Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Norvegia |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Gunnar Vikene |
Attori | Anders Baasmo Christiansen, Helge Jordal, Karoline Stemre, Kyrre Haugen Sydness, Eindride Eidsvold Sindre Kvalvåg Jacobsen, Ellen Birgitte Winther. |
Tag | Da vedere 2009 |
MYmonetro | 3,16 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 1 ottobre 2009
Affidati ai servizi sociali, Thomas, Marianne e Terje si incontrano: ciascuno ha perso qualcosa che gli altri sembrano potergli restituire. Fino alla resa dei conti con i propri demoni
CONSIGLIATO SÌ
|
Tre ragazzi, altrettante famiglie problematiche. Thomas assiste all'ennesima violenta lite fra sua madre e il compagno; Terje perde la sua in un incidente sul traghetto che portava lui e i suoi genitori in una gita in Danimarca; Marianne è una ribelle solitaria. Tre storie in cui l'unico comun denominatore sono gli adulti che rifiutano le proprie responsabilità verso i figli e abdicano il proprio ruolo. Soprattutto, tre adolescenti senza un posto da chiamare casa, che non sia una sorta di ostello dei servizi sociali per giovani abbandonati e un appartamento dissestato dove rifugiarsi nelle piovose notti norvegesi. La famiglia è malata. Sembra essere l'assunto da cui parte Gunnar Vikene per il suo terzo lungometraggio, dopo i riconoscimenti in patria della sua opera prima "Falling Sky" e quelli internazionali per "Trigger". I suoi tre protagonisti hanno tutti perso qualcosa: il fratellino da proteggere, la madre, la famiglia, e tutti e tre cercano un nuovo centro di gravità che l'amicizia sembra poter dare. Lo trovano in questo rapporto a tre, tra droghe, feste e avventure, in cui il triangolo che si instaura è un modo in cui ognuno, a modo suo, riesce a curare le ferite dell'altro. Sono profughi e si incontrano in una sorta di "centro di accoglienza" pubblico, dove sono parcheggiati in attesa che una nuova famiglia li accolga. Vikene utilizza bene tutti gli strumenti a disposizione per raccontare lo scollamento forzato dei nuclei familiari: dalla musica alienante a una sceneggiatura viva ma minimalista, con dialoghi spesso solo accennati. In tutto questo, cesella inquadrature 'notturne" regalando delle scene in cui il triangolo dell'amicizia si avvicina e, poi, progressivamente si sfalda, incastonato in paesaggi che diventano, attraverso la successione dei mesi, sempre più gelidi lasciando il ghiaccio ma anche un briciolo di speranza nel cuore.