradito.
Non se ne vuole fare, ovviamente, una questione di fedeltà, ma se Polar di Santos era riuscito lo era in virtù della sua essenzialità, sia grafica con bianchi e neri nettisimi e solo qualche elemento rosso, sulla scia del Frank Miller di Sin City, sia narrativa, tanto da essere in origine senza neppure dialoghi o didascalie (poi aggiunti, in modo comunque molto parco, per la versione in volume). Questa astrazione tutta stilistica si appoggiava su una trama assolutamente basilare e su personaggi monolitici, che non cercano di giustificarsi e conquistano il lettore solo per il loro stile e la loro geniale efficienza.
Il film doveva ovviamente aggiungere qualcosa, ma le caratterizzazioni da macchiette sopra le righe date agli altri assassini spostano il tono in una sorta di parodia esplicita, molto più banale dell'autoironia dell'opera originale. Inoltre - e questo è l'errore più grave - si aggiunge una presenza femminile con il solito ruolo della donna vittimizzata per motivare il maschio protagonista, come fossimo ancora alle fiabe con la donzella in pericolo. Poco importa che alla fine arrivi un colpo di scena, per altro piuttosto improbabile, anche perché questo si lega a un ulteriore e non richiesto senso di colpa inflitto al Black Kaiser. Al di là della aggressività di superficie tutto segue insomma le più convenzionali ricette di Hollywood, secondo cui possiamo avere un cattivo protagonista solo se è molto tormentato.
L'altro problema di Polar è invece strutturale, dove prima di arrivare al dunque con il Black Kaiser che inizia la sua guerra, passa quasi un'ora di assai poco appassionante preparazione delle pedine. Per fortuna Åkerlund dalla sua ha un cast di facce notevoli, a partire dal glaciale Mikkelsen, perfetto per questo genere di ruoli, e dalla dolce Vanessa Hudgens, fino all'assassina interpretata da Katheryn Winnick, nota per la serie Vikings, e attrice molto fisica che purtroppo qui non ha le scene d'azione che meriterebbe.
Ci sono poi in piccole parti anche Johnny Knoxville e soprattutto Richard Dreyfuss, che aggiunge sempre una nota di classe a tutti i film in cui partecipa. Tutti loro e alcuni passaggi action, magari non memorabili ma divertenti nel loro eccesso e nei loro colori sparati, finiscono per rendere Polar un passabile guilty pleasure. Pur se aperto a eventuali sequel, non diventerà però un oggetto di culto come John Wick, di cui gli mancano sia gli ottimi caratteristi sia le coreografie.
Duncan Vizla, alias Black Kaiser, l'assassino più esperto del mondo, ha deciso di ritirarsi a vita privata quando il suo ex capo dichiara che rappresenta una minaccia per l'organizzazione. Contro la sua volontà, rientra nel giro affrontando un esercito di sicari più giovani, veloci e spietati di lui che non si fermeranno di fronte a nulla pur di metterlo a tacere.
La raccontiamo così: un killer professionista a 50 anni (li compirà dopo 14 giorni) avrà diritto ad un TFR di 8 milioni di dollari, ma la società criminale di cui fa parte vuole ucciderlo per risparmiarsi la spesa. Naturalmente farlo fuori diventa una impresa discretamente difficile. Si ritira in montagna e si fa amico di una ragazza che in realtà..
Considero Polar un film ben fatto, le citazioni a Kubrik Tarantino etc sono riuscitissime, gli attori sono azzeccati, la viulenza è orchestrata alla grande, non raggiunge il livello di Sin City per una questione di trama debole, le 4 stelle le do per gli amanti del genere, per tutti gli altri c'e star wars
Dal graphic novel Polar: Came From the Cold di Victor Santos al grande, pardon, piccolo schermo di Netflix: Polar, diretto dallo svedese Jonas Åkerlund e interpretato dal danese Mads Mikkelsen. Il regista s'è fatto una discreta fama più che altro con videoclip e film musicali al servizio delle star (Rolling Stones, Paul McCartney, Madonna, U2, Rammstein, Lady Gaga, Coldplay e Beyonce), ha anche fatto [...] Vai alla recensione »
Molti, sicuramente, già conosceranno le scie di sangue che Black Kaiser lascia ormai da un po' di tempo dietro di sé. Per chi, invece, non avesse ancora incrociato il suo cammino, Black Kaiser è il miglior sicario del mondo - il suo nome, del resto, la dice lunga sulla sua furiosa implacabilità - nonché il protagonista di Polar, la webcomic, divenuta anche una graphic novel, firmata dallo spagnolo [...] Vai alla recensione »
All'alba dei cinquant'anni un sicario deve riscuotere con la pensione un assegno da otto milioni di dollari che la sua agenzia non vuole pagargli. E ne progetta l'uscita di scena nel giorno del compleanno, ma il killer è il migliore sulla piazza... Videogioco tradotto in un film, allo spettatore manca solo la consolle per contribuire alla bassa macelleria delle sequenze.
Non c'è pace per Black Kaiser: killer ritiratosi a vita privata, diventa l'obiettivo della sua stessa organizzazione. Åkerlund, un maestro del videoclip, traduce il celebrato webcomic di Victor Santos alla sua maniera, quella di un tamarro di genio. Prediligendo un registro volgare e chiassoso, fa di questa mistura di pulp e noir un tour de force di violenza coreografata (i morti ammazzati con pistolettate [...] Vai alla recensione »