Titolo originale | The Battle of Shaker Heights |
Anno | 2003 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Efram Potelle, Kyle Rankin |
Attori | Shia LaBeouf, Elden Henson, Amy Smart, Billy Kay, Kathleen Quinlan, Shiri Appleby Ray Wise. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 8 febbraio 2010
Kelly e Burt sono due amici che si divertono a ricostruire combattimenti della seconda guerra mondiale. Al Box Office Usa La Battaglia di Shaker Heights ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 279 mila dollari e 42,6 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Kelly e Burt , due diciassettenni, si conoscono partecipando come attori dilettanti alla simulazione di scene di combattimento della seconda guerra mondiale. Kelly conosce la "molto americana" famiglia di Burt e si invaghisce della sorella maggiore, artista ed incline all'introspezione, nonchè in procinto di sposarsi. Ciò allontanerà i due amici per un breve tempo. La natura ribelle di Kelly, in apparente contrasto con la solidità dell'amico Burt, lo porta ad avere contrasti con i professori a scuola, con il padre (ex- tossicodipendente occupato a redimere disadattati sociali) e con chiunque lui pensi possa minare la sua vita.
Ma forse qualcosa può cambiare...
Una SS minaccia di morte un ragazzo puntandogli contro una pistola. E' la scena di apertura ma la tensione scema rapidamente non appena ci si rende conto che siamo sul set di una simulazione di guerra. La battaglia che Kelly ha instaurato con la vita non ha nulla della simulazione: stufo di trovare il suo posto a casa sempre occupato da qualche barbone che il padre vuole redimere, cova un odio malcelato per il genitore. Anche all'esterno fatica a trovare una sua collocazione: è fuori posto il suo comportamento a scuola, è fuori posto la sua infatuazione per la sorella maggiore di Burt che sta per sposarsi. E' tuttavia un personaggio con una grande capacità di cogliere un punto di verità dell'altro, di togliergli la maschera. La frase udita quasi per caso " Tutti possono sbagliare, è quello che facciamo dopo che conta" apre uno spiraglio perché possa entrare un pensiero su suo padre che prima non c'era. La sceneggiatura però diventa a questo punto così prevedibile da far quasi rimpiangere la vivacità intellettuale del Kelly prima maniera.