Titolo originale | Mighty Afrin: In the Time of Floods |
Anno | 2023 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Grecia, Francia, Germania |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Angelos Rallis |
Attori | Afrin Khanom, Bonna Akter, Feroza Begum, Badal Sholid, Shorna Akter Asha Abdul Al Jobayed, Golam Hasib, Taufik Emon. |
Uscita | domenica 14 aprile 2024 |
Distribuzione | The Piranesi Experience |
MYmonetro | 3,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 15 aprile 2024
Una ragazza appena adolescente deve fare i conti con la sua terra devastata dalle conseguenze del riscaldamento globale.
CONSIGLIATO SÌ
|
Il Brahmaputra è un fiume che attraversa Tibet, India e Bangladesh. Lungo il suo corso resiste, tra un'isola di fango e un'altra, una popolazione poverissima, che le inondazioni recenti, dovute al cambiamento climatico, hanno messo in ginocchio. Il regista e reporter Angelos Rallis dal 2017 filma per cinque anni la quotidianità di Afrin, dodicenne incontrata durante le sue ricerche. Temporaneamente ospitata dalla zia perché orfana di madre e con padre lontano, la ragazzina combatte quotidianamente con le piogge torrenziali, cerca di arginare i danni raccogliendo e accatastando rami e canne di bambù attorno alla sua precaria abitazione. Carica su una zattera di tronchi una piccola capra, qualche recipiente di latta e i pochissimi oggetti utili e salvabili. Quando il monsone si placa e arriva la notte, la protagonista si arrampica sul tetto di lamiera della sua casa, per dormire. Oppure, se piove, si ripara sotto il tettuccio della sua canoa, aspettando che il temporale passi. Le inondazioni hanno distrutto tutto, sostentarsi è sempre più difficile.
Ecco perché il padre di Afrin è andato a cercare una nuova vita a Dacca, la metropoli capitale del Bangladesh. Lì si sposterà anche la ragazzina, per cercare il padre e sfuggire al possibile matrimonio, visto che a quattordici anni in quella parte del mondo si è già considerate "da marito".
Tra cumuli di immondizia, e risorsa di sostentamento per molti della metropoli, Afrin si guadagna la vita: raccogliendo bottiglie di plastica per il corrispettivo di pochi centesimi di euro, si unisce a un trio di senza casa che diventano la sua nuova famiglia e vive un altro passaggio iniziatico.
Mix di documentario di osservazione e invenzione finzionale, realtà e fantasia, Afrin nel mondo sommerso va accolto come la testimonianza preziosa di un disastro ecologico e sociale ma anche come una fiaba magica e nera, un coming of age che invita a una nuova consapevolezza del pianeta. Nelle parole del regista, il viaggio di Afrin, incontrata durante le sue ricerche, è "toccante allegoria per milioni di giovani nelle sue stesse condizioni". Con tempi eccessivamente distesi, la quasi assenza di dialoghi, e un'insistenza sulla fotogenia dei paesaggi, Rallis restituisce panorami inaccessibili, quasi apocalittici, distese di acqua e fango senza più vita, vestigia di ecosistemi perduti, in cui Afrin si muove come sopravvissuta, testimone e simbolo della volontà pacifica di esistere, di un riscatto possibile a nome di moltissimi coetanei. Nella parte ambientata in città, il regista costruisce attorno a lei le tappe di un viaggio di crescita ed emancipazione, giocando con la luce e i colori, in riprese quasi tutte notturne.
In forma di poesia acerba, il film è un grido d'allarme sugli effetti non più negabili della crisi climatica, a danno di popolazioni, come quella bengalese, ridotte alla fame e costrette a emigrare altrove. La Banca Mondiale, dicono le note di regia, stima che l'Asia Meridionale dal 2050 avrà 50 milioni di rifugiati climatici all'anno. Nel 2022 i bengalesi sfollati sono stati 7 milioni, nel 2050 per l'Organizzazione Mondiale della Sanità saranno 13 milioni.
In Bangladesh, lungo il fiume Brahmaputra, si formano instabili isole di fango sulle quali vive una ridotta comunità. Qui «è facile essere lavati via», soprattutto con l'aumento delle grandi alluvioni. Vive in mezzo alle piogge torrenziali la dodicenne Afrin, giovanissima eroina al centro del doc di Angelos Rallis, che per cinque anni segue la quotidianità della protagonista nel suo habitat naturale, [...] Vai alla recensione »