Titolo originale | Plac Zbawiciela |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Polonia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Krzysztof Krauze, Joanna Kos-Krauze |
Attori | Jowita Budnik, Arkadiusz Janiczek, Ewa Wencel, Dawid Gudejko, Natan Gudejko Beata Fudalej. |
MYmonetro | Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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CONSIGLIATO NÌ
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Plac Zbawiciela è una celebre piazza di Varsavia, scelta dai due registi, co-sceneggiatori e coniugi, come titolo per il suo valore evocativo (in italiano suona come Piazza del Salvatore). La trama di questo film è piuttosto semplice: un matrimonio entra in crisi alla notizia che la casa sognata dai due coniugi non verrà consegnata alla scandenza convenuta perchè il costruttore, nel frattempo, aveva dichiarato bancarotta. È necessario nuovo denaro per risolvere la questione e il figlio è costretto a rivolgersi alla madre, la quale, approfittando della sua posizione di forza, in buona sostanza annienta la moglie del figlio, rinfacciandole la sua condizione di disoccupata e umiliandola in tutti i modi. Tutto il resto è il semplice sviluppo di questo postulato. Krzysztof Krauze è noto al pubblico polacco specialmente grazie a Dlug (1999), uno dei pochissimi film polacchi degli ultimi anni che ha avuto un grande successo in patria, e per Moj Nikifor (2004), film che ha ricevuto molti riconoscimenti nei festival, tra cui spiccano i premi dei festival di Chicago e Karlovy Vary.
Il film ha raccolto grandi consensi in patria. Per i polacchi si tratta probabilmente di un tema inedito, mostrato per la prima volta in tutta la sua crudezza. La sceneggiatura appare quantomai credibile e verosimile, stando anche alle statistiche (che dimostrano il fatto che buona parte dei divorzi sono innescati da problemi economici). Gli attori recitano bene e sono tutti perfettamente adeguati al loro ruolo. Ma una domanda sorge spontanea: perchè lo spettatore dovrebbe sottoporsi a questa "tortura psicologica"? Ci si aspetterebbe una qualche reazione da parte della donna, sottoposta a un bombardamento di umiliazioni, di violenza. Purtroppo lo spettatore attende inutilmente fino ai titoli di coda.