Titolo originale | U Ri Sunhi |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Hong Sang-soo |
Attori | Jae-yeong Jeong, Yu-mi Jeong, Ye Ji-Won, Lee Sun-kyun, Sang-Jung Kim, Min-woo Lee . |
Tag | Da vedere 2013 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 gennaio 2014
Sun-hi, studentessa di cinema, è al centro delle attenzioni di tre uomini: il suo ex, Munsu, il suo professore, Choi, e il regista Jae-hak. Ma anche i tre uomini si conoscono e, inconsapevoli, parlano tra loro di Sun-hi.
CONSIGLIATO SÌ
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Sun-hi, studentessa di cinema, è al centro delle attenzioni di tre uomini: il suo ex, Munsu, il suo professore, Choi, e il regista Jae-hak. Ma anche i tre uomini si conoscono e, inconsapevoli, parlano tra loro di Sun-hi; i dialoghi e i consigli finiscono così per ripetersi e intrecciarsi, fino a perdere di significato.
Come ogni autore fortemente tipizzato ed estraneo a qualunque volontà di abbandono dei temi di elezione, così anche Hong Sang-soo - come Allen o De Palma, per citare solo due esempi - si presta a ogni genere di invettiva o di elogio. Chi lo odia per i suoi insistiti stereotipi e per il ritorno sui medesimi temi, in un esercizio che sa di Queneau e Resnais ma alla lunga stanca; chi lo ama e vede in lui uno degli ultimi teorici rimasti, capace di azzerare la narrazione per giocare con lo stile e con variazioni impercettibili ma fondamentali. Our Sunhi sembrerebbe avere le qualità per portare tutti o quasi sulla seconda fazione: perché mai come qui il regista coreano anela all'astrattismo puro, ponendosi molti livelli al di sopra della narrazione per poi tornare all'interno di essa, repentino e inatteso come lo zoom a lui tanto caro (che sottolinea inesorabile il momento topico di uno scambio lui-lei).
Nella delicatezza di questo ménage à quatre che forse non è neanche un ménage l'amore per il cinema va di pari passo con l'amore per l'amore del cinema; le carezze tra Jae-hak (interpretato dal grandissimo Jung Jae-young) e Sun-hi, o il loro saluto sotto un ombrello, potrebbero appartenere al Chaplin più romantico, così come il surreale girare a vuoto dei tre uomini intorno a Sun-hi (o alla proiezione totalmente solipsistica di un presunto oggetto d'amore) sembra provenire da sequenze di Tati o Iosseliani. Hong Sang-soo acquisisce consapevolezza e padronanza ad ogni passo, in un genere a sé stante, che non è (più) né francofilo né tipicamente sudcoreano; assomiglia all'unico cinema d'autore tradizionalmente inteso che sia possibile girare nella confusione di terzo millennio. Forse appartiene anche Hong a questa confusione, ma - dall'interno o dall'esterno che sia - pare interpretarla con astuzia senza eguali.