Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 121 minuti |
Regia di | Tanada Yuki |
Attori | Yu Aoi, Noriko Eguchi, Kami Hiraiwa, Keisuke Horibe, Tarô Ishida Midoriko Kimura, Kôta Mizumori, Mirai Moriyama, Ayumu Saitô, Ryûsei Saitô, Sumie Sasaki, Takashi Sasano, Kyusaku Shimada, Morooka Moro, Terunosuke Takezai, Pierre Taki, Ken'ichi Yajima, Tomohisa Yuge, Saya Yuki. |
Tag | Da vedere 2008 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 3 maggio 2009
Suzuko è una ventenne, sicura di sé, ma stanca della famiglia e degli amici. Per un incidente finisce in tribunale, non sostenuta dalla famiglia, decide di partire per un lungo viaggio non appena avrà messo da parte un milione di yen. Basteranno?
CONSIGLIATO SÌ
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Decisa ad andarsene di casa per vivere lontana dalla famiglia, la giovane Suzuko (Aoi Yu) si scontra da subito con le abitudini del suo nuovo coinquilino. L'equilibrio tra i due si rompe quando la ragazza trova un piccolo gattino da accudire, lo ripone in una scatola in attesa di dargli le cure giuste ma il ragazzo non perde tempo e lo sbatte fuori casa alla prima occasione. Così lei decide di vendicarsi e lancia fuori dalla finestra abiti, oggetti, libri e dischi dell'insensibile coinquilino che pensa bene di denunciarla, mandandola in carcere per alcuni mesi. La famiglia non la sostiene e, una volta tornata da loro, decide di partire, abbandonare tutto e tutti per mettersi in viaggio senza destinazione. Un milione di yen in valigia, una casa, un lavoro. E poi di nuovo via verso altri luoghi inesplorati, incontro a persone sconosciute. In attesa di trovare l'amore.
Un road movie senza meta, costruito sulla libertà del viaggio e l'indipendenza dei partecipanti, è un modello narrativo ben codificato. Succede raramente che il protagonista sia una donna; è capitato con Alice non abita più qui di Martin Scorsese e più recentemente con Cowgirl - Il nuovo sesso di Gus Van Sant. La giovane interprete di One Million Yen Girl non è una scapestrata alla ricerca di forti emozioni, è una ragazza come tante, bella ma non appariscente, dolce e gentile ma con una forte personalità. Il suo unico desiderio è quello di trovare un giorno un po' di umanità, nascosta chissà dove, tra le parole e gli sguardi che incontrerà lungo il suo percorso infinito.
La condizione di eterno vagare che Suzuko impone a se stessa è la naturale espressione della sua anima coraggiosa; una ragazza che vorrebbe urlare al mondo la sua autarchia ma - fortunatamente - non sceglie di rifugiarsi da eremita in un angolo sperduto del Giappone. Lei ama la vita, nelle forme più semplici; e vorrebbe toccare e fare suoi tutti i piccoli gesti amorevoli che non ha ricevuto né dai genitori né dagli amici. All'avventura spericolata preferisce la quotidianità di un lavoro concreto, alla dimora fissa predilige il nomadismo. Così la vediamo indossare il grembiule da cameriera in un bar da spiaggia, raccogliere pesche in montagna, e vendere oggetti per la casa in un negozio di provincia ma mai un lamento o uno sbuffo di stanchezza. Nel carattere così ben definito della protagonista risiede il fascino del racconto che mescola generi diversi, commuove con il melò, ritma la storia con inserti comici (gli elogi esagerati sulle doti della ragazza da parte del barista e della contadina con cui lavora) e assembla tutto con la malinconia di un dramma.
Disavventure sentimentali di una giovane giapponese. Definita dalla critica come la Sofia Coppola del Giappone, Tanada Yuki con il suo film ci ricorda anche il cinema classico giapponese, intriso di pessimismo cosmico, ma al di là dei paragoni, dimostra vero talento di scrittura e di regia, per come riesce ad orchestrare il finale della storia, che in altre mani avrebbe potuto risultare previdibile. [...] Vai alla recensione »