Anno | 2013 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Francia, Svizzera |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Pierre-Yves Borgeaud |
Attori | Gilberto Gil . |
Uscita | giovedì 11 luglio 2013 |
Distribuzione | Nomad Film |
MYmonetro | 3,17 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 novembre 2017
Da musicista co-fondatore del movimento del Tropicalismo a primo uomo di colore nominato ministro della Cultura in Brasile: Gilberto Gil.
CONSIGLIATO SÌ
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Da musicista co-fondatore del movimento del Tropicalismo a primo uomo di colore nominato ministro della Cultura in Brasile. Questa è la parabola di Gilberto Gil, artista che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia più recente di un paese tanto complesso quanto affascinante. Nel documentario diretto da Pierre-Yves Borgeaud, Gil compie un suggestivo viaggio nelle periferie del mondo opulento e tecnologizzato. Un viaggio a contatto con la natura, che parte dal Brasile e approda sino all'Africa passando per l'Australia, in quella che non è una semplice tournée ma una straordinaria occasione di incontro e scambio tra le etnie e le culture.
In attività dalla seconda metà degli anni Sessanta, Gil ha influenzato tradizioni musicali, culturali e stili di pensiero. Lo ha fatto innanzitutto quando, al fianco di Caetano Veloso e altri musicisti conterranei, ha contaminato la musica popolare brasiliana tradizionale con l'energia del rock 'n' roll americano, accostando gli strumenti a percussione alle chitarre elettriche, per dare vita a un samba postmoderno che trae la propria linfa vitale tanto dai ritmi africani quanto dal rock e dal reggae. Una musica rivoluzionaria, quella del Tropicalismo, che ha fatto da pulsante colonna sonora ai moti di ribellione di giovani spiriti liberi soffocati da un regime oscurantista. Dopo l'arresto durante una manifestazione di protesta nel '69 e l'esilio forzato, Gil e Veloso diffondono lo spirito anticonformista di Tropicália in giro per il mondo e la loro musica ottiene il meritato successo internazionale.
Ma il contributo di Gil non finisce qui. La musica per lui è un veicolo non solo di emozioni ma anche di idee e valori. Lui, che è il risultato di una mescolanza di etnie e culture - da quella africana all'amazzonica passando per l'europea - crede fermamente nella possibilità di un mondo in cui le differenze siano fonte di condivisione e arricchimento reciproco, anziché di conflitti. Un'idea propugnata durante il suo mandato da ministro della Cultura del governo Lula, dal 2003 al 2008, e tuttora diffusa attraverso la musica, di cui, a settant'anni, è ancora un infaticabile creatore. È la stessa idea che permea l'intero documentario, un intrigante viaggio musicale che parte, non a caso, da Bahia, la regione più nera del Brasile, terra natale del musicista, antico centro del traffico degli schiavi africani.
Lungo il cammino, Gil fa i conti con la storia di un paese in cui il colonialismo europeo ha lasciato ferite profonde. Proprio come è avvenuto in Australia, seconda tappa del viaggio-tournée, dove il musicista incontra gli aborigeni e la loro difficile battaglia di tutela della propria identità. In Africa Gil si esibisce con la Miagi Orchestra, che mescola le culture, le identità e le persone, per aderire a quella idea di Africa unita e di nazione-arcobaleno propugnata da Nelson Mandela. Il ritorno in Brasile segna l'incontro struggente con gli indios della foresta amazzonica, chiamati a difendere non soltanto le loro origini ma anche la loro terra.
Sincretista convinto, Gil mette la sua arte al servizio dei musicisti che incontra e da queste contaminazioni sonore nasce una musica carica di malinconia, ma profondamente istintiva, vitale. Una manifestazione tangibile di quell'idea di rispetto, empatia, apertura e condivisione in cui Gil non smette un attimo di credere.
Coinvolgente, suggestivo, bellissimo docufilm sulla musica nera del terzo mondo di Pierre-Yves Borgeaud, che, cinepresa in spalla, segue Gilberto Gil nel suo viaggio tra i popoli soggiogati e schiacciati dal colonizzatore bianco, cristiano ed intollerante, filmando gli incontri del cantautore brasiliano, già ministro della cultura del suo Paese, con gli aborigeni dell’Australia, [...] Vai alla recensione »