Titolo originale | Aldabra: Once Upon an Island |
Titolo internazionale | Once Upon an Island |
Anno | 2015 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Repubblica ceca |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Steve Lichtag |
Attori | Oldrich Kaiser . |
Uscita | martedì 18 aprile 2017 |
Distribuzione | Twelve Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 10 ottobre 2017
Un favoloso spaccato della vita, delle origini e della lotta per la sopravvivenza delle creature che abitano il paradiso di Aldabra.
CONSIGLIATO SÌ
|
Il secondo (per vastità) atollo corallino al mondo è un luogo quasi totalmente incontaminato. Qui, grazie a speciali autorizzazioni, una troupe ha potuto realizzare questo documentario che, a partire dalla preistoria, racconta la fauna che vive e prospera sia sulla terraferma che nelle profondità dell'oceano.
Politicamente appartenente alle Seychelles, l'atollo di Aldabra reca pochissime tracce di una presenza umana del passato. Inoltre l'unico precedente di riprese in loco risale a quando, negli anni Cinquanta, Jacques Cousteau (che aveva come co-regista un giovane Louis Malle) vi realizzò alcune sequenze del suo Il mondo del silenzio che gli valse l'Oscar.
Aldabra è protetto dall'UNESCO quale Patrimonio dell'umanità. E' qui che ci vengono mostrate specie rare come le tartarughe giganti che popolano in gran numero tutto il territorio ed è sempre qui che vive il Dryolimnas, l'unico uccello che viva nell'area dell'Oceano Indiano e che sia incapace di volare. Tra granchi ladri non proprio efficientissimi e murene voraci si sviluppa un film che ha la propria sede naturale sul grande schermo. Non solo per la qualità delle riprese ma anche per lo stile di narrazione adottato.
I meno giovani ricordano certo i film Disney come Des erto che vive in cui si umanizzavano gli appartenenti al mondo animale, grazie a una voce narrante e ad effetti di montaggio. Qui si fa tesoro di quella modalità di messa in scena ottenendo così il risultato di non essere proprio 'scientifici' ma di attrarre un pubblico anche di bambini. Che poi nel doppiaggio italiano si parli di 'bambina' facendo riferimento alla nascita di una tartarughina, può essere considerato un errore perdonabile se messo a confronto con la possibilità di scoprire uno dei non numerosissimi spazi naturali che l'uomo non ha ancora rovinato e che, grazie al flusso delle maree, cambia quotidianamente aspetto.