Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Germania |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Christian Petzold |
Attori | Nina Hoss, Benno Fürmann, Hilmi Sözer, André Hennicke, Knut Berger, Marie Gruber Claudia Geisler. |
MYmonetro | 3,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento sabato 16 maggio 2009
Un individuo fallito incontra una donna e se ne innamora. I due arrivano a progettare l'omicidio del marito di lei.
CONSIGLIATO SÌ
|
Congedato dall'esercito con disonore, Thomas torna a Jerichow, un paese nel nord-est della Germania. Ereditata la casa materna e deciso a trovare un'occupazione si imbatte in Ali, imprenditore turco e marito geloso di Laura, malinconica moglie "trattenuta" al suo fianco col ricatto. Sulle rive bianche del Mar Baltico Ali, ebbro di vino, spinge Laura tra le braccia di Thomas. Obbligati a ballare allacciati sotto lo sguardo velato di Ali, Thomas e Laura si scopriranno perdutamente innamorati. Tra impetuosi amplessi e violenti attacchi di gelosia consumeranno il loro (melo)dramma e subiranno il loro destino.
Ispirato ad un fatto di cronaca e alle atmosfere di Qualcuno verrà di Vincente Minnelli, Jerichow è un melodramma classico e misurato che mette in scena tre personaggi e la loro brama di vivere al di sopra dei propri mezzi, nella convinzione che ci sia una vita altra, migliore, romanzesca e irraggiungibile. L'ingrediente chiave del film, non meno che della società che l'ha prodotto, è il denaro. Tutti ne hanno bisogno per restare, tornare o fuggire da Jerichow e le variabili delle reazioni prodotte da questa dipendenza raccontano l'umanità rappresentata: lui, lei e l'amante, topos quasi obbligato del genere. A differenza degli amanti prediletti dai film di Minnelli, Thomas non è un'artista. L'amante controllato e appassionato di Benno Fürmann è un borderline come gli altri lati del "triangolo".
Indugiando sulla loro marginalità, Ali è un immigrato, Laura un'ex galeotta, Thomas un soldato disonorato, il tedesco Christian Petzold relaziona i personaggi all'ambiente. Tre ritratti affannati alla ricerca di un'identità e mostrati in un microcosmo esistenziale e geografico avulso dal macrocosmo umano circostante. Due uomini e una donna di cui viviamo il quotidiano e di cui vediamo l'infelicità, la difficoltà di vivere e i desideri inappagati. Dentro un commento musicale improvviso e sospeso, Jerichow è stilisticamente scandito sulle passioni degli amanti ma tematicamente incentrato sull' Heimat: una patria (la Turchia) in cui ritornare per Ali, una casa da ricostruire per Thomas e una casa-patria da lasciare per Laura. Il mélo di Petzold somatizza allora l'eccessivo disadattamento e la smisurata tristezza dei protagonisti che, esacerbati, sfogano la loro energia fisica e psichica in un estenuante conflitto incrociato.
Ricorrendo alle figure imposte dal melodramma, l'autore soffia sui fuochi espliciti della passione, costruendo il pathos attraverso i primi piani e un linguaggio "muto" che fa parlare gli emarginati e tacere gli emarginanti. Facendo propria la lezione di Fassbinder e senza idealizzare le sue vittime che appena possono diventano a loro volta carnefici, Petzold elude il melodramma di maniera e l'artificiosità della rappresentazione melodrammatica, girando un dramma "freddo", non più catartico ma strumento efficace di rappresentazione della contemporaneità. Una "magnifica ossessione" contro il sentimentalismo di consumo.
Thomas è congedato con disonore dall’esercito, e trona senza soldi nella casa lasciatagli dalla madre. Quel poco denaro che ha gli viene tolto da un ex amico con il quale aveva un debito e l’ufficio di collocamento della cittadina tedesca dove vive ha ben poco da offrirgli. Casualmente incontra Ali, gestore di diversi chioschi di ristorazione.
Christian Petzold's engrossing "Jerichow" plays like an inspired contemporary variation on "The Postman Always Rings Twice" with fresh complexities and bleak irony. The setting is rural Northeastern Germany, a region as rich in natural settings as it is impoverished economically. Turk émigré, Ali (Hilmi Sözer), through hard work, has become the owner of 45 lucrative snack stands scattered across the [...] Vai alla recensione »
“Jerichow,” a compact and somber movie by the German director Christian Petzold, proves that, in film as in engineering, the triangle is the strongest and most efficient structural principle. In essence a variation on “The Postman Always Rings Twice,”James M. Cain’s infinitely adaptable tale of lust, envy and deceit, “Jerichow” arranges its three main characters in a familiar pattern.
If the owners of the Terminator brand ever wish to revisit the Teutonic route, traversed in such crunching style by Schwarzenegger, they should take a good look at Benno Fürmann. His footsteps might not be as large as Arnie's, but he still cuts a forbidding figure, with blue eyes that could easily double as lasers. In a new German film, "Jerichow," he hardly ever starts a conversation, preferring [...] Vai alla recensione »
In una Mostra che ha scodellato i primi due film in competizione, entrambi, e proprio come Burn after reading, incantati radiografi dal denaro, dei suoi flussi di mercato, ma anche della vorticosa macchina della stupidità che mette in moto (e forse può aprire involontarie fuoriuscite di civiltà) non stupisce di trovare il Palazzo del cinema così pieno di polizia armata, e vigili e carabinieri, che [...] Vai alla recensione »