Anno | 2016 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia, Croazia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Nina Mimica, Paola Sangiovanni |
Attori | Bakira Hasecic, Michele Patruno, Andrea Evangelisti . |
Uscita | venerdì 18 marzo 2016 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Berta Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,15 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 8 novembre 2017
Uno spunto di riflessione sulla violenza, nato da un'esigenza tutta femminile di analizzarne le origini e coglierne il significato.
CONSIGLIATO SÌ
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Tra il 1991 e il 1995 molto vicino al territorio italiano si consumano due conflitti accomunati dall’accanimento sul corpo femminile: in Bosnia lo stupro è lo strumento con cui l’esercito serbo persegue l’azzeramento della comunità musulmana; in Somalia alcuni militari italiani impiegati nella missione di pace Onu commettono sevizie sui civili: il settimanale “Panorama” nel 1997 rivelerà il caso di una donna somala violentata con estrema brutalità ad un check point nei pressi di Mogadiscio.
L’italo-croata Nina Mimica e l’italiana Paola Sangiovanni individuano due storie lontane e complementari e costruiscono attorno ad esse una riflessione equilibrata e ragionata sul prezzo della violenza: per chi la subisce così come per chi la compie. Conosciamo così in montaggio alternato Bakira Hasecic e Michele Patruno: lei, madre di famiglia bosniaca e musulmana, durante il conflitto è stata violentata da militari serbi e nel 2003 ha fondato a Sarajevo l’associazione “Women Victims of War”, finalizzata a raccogliere prove e testimonianze che spingano il tribunale di Bosnia ed Erzegovina a indagare e processare gli stupratori. Michele aveva vent’anni quand’è partito con i parà per Mogadiscio; dopo aver maturato consapevolezza dei perversi meccanismi psicologici subiti ed elaborato l’esperienza della guerra sul campo, ha denunciato la crudeltà di cui è stato testimone e complice. Entrambi portano sul viso i segni differenti di un orrore intollerabile con cui convivere. Ma se l’oggi, per Michele, è se non altro una vita diversa e lontana da quella dell’appartenenza alla Brigata Folgore, per Bakira, diretta in auto verso la nata Visegrad, l’incubo del passato persiste nel presente come una dannazione: nel suo Paese la violenza sessuale (50mila casi stimati) non viene imputato come capo di reato, la giustizia lavora troppo lentamente e molti dei criminali di guerra girano ancora a piede libero: uno dei momenti più sconvolgenti del film è l’incontro casuale in esterni tra Bakira e uno dei mandanti di ciò che lei tenacemente definisce “genocidio”.
La macchina da presa delle registe entra nelle abitazioni e sale nelle auto dei due protagonisti, raccoglie confessioni e silenzi pesantissimi, che dicono moltissimo senza ricorrere a nessun espediente enfatico. Avvicinandosi a Michele (e a un suo ex commilitone) poi, cattura rare fotografie scattate durante la missione, che per ferocia ricordano quelle del documentario Standard Operating Procedure di Errol Morris, sulle torture ad Abu Ghraib. Anche La linea sottile lavora sull’alienazione di chi è catapultato in un conflitto senza avere gli strumenti culturali per sostenerlo e sulla diversa percezione che le stesse immagini suscitano in tempi diversi; quella linea sottile che confonde regole d’ingaggio e abuso, vincitori e vinti, o, come distingue Bakira, “umani e disumani”. Una doppia ricognizione inedita, integrata anche da filmati dell’epoca, provenienti dall’archivio di Miran Hrovatin, l’operatore ucciso insieme a Ilaria Alpi a Mogadiscio nel ’94; delitto, anche questo, ancora in cerca di piena giustizia.
L'inferno a montaggio alternato. Una vittima e un carnefice, l'una bosniaca abusata durante la guerra e l'altro italiano, soldato "torturatore e omicida" in Somalia. La linea sottile è la loro, creatasi un ventennio fa quando si sono "trovati" nel posto sbagliato al momento sbagliato. Al centro del bel documentario di Mimica e Sangiovanni è la ricerca dell'origine del Male, quello maiuscolo già indagato [...] Vai alla recensione »