Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 97 minuti |
Regia di | David Gordon Green |
Attori | Al Pacino, Holly Hunter, Chris Messina, Harmony Korine, Natalie Wilemon, Kristin Miller White Aj Wilson McPhaul, Edrick Browne, Rebecca Franchione, Nina Madore-Mitchell, Louis Moncivias, Luis Olmeda. |
Distribuzione | Fil Rouge Media |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 15 maggio 2015
Angelo Manglehorn è perseguitato da un passato fatto di scelte sbagliate per cui paga ancora le conseguenze. Oggi fa una vita ordinaria, ma nonostante i suoi sforzi, i suoi segreti rischiano di tornare a galla. Al Box Office Usa Manglehorn ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 133 mila dollari e 11,2 mila dollari nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Mangelhorn è un fabbricante di chiavi. La parete alle spalle del suo bancone è tappezzata di fila ordinate di tante piccole chiavi. Poi c'è un'altra parete, nella sua casa, tappezzata dalle lettere d'amore che ha scritto e continua a scrivere a Clara, da anni e anni, e che sono tornate al mittente. Clara è un amore perduto, come perduto, ormai, è il momento che Mangelhorn e lei hanno trascorso insieme, cioè la gioventù. Ma l'uomo è bloccato nel rimpianto di entrambe, al punto da essersi fatto una corazza impermeabile al resto delle persone, ad un possibile nuovo amore, al procedere della vita in generale.
David Gordon Green in pochi anni è diventato un regista da seguire e da cui aspettarsi qualcosa. Uno che fa film anche molto diversi tra loro, che spazia tra i generi, che sa seminare tensione e gestire una scena madre. Spesso i suoi film ospitano al centro personaggi forti, uomini normali, anche un po' scalcinati, resi speciali da una sorta di surplus di umanità. Green racconta quel di più, qualcosa di incontenibile che si traduce in modi opposti, generosità e rabbia, coraggio e intolleranza. Li racconta con sicurezza classica e sempre con qualche tocco di eccentricità visiva e di pathos.
Manglehorn non fa eccezione, collocandosi sulla stessa linea del precedente Joe. Dopo quella prova non eccelsa, però, non è certo questo nuovo ritratto a riscattare Green. Nonostante il magnetismo assicurato da Al Pacino (nemmeno in stato di grazia), c'è una buona dose di stucchevolezza in questa parabola del fabbro che sa aprire tutte le serrature eccetto quella del proprio cuore, che si addolcisce solo parlando di gatti e di cani perché il resto del mondo non necessita di un dizionario affettivo, che non riesce a scendere dalla barca di un'ossessione che lo sta trascinando alla deriva.
Le facili metafore, i monologhetti fatti apposta per finire nella raccolta delle frasi dal film, i gesti replicati in serie, come copie di chiavi, a ribadire che la figura cinematografica dell'ossessione è ancora e sempre il cerchio, riempiono le caselle preordinate di questo compito senza sbavature né colore. Immaginiamo Green a dirigerlo da seduto, sul set delle scene in banca, con un caffè in una mano e una ciambella nell'altra.
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Film corretto e fatto su misura per un debordante Al Pacino, ma che nell'attenzione rivolta al suo personaggio sacrifica tutti gli altri, ridotti a puro schizzo, a semplice e leggero disegno. Insomma, un difetto è certo la mancanza di una polifonia di personaggi, ciascuno con la loro ragion d'essere. Ma difetto non minore del film è una certa rigida meccanicità della storia, [...] Vai alla recensione »
Strada facendo, la bella regia di Green perde ogni tanto un po' di sobrietà, e questo è un peccato, ma resta comunque molto significativa e delicatamente metaforica, ben settata per raccontarci un essere umano vecchio e solo, disilluso e consumato dai rimpianti, che Pacino, qui nel suo miglior ruolo degli ultimi tempi, tratteggia con sottile maestria.
Film dai toni lenti e pacati. La star è Al Pacino che con la sua calma racconta una storia, la sua, piena di colore e conflitti interiori. Vive di ricordi della sua amata Clara distruggendosi il presente...ma si trova anche una nota di malinconia...
E' la storia di un uomo che rimpiange un amore a cui a rinunciato...Nonostante Al Pacino non sia certo uno qualunque, il film risulta sonnecchiante e privo di spunti di rilievo, il racconto di una storia fra le storie che s'inceppa continuamente emozionando poco, e poi cari amici, se all'età di A. J. Manglehorn una donna come Dawn mi chiedesse di fare un bagno insieme a lei, beh!...Non [...] Vai alla recensione »