The Witches of the Orient

Film 2021 | Documentario, 100 min.

Titolo originaleLes sorcières de l'Orient
Anno2021
GenereDocumentario,
ProduzioneFrancia
Durata100 minuti
Regia diJulien Faraut
AttoriHirofumi Daimatsu, Yuko Fujimoto, Yuriko Handa, Sata Isobe, Masae Kasai .
TagDa vedere 2021
DistribuzioneWanted
MYmonetro 4,00 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Julien Faraut. Un film Da vedere 2021 con Hirofumi Daimatsu, Yuko Fujimoto, Yuriko Handa, Sata Isobe, Masae Kasai. Titolo originale: Les sorcières de l'Orient. Genere Documentario, - Francia, 2021, durata 100 minuti. distribuito da Wanted. - MYmonetro 4,00 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 7 giugno 2021

In un documentario Julien Faraut racconta la storia della nazionale giapponese di pallavolo.

Consigliato assolutamente sì!
4,00/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 4,00
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un affascinante mix di linguaggi che ritrae veri e propri simboli della rinascita del Sol Levante.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
venerdì 25 giugno 2021
Recensione di Raffaella Giancristofaro
venerdì 25 giugno 2021

Alcune composte, anziane signore orientali si ritrovano dopo molto tempo e chiacchierano, mentre la macchina da presa volteggia attorno a loro. Sono alcune delle ex titolari di una leggendaria squadra di pallavolo, la formazione giapponese Nichibo Kaizuka. Una compagine nata negli anni '50 in una fabbrica tessile nei pressi di Osaka, passata al professionismo grazie a un allenatore ex militare e iperintransigente, Hirofumi Daimatsu "il diavolo", e alla volontà di ferro delle giocatrici.

Il soprannome "streghe d'Oriente" è stato affibbiato loro dalle principali avversarie, le sovietiche, contro le quali vinsero sia a Mosca nel 1962 che nel 1964 alle Olimpiadi di Tokyo, dove per la prima volta quella disciplina di squadra entrò ufficialmente. È grazie al fatto che i filmati originali delle loro prodezze siano stati depositati all'archivio INSEP (Istituto Nazionale dello Sport di Parigi) se la loro storia è riemersa dalle teche televisive, e loro stesse, rintracciate e riprese negli ambiti a loro più familiari, hanno potuto raccontare direttamente e per la prima volta la loro singolare esperienza: uno strabiliante numero di vittorie consecutive - duecentocinquantotto, record tuttora imbattuto - frutto di un allenamento particolarmente duro e ripetitivo e di uno spirito patriottico oltre lo stoicismo.

Come nel rarefatto, ipercinefilo John McEnroe - L'impero della perfezione e ancora prima in Un regard neuf sur Olympia 52 (rielaborazione sul documentario Olympia 52 di Chris Marker sui Giochi Olimpici di Helsinki, inedito da noi), Julien Faraut parte da un girato a tema e di taglio sportivo per rivelarne la pluralità di significati e renderne più espliciti gli elementi linguistici.

Più nel dettaglio, in questo ultimo film, oltre alla fascinazione per il gesto atletico femminile si riscontra evidente un elemento legato alla biografia dell'autore: la diffusione massiccia del live action derivato dal manga Attack no 1 di Chikako Urano, trasmesso in una delle sue versioni a partire dai primi anni '80 dalla tv privata italiana come Mimì e la nazionale di pallavolo e di cui Faraut, classe 1978, è stato probabilmente precoce spettatore.

Il mélange tra girato contemporaneo, film d'epoca e registrazioni televisive degli anni '50 e '60 e il succitato anime sarebbe già di per sé molto apprezzabile, per il bilanciamento tra le parti. Al regista non interessa la rievocazione trionfalistica di un'eccellenza sportiva ma una narrazione sul ruolo politico e della dimensione comunicativa delle operaie-giocatrici-streghe, veri e propri simboli della rinascita industriale e postatomica del Sol Levante.

Narrazione impreziosita da un lavoro capillare sull'immagine, tra sovrimpressioni e effetti iris, ma anche sugli elementi paratestuali di raccordo, le didascalie ricreate in stile grafico dell'epoca dei fatti, e non da ultima, un'accuratissima, puntuale riscrittura sonora: "Machine Gun" dei Portishead a chiudere una potente colonna elettronica, fatta di sintetizzatori analogici dell'epoca, che vede anche la partecipazione di Jason Lytle dei Grandaddy.

L'intersezione di tanti e tali linguaggi compone un racconto di lotta molto sfaccettato, che rende conto sia dell'enfasi del disegno animato - gli effetti di palla, i movimenti enormemente dilatati, gli sforzi sovrumani e i toni drammatici delle ragazze in campo - che della pressione psicologica, culturale e mediatica sulle ragazze in uniformi di cotone, addestrate a cadere e rialzarsi come sferiche bambole Dharma (o daruma dolls), resistenti a ogni percussione. Niente trucchi o colpi segreti, che non siano dedizione, senso dell'onore, disciplina: i pilastri di una filosofia millenaria.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 10 agosto 2021
Enrico Azzano
Quinlan

Speriamo non si esaurisca mai la vena creativa di Julien Faraut e questa sua osservazione, analisi e messa in scena così stratificata delle discipline sportive: una mappatura tecnica, storica e umana di sport e campioni, dal tennis e dall'immenso John McEnroe de L'empire de la perfection alle splendide pallavoliste giapponesi de Les Sorcières de l'Orient, che alle Olimpiadi di Tokyo 1964 fecero man [...] Vai alla recensione »

sabato 26 giugno 2021
Tonino De Pace
Sentieri Selvaggi

Julien Faraut non è nuovo al cinema legato allo sport, forse perché lavora nell'archivio di un centro sportivo e familiarizza di continuo con le immagini che hanno a che fare con le diverse discipline. Qualche anno fa, sempre qui a Pesaro, il suo L'impero della perfezione indagava con inattesa e calibrata attenzione sulla genialità irregolare di John McEnroe.

sabato 6 febbraio 2021
Massimo Causo
Duels.it

L'impero della perfezione questa volta coincide con l'impero del sole e si misura sulla distanza delle 258 partite consecutive vinte dalle "Oriental Witches", le ragazze di Osaka che spazzarono come un tornado l'Europa degli anni '60, dominando il volley internazionale. Le cronache sportive dell'epoca le soprannominarono così e così Julien Faraut intitola il film che dedica loro, Les sorcières de l'Orient, [...] Vai alla recensione »

NEWS
[LINK] FESTIVAL
venerdì 25 giugno 2021
Raffaella Giancristofaro

Un'accuratissima narrazione immortale veri e proprio simboli della rinascita di una nazione. Presentato a Pesaro 2021. Vai all'articolo »

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